domenica 24 novembre 2013

PAESAGGIO INVERNALE ( Rainer Maria Rilke)

Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intente.

Rintoccano l'ore. Ne vibra
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto d'un ciocco
che in lampi e faville rovina.
In niveo brillar di lustrini,
il candido giorno là fuori s'accresce,
divien sempiterno Infinito.


sabato 23 novembre 2013

QUANT'E' BELLA GIOVINEZZA ( A. Palazzeschi 1885 - 1974)

Da quando sono vecchio
e cammino piano piano,
ogni tanto mi fermo per riprender fiato,
mentre i giovani
mi passano davanti correndo,
s'incontrano spavaldi
intersecando impazienti lungo il mio cammino,
mi sento diventato
niente altro che un ostacolo
un ingombro intollerabile
nel tumulto cittadino.
E in quei riposi obbligati
dovendomi sorvegliare in tanto buggerìo
mi accade di pensare
se quando ero giovane,
o addirittura giovinetto,
col mio impeto incontentabile,
non abbia snobbato anch'io
qualche vecchio tentennino
passandogli davanti
ostentatamente correndo,
o lungo una scalinata
dove quello si fermