martedì 31 gennaio 2012

continua a nevicare!

COLLINE E PRATI
NEL GELO E NEL SILENZIO
RIPOSERANNO.
DI MARMO IL CIELO.
D'ARGENTO BRILLERANNO
ALBERI E ROVI.

fotografia Piero Reggio


domenica 29 gennaio 2012

oggi 29 gennaio è caduta abbondante la prima neve...

ANCHE QUEST'ANNO
SI E' POSATA LA NEVE
SULLE COLLINE.

O VENTO GELIDO
LE PERCORRI FISCHIANDO
BIANCHE-STRUGGENTI.

fotografia Piero Reggio

sabato 28 gennaio 2012

LIEVE OFFERTA (ANTONIA POZZI 1912-1938)

VORREI CHE LA MIA ANIMA TI FOSSE
LEGGERA
COME LE ESTREME FOGLIE
DEI PIOPPI, CHE S'ACCENDONO DI SOLE
IN CIMA AI TRONCHI FASCIATI
DI NEBBIA -

VORREI CONDURTI CON LE MIE PAROLE
PER UN DESERTO VIALE, SEGNATO
D'ESILI OMBRE -
FINO A UNA VALLE D'ERBOSO SILENZIO,
AL LAGO -
OVE TINNISCE PER UN FIATO D'ARIA
IL CANNETO
E LE LIBELLULE SI TRASTULLANO
CON L'ACQUA NON PROFONDA -

VORREI CHE LA MIA ANIMA TI FOSSE
LEGGERA,
CHE LA MIA POESIA TI FOSSE UN PONTE,
SOTTILE E SALDO,
BIANCO -
SULLE OSCURE VORAGINI
DELLA TERRA.


venerdì 27 gennaio 2012

il giorno della memoria: da un vecchio libro di scuola la storia di Peter

Questa è la storia di un bambino ebreo di nome Peter che fu ucciso nel ghetto modello di Terezin. Egli arrivò nel ghetto in un giorno qualunque del 1942, con la stella gialla cucita sul petto del suo vestito nuovo. A Terezin furono ammessi solo quegli ebrei che avevano ceduto alla Germania tutte le loro sostanze in cambio della vita.
      "Ogni nuovo bambino che arriva
        trova strana ogni cosa.
        Come, devo coricarmi per terra?
        E mangiare patate nere? No! Io no!
        Qui a Terezin la vita è inferno.
        Quando sarò tornato a casa mia
        non saprò raccontare tutto ciò."
        ***
       "E' più di un anno che vivo nel ghetto,
         a Terezin, la buia città,
         e quando ricordo la mia casa lontana
         sento di amarla come non mai.
         Casa, casa,
         perchè mi hanno portato via?
         Qui i deboli cadono come piume
          e quando cadono è per sempre."
Nel ghetto modello gli ebrei scoprono, invece, che a loro è concesso soltanto il privilegio di aspettare la morte più a lungo degli altri.
Così Peter, il bambino che non voleva mangiare le patate nere, nè dormire per terra, dopo due anni di terrore, di angosciosi " perchè?", di fame e di sangue venne ucciso.
         "Su un acceso, rosso tramonto,
           sotto gli ippocastani fioriti,
           sul piazzale giallo di sabbia,
           ieri, oggi i giorni sono tutti uguali,
           belli come gli alberi fioriti.
           Ma il vento venato di azzurro
           mi dice che il mio sorriso è un errore.
           E' il mondo che sorride
           e io vorrei volare, ma dove?
           Un filo spinato impedisce
           che qui dentro sboccino fiori.
           Non posso volare.
           Non voglio morire."
Le ultime parole di Peter sono ormai quelle di un uomo: lucide e disperate, esse scrivono una condanna definitiva alla tragica vicenda che ha tolto agli uomini il diritto al rispetto di sè.

giovedì 26 gennaio 2012

CONGEDO

ADESSO SO
DOVE NASCE IL ROSSO.
SO DELL'AMORE, DEL VERDE CON IL BLU
DEL VIOLA
CHE UCCIDE IL GIALLO.
CAPISCO FIORI GIGANTI
SERENATE E VELE
MOSTRI
CHE GIOCANO CON LA LUNA.
SOPRA OSSA STANCHE CRESCE
IL BAMBINO, DENTRO 
METAMORFOSI, SENZA PIANURA
BARATRO IMPROVVISO.
ADESSO DISPERO.


fotografia Piero Reggio


mercoledì 25 gennaio 2012

la legnaia della nonna

Negli anni ... passavo una parte delle vacanze estive con la nonna paterna tra il Piave e il Montello, di solito a settembre (le scuole iniziavano ad ottobre). Era una casetta semplice e bianca con una grande pianta di cachi ,dalie rigogliose e una grande pergola di profumata uva fragola.La nonna viveva da sola ma aveva sempre ospiti figli o nipoti, io non conoscevo quasi nessuno e mi annoiavo un pò (le altre vacanze le passavo dai nonni materni in Piemonte), ma discosta un pò dalla casa c'era la legnaia che era una fonte di tesori. Era una semplice costruzione in legno con un tetto di tegole di ardesia, un'ordinata catasta di legna, una panca e la cassapanca che conteneva meraviglie. Veniva utilizzata da tutti gli ospiti che nei vari soggiorni lasciavano cose che non potevano portare con sè ma neanche buttare: c'erano libri, borse, foulard, riviste francesi e inglesi. Un anno le cugine più grandi lasciarono i libri di Delly,erano piccoli volumi rilegati in color avorio con incisioni in oro ;che meraviglia leggere storie romantiche tra il profumo della legna tagliata di fresco  e il rumore della pioggia sul tetto (quell'anno  fu molto piovoso),sulle ginocchia il gatto delle vicine che faceva le fusa (ci ritrovavamo ogni anno, mi accoglieva quando arrivavo, si trasferiva da noi  e ritornava a casa sua quando andavo via)
 Una vacanza da ricordare!




martedì 24 gennaio 2012

LA MIA VALIGIA

AL DEPOSITO BAGAGLI
DI UNA STAZIONE
IN UNA CITTA' SCONOSCIUTA
C'E' UNA VALIGIA.

SCOPRIRO' LA CITTA'
LA TROVERO'

DENTRO
C'E' LA MIA ANIMA.

fotografia Piero Reggio

lunedì 23 gennaio 2012

E RICORDO...(DIEGO VALERI 1887-1976)

E RICORDO. A CASTEGGIO, DESTANDOMI IL MATTINO
ALL'ALBA, IN QUELLA BUONA TRISTE CASA D'ESTATE,
SCORGEVO ALLA PIANURA, TRA LE BRUME DORATE,
UNA NITIDA LAMA D'ARGENTO CRISTALLINO.

NON C'ERA CHE QUEL BREVE STRAPPO DI LUCE VIVA
NELL'UGUALE INFINITO PALLOR DI TERRA E CIELO...
POI, COME IL SOL MONTAVA, E TRASPARIAN DAL VELO
ALBERI CASE E STRADE, QUELLA LUCE SVANIVA.

LA RIVEDEVO A SERA, QUANDO L'ULTIMO FUOCO
DEL TRAMONTO ERA SPENTO, E BRILLAVAN VIA VIA
I LUMI DI VOGHERA, I LUMI DI PAVIA:
NELL'OMBRA AZZURRA, UN FILO COLOR DI PERLA, FIOCO...


domenica 22 gennaio 2012

AMORE E POESIA ( COSTIS PALAMAS 1859-1943)

DUE OCCHI SPLENDIDI
SI CHINAN DOCILI
SOPRA I MIEI VERSI;

SON GLI OCCHI UN PALPITO
PIUMA LIEVISSIMA
SONO I MIEI VERSI.

E IL VERSO PALPITA
COME GLI SPLENDIDI
OCCHI STELLANTI;

E GLI OCCHI PARLANO
COL DOLCE MURMURE
DI RIME E CANTI.

O INEFFABILE
CONCORDIA, SPIRITO
D'AMOR FRATERNO;

TRA VENTI E TURBINI
DEL NOSTRO VIVERE,
SORRISO ETERNO!




sabato 21 gennaio 2012

questa sera il mare canta...

QUESTA SERA
IL MARE CANTA.
CANTA LA VITA.
I GABBIANI
LEGGERI
RESPIRANO LE ONDE.
IL VENTO
SCIOGLIENDO LE NUBI
COLORA LE COSE.
QUESTA SERA
IL MARE CANTA.
NEL MIO CUORE
UN BISBIGLIO APPENA.


venerdì 20 gennaio 2012

IL CUGINO FRANCESE

Io e il cugino francese ci siamo sempre stati antipatici, fin dal primo incontro a casa della nonna per le vacanze. Al  nostro primo scontro lui mi tagliuzzò con le forbici il vestito a righine che l'amica inglese della mia mamma mi aveva mandato, io gli strappai il quaderno dei compiti delle vacanze e dovette rifarli tutti. Da allora ci siamo sinceramente detestati. Nel paese della nonna c'era un mulino moderno condotto da una mugnaia antica, che andava ancora in giro con il cavallo e il carro e un cagnetto simpaticissimo che sedeva vicino a lei tutto impettito. Quando la nonna andava a prendere la farina per la polenta noi litigavamo per chi dovesse accompagnarla: il cugino francese per vedere i moderni macchinari e io per poter giocare con il cane.Non potevamo andare insieme visti gli interessi diversi? No, o io o lui. Ci prendevamo per i capelli e facevamo liti furibonde, i nostri genitori decisero che le vacanze era meglio farle separate. Ora lui è un "antipatico" e noioso professore e io sono sempre " simpatica" .

giovedì 19 gennaio 2012

il Nobel per la letteratura fu attribuito al poeta e narratore russo Boris Leonidovic Pasternak nel 1958

Boris L. Pasternak ( 1890-1960) fu insignito del Nobel nel 1958 ma fu costretto a rinunciarvi. Oltre a raccolte poetiche vicine al futurismo "Mia sorella vita" del 1922, "Seconda nascita" nel 1932, "Sui treni mattutini" nel 1943, pubblicò poemi a sfondo storico, e il romanzo "Il Dottor Zivago"che suscitò aspre critiche in URSS.La sua opera si basa sull'eterno conflitto intellettuale-rivoluzione.Confessò nella sua Autobiografia:" Nella vera vita, pensavo, tutto doveva essere miracoloso, fatale, e nulla premeditato, intenzionale, volontaristico."Per  Pasternak la verità e la libertà esistono nell'"apparente indifferenza del mondo"

                 ***

I RONDONI

Non ce la fanno i rondoni serali
a trattenere l'azzurra frescura.
S'è aperta un varco dai petti chiassosi
e fluisce, e non si può arrestarla.

E i rondoni serali non han nulla
che lassù, in alto, possa trattenere
il loro grido enfatico: oh, trionfo,
guardate, la terra è fuggita!

Come un ribollire in caldaia in un bianco gorgoglio
se ne va l'umidità rissosa, -
guardate, guardate: non c'è più posto per la terra
dagli orli del cielo al burrone.

mercoledì 18 gennaio 2012

a mia madre

Quante volte
madre mia
ho atteso
che il pensiero
mi portasse il tuo ricordo.
Ti ricordo
ma non come vorrei
ed ora so
che non potrò mai
ricordarti così.
Sei morta madre mia
con tutte le cose
con la mia giovinezza
con la bicicletta da corsa
il pianoforte
e con i miei sogni.
Madre mia
non parlerò
della nostra storia
che vale
parlare del passato
e provar sgomento.
Ma non son solo
madre mia
ho una moglie che mi ama
e una figlia
che mi assomiglia.
Riposa in pace.

martedì 17 gennaio 2012

che gelida mattina!...

Questa mattina la brina aveva imbiancato tetti, macchine e giardini, la salvia sembrava spolverata di zucchero, nell'orto passeggiavano tre ghiandaie e non si vedeva l'avventuroso gatto grigio dei vicini che alle prime luci dell'alba era già in esplorazione, probabilmente era in casa al calduccio. Il cielo era grigio chiaro e rosa, il sole un disco bianco, il susino e i meli rabbrividivano. Ora il cielo è azzurro, il sole splendente, il gatto è tornato a caccia e i gelsomini gialli e le forsizie scaldano al tiepido sole le prime gemme.C'è un vento sottile che sa già di primavera.


fotografia Piero Reggio

lunedì 16 gennaio 2012

comprendersi : inglesi in Germania di Jerome K. Jerome (seconda parte)

Trassi in fretta il libro di tasca e cominciai a cercare i dialoghi che trattavano la grande questione degli alimenti. Non ve n'era neanche mezzo.Una ventina di pagine del volume erano dedicate a degli sciocchi dialoghi fra un calzolaio incredibilmente paziente e uno dei più irritanti e organicamente insoddisfatti avventori che un disgraziato calzolaio possa avere la maledizione d'incontrare;un avventore che dopo aver tirato in lungo per circa quaranta minuti e essersi misurate con ogni probabilità tutte le scarpe della bottega, se n'esce tranquillamente dicendo: "Ah! bene, oggi non comprerò nulla.Buongiorno!" La risposta del calzolaio, veramente non è riferita; ma probabilmente dovè assumere la forma di un cavastivali, accompagnato da frasi credute inutili al bisogno del viaggiatore cristiano. La " conversazione del calzolaio" era veramente esauriente, tanto che propendo a credere che il libro fosse stato scritto da qualcuno che soffriva di calli. Con esso si può andare da un calzolaio tedesco e farsi una testa così. V'erano due pagine di chiacchiere annacquate "sull'incontro di un amico" per dire "Buon giorno, signora (o signore)". - "Vi auguro un Buon Natale". "- "Come sta vostra madre?": Come se un uomo che conosce il tedesco appena da tener corpo e anima insieme, possa mai sognarsi di chiedere della salute della madre di uno straniero. V'erano anche "conversazione nella vettura del treno", conversazioni fra viaggiatori pazzi, probabilmente, e dialoghi " durante il passaggio della Manica". "Come vi sentite ora?" "Piuttosto bene finora, ma non so quanto durerà". "Oh, che ondata! Ora mi sento male, e vado sotto coperta" Credete che una persona in queste condizioni senta il bisogno di tradurle in tedesco?
Alla fine del libro v'erano proverbi tedeschi e "frasi idiomatiche" le quali ultime parrebbero significare in tutte le lingue: "frasi per l'uso degli idioti". "Un passero in mano val più d'un piccione sul tetto". "Il tempo porta le rose". "L'aquila non acchiappa le mosche". "Non si deve comprare il gatto nel sacco" come se esistesse una numerosa classe di consumatori, la quale non faccia che comprar gatti a questo modo, lasciando ai mercanti senza scrupoli l'agio di appioppar loro gatti di cattiva qualità, e quindi bisognasse necessariamente denunciare questa pratica disonesta.Frugai fra tutte queste sciocchezze ma in nessun luogo scoprii parola d'una frittata con cipolla e prezzemolo. Nel capitolo "Cibi e bevande, trovai un breve vocabolario, che riguardava principalmente uva spina e fichi e lazzeruole (chi sa poi che saranno mai...io non ne ho mai sentito parlare) e "castagne", tutte cose che difficilmente si desiderano, anche nella madre patria. V'era nella lista molto d'olio e d'aceto e di pepe e mostarda, ma nulla su cui usarli. Avrei potuto avere un uovo duro o una fetta di salame; ma non volevo allora nè uova dure nè fette di salame. Volevo invece una frittata con cipolle e prezzemolo; vivanda che l'autore della mia "piccola guida" mostrava di non conoscere.Trovando manifestamente disperato spiegarci meglio col cameriere, lasciammo che le cose andassero da sè, confidando nella Provvidenza; e dopo circa dieci minuti egli ci portò una frittata fumante piena d'una libbra di marmellata di fragole e tutta quanta incipriata di zucchero.

domenica 15 gennaio 2012

comprendersi : inglesi in Germania di Jerome K. Jerome (prima parte)

Alle otto di mattina, nessuno dei grandi caffè, naturalmente era aperto; ma finalmente, in mezzo a un giardino, trovammo un ristorante alla vecchia moda, dal quale usciva un gradito odore di caffè e cipolle fritte: entrati, ci sedemmo a un tavolino sotto gli alberi e, con la lista in mano, convocammo il cameriere.
Ordinai io la colazione pensando che l'occasione fosse propizia per sperimentare il mio tedesco, ordinai caffè con panini, come primo principio. Fin qui il mio compito parve agevole: con la pratica dei due giorni precedenti, avrei potuto ordinare caffè e panini per quaranta persone. Poi mi lanciai nelle leccornie e ordinai un'insalata verde. In principio ebbi qualche difficoltà a convincere il cameriere che non volevo un cavolo lesso, ma riuscii finalmente a togliergli quella sciocca idea dal capo. Dopo di questo, essendomi rimasto ancora un pò di tedesco, gli ordinai una frittata.
- Digli che sia con cipolle e prezzemolo - disse B. - se no, ci porterà qualche cosa piena di marmellata e cioccolata. Tu sai il loro gusto.
- Sì - risposi - è giusto... sì. Un momento . Come si dice in tedesco cipolle e prezzemolo?
- Cipolle e prezzemolo? - meditò B. - Oh! ah! uhm! Chi sa poi come si dice! Perbacco... non mi riesce di ricordarmene -
Non riuscì neppure a me. Veramente non lo avevo mai saputo. Tentammo col francese, dicendo :"Une omelette aux fines herbes. Siccome ci pareva che il cameriere non comprendesse, adottammo un cattivo inglese. Girammo e rigirammo quelle disgraziate parole in suoni così strani, così tristi, così poco terrestri, che se ne sarebbe commosso il cuore di un selvaggio. Quello stoico teutone, però, rimase illeso. Allora tentammo la pantomima. La pantomima sta al linguaggio come la margarina, secondo l'etichetta del barattolo, sta al burro :"all'occasione un eccellente surrogato.Ma i suoi poteri, come interprete del pensiero, sono limitati, almeno nella vita reale.
..."Gratitudine è una parola che un misero dilettante dovrebbe lasciar da parte, come anche quelle di cipolle e prezzemolo. B. e io ci rompemmo quasi una vena, nello sforzo di esprimerle. Le tirammo come cavalli da nolo per circa cinque minuti, e riuscimmo a suggerire al cameriere l'idea di fornirci un gioco di domino. Poi, come un raggio di luce a chi s'è smarrito in una caverna buia e tortuosa, mi lampeggiò il pensiero che avevo in tasca un libro di conversazione tedesca.
Che stupidità non pensarci prima! Eravamo stati a tormentarci anima e corpo, tentando di spiegare i nostri desideri a un tedesco ignorante, e durante tutto quel tempo avevamo avuto a portata di mano un libro specialmente scritto e preparato per aiutarci appunto nelle difficoltà in cui eravamo impigliati - un libro accuratamente compilato, col preciso oggetto di mettere in grado tutti gli inglesi come noi di esprimere i loro modesti desideri in qualunque luogo della Germania e di uscirne vivi e incolumi.

sabato 14 gennaio 2012

LA CAMPANELLA (ADA NEGRI 1870-1945 )

CAMPANELLA D'ARGENTO,DEL CONVENTO
QUI PRESSO: VOCE DI LONTANA INFANZIA
E' IN QUEL FRESCO TINNIRE, CHE MI GIUNGE
OR SI' OR NO NELL'ORE PIU' RACCOLTE
DELLA GIORNATA: E MEGLIO ALL'ALBA, QUANDO
MUTE SONO LE STRADE E MUTO IL CIELO.
TORNO BAMBINA: HO TRECCIA AL DORSO, ASCIUTTE
GAMBE DI CAPRIOLA, OCCHI RIDENTI
PIENI D'APRILE: VO CON LA MIA MAMMA
A MESSA, PER VIUZZE ANCOR NEL SOGNO
DEL PRIMO ALBORE, COLME D'UN SILENZIO
ABBANDONATO,  CHE SOL ROMPE UN'ECO
DI CAMPANELLA : - OH, MAI NON FOSSE, MAMMA,
VENUTO IL GIORNO A DISSIPAR QUELL'ALBA.


venerdì 13 gennaio 2012

dalla finestra...

DALLA FINESTRA - VEDO
VASI DI GERANI - CIELO
PER UN SOLO RESPIRO.
IN QUESTO UFFICIO
LE PAROLE
MUOIONO SUBITO
CON IL TEMPO
CHE HA VISSUTO
LA MUSICA DI UN CIRCO.
VORREI - COME ULISSE
ESSERE EROE
LEGATO AL TUO AMORE
E COME UN GITANO
NON AVERE GIORNO
CON NEL CUORE - MILLE CAVALLI
DAGLI ZOCCOLI DI FUOCO.
DALLE FINESTRE - VEDO
VASI DI GERANI - CIELO
PER UN SOLO RESPIRO.

fotografia Piero Reggio

giovedì 12 gennaio 2012

JUAN RAMON JIMENEZ VINCE IL NOBEL PER LA LETTERATURA NEL 1956

Juan Ramon Jimenez nasce il 24 dicembre 1881 a Moguer in Andalusia, fa i primi studi dai gesuiti presso Cadice, poi studia diritto a Siviglia. Inizia a mandare i primi versi a riviste, i continui ritorni a Moguer alimentano le sue liriche, vive a Madrid e coltiva l'amicizia di Machado, Ortega, ma anche Lorca, Alberti e Dalì. Nel 1916 si imbarca per New York per sposare Zenobia Camprubì ed è un anno decisivo per la sua poesia e la sua vita. Ritorna a Madrid e con Zenobia traduce Tagore che influenza la sua lirica. La guerra civile rompe il felice equilibrio, parte per gli Stati Uniti dove terrà conferenze e corsi, arriva fino in Argentina e a Cuba, ma l'esilio alimenta la sua sensibilità e la fa dolorosa. Le ultime tappe dell'esilio lo portano a Puerto Rico dove nel 1956 muore Zenobia e gli viene assegnato il Premio Nobel. Muore il 29 maggio 1958.

               ***

Domeniche d'inverno, pomeriggi

Domeniche d'inverno, pomeriggi
quando tutti son fuori!

... Il sole verdegiallo giunge,
puro , agli angoli freddi:
nelle rose curate,
la mattina, con casto
amore s'ode
la luce.
          Sembra
codesta ora ideale un libro mio.

Vado e sorrido per tutta la casa
odorando con l'anima,
raccolgo e bacio il pane ch'è caduto.

mercoledì 11 gennaio 2012

IL TELEGIORNALE (Dino Risi)

STANDO NEL CERCHIO D'OMBRA
COME SELVAGGI INTORNO AL FUOCO
BONARIAMENTE ENTRA IN FAMIGLIA
QUALCHE IMMAGINE DI STERMINIO.
COSI' OGNI SERA SI TEORIZZA
LA VIOLENZA DELLA STORIA.

martedì 10 gennaio 2012

I COLORI MI SFUGGONO DALLE MANI

I COLORI
MI SFUGGONO DALLE MANI
DAGLI OCCHI
E DAL CUORE.
NON LI SO TRATTENERE
SE NE VANNO
PIANO
E CON RISPETTO
COME LA SERA
SCIVOLA SULLE COSE.
HO MESSO VIA
PENNELLI
COLORI
TELE.
HO MESSO VIA
CASE
ALBERI
E FIORI
E ASPETTO MIA MOGLIE
E MIA FIGLIA
COLORI
DELLA MIA VITA.

acrilico Piero Reggio

lunedì 9 gennaio 2012

i giornalisti (Vittorio Alfieri) un epigramma attuale?

DARE E TOR QUEL CHE NON S'HA,
E' UNA NUOVA ABILITA'.

CHI DA' FAMA?
I GIORNALISTI.

CHI DIFFAMA?
I GIORNALISTI.

CHI S'INFAMA?
I GIORNALISTI.

MA, CHI SFAMA
I GIORNALISTI?

GLI OZIOSI, IGNORANTI, INVIDI, TRISTI.

domenica 8 gennaio 2012

dolcezza e tenerezza con una poesia di Diego Valeri : Che cosa?

Sul paesino bianco bianco
scende la notte scura scura;
ma il cuor piccino non ha paura,
anzi è preso da un dolce incanto.

Cosa c'è che lenta si leva
per il cielo vasto e solo?...
C'è una luna di rosa e d'oro
che sembra un fiore di primavera.

Cosa c'è nell'aria quieta,
come un pianto grave e soave?...
C'è una campana che prega l'Ave
e accarezza ogni pena segreta.

Che cos'ha per compagnia
la piazzetta solitaria?
Ha la fontana che sempre varia
la sua canzone di fantasia.

E l'alberella che par morta,
senza più un fremito di volo?...
L'alberella ha l'usignolo
che col suo piangere la conforta.

E nella casa, che s'empie già
d'uno stuolo vago e leggero
d'ombre vestite di mistero,
il bambino felice, cos'ha?...

Il bambino ha la sua mamma
che gli fa nido con le braccia
e se lo stringe guancia a guancia,
e gli canta la ninna nanna...


sabato 7 gennaio 2012

EMILY DICKINSON (1830-1886) L'INVERNO

COME SCOPE D'ACCIAIO
NEVE E VENTO
AVEVANO SPAZZATO LA STRADA DELL'INVERNO -
LA CASA ERA SPRANGATA
IL SOLE LASCIO' USCIRE
LANGUIDI MESSAGGERI DI CALORE -
E LA' DOVE L'UCCELLO CAVALCAVA
IL SILENZIO LEGO'
IL SUO POSSENTE, AFFANNATO DESTRIERO
L'UNICA CHE GIOCAVA ERA LA MELA
AL SICURO IN CANTINA.

fotografia Piero Reggio

venerdì 6 gennaio 2012

Oggi giorno dell'Epifania...

Che strana giornata, fa caldo e c'è vento, le Alpi Marittime hanno pochissima neve e i boschi brillano al sole. Nei giardini le rose hanno nuovi boccioli e portano ancora le bacche , sui balconi rigogliosi gerani fioriti competono con gli addobbi natalizi che sembrano così stonati. Nelle rive assolate dei prati spuntano già viole e margheritine, non ha ancora nevicato e non piove, i teneri germogli del grano stanno ingiallendo e la terra è arida.I cespugli e gli alberi sono già carichi di gemme. Che cosa sta succedendo?Dov'è l'inverno?

giovedì 5 gennaio 2012

IL GRANDE INVENTARIO

E' il momento del grande inventario.
Noterò
l'orizzonte sul mare
i meriggi di sole
i mattini
con la pioggia di vetro sull'oro.
La collina
il ciliegio. La neve silenziosa.
               (La neve e la luna nel cortile)
Le Langhe e le zolle.
               (i colori)
La sabbia del fiume.
                (i colori)
Il muretto e il giardino.
                 (i colori)
Le chiese.
                 (i colori
                  i colori)
Le stelle.
                 (i colori).

acrilico Piero Reggio

mercoledì 4 gennaio 2012

I MESI DELL'ANNO (Angiolo Silvio Novaro)

Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;

Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;

Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;

Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto , avaro, ansando le ripone;

Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;

Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra.

martedì 3 gennaio 2012

LA NEVE ( GABRIELA MISTRAL)

E' SCESA LA NEVE, DIVINA CREATURA,
A VISITARE LA VALLE.
E' SCESA LA NEVE, SPOSA DELLA STELLA,
GUARDIAMOLA CADERE.

DOLCE! GIUNGE SENZA RUMORE, COME GLI ESSERI SOAVI
CHE TEMONO DI FAR MALE,
COSI' SCENDE LA LUNA, COSI' SCENDONO I SOGNI...
GUARDIAMOLA SCENDERE.

PURA! GUARDA LA VALLE TUA, COME STA RICAMANDOLA
DI GELSOMINO SOFFICE.
HA COSI' DOLCI DITA, COSI' LIEVI E SOTTILI,
CHE SFIORANO SENZA TOCCARE.

BELLA! NON TI SEMBRA CHE SIA IL DONO MIRABILE
D'UN ALTO DONATORE?
CHISSA' SE AGLI UOMINI NON RECHI UN MESSAGGIO
DA PARTE DEL SIGNORE!

fotografia Piero Reggio

lunedì 2 gennaio 2012

SERA DI GENNAIO

QUANTA TRISTEZZA
NELL'ANIMA DELLE COSE
NEL MURETTO
E NELL'ALBERO SENZA FOGLIE.
TORNO DA LONTANO NELLA SERA
TRA GLI ORTI CHE RIPOSANO
POSANDO SULLA STRADA
GLI ANNI E I RICORDI.
SULLA COLLINA LONTANO
UN PAESE
TRISTE GENNAIO
CHE PORTI NEBBIA E NEVE
PORTA L'AMORE NELLA MIA CASA
NEL BUIO DELLA NOTTE.

fotografia Piero Reggio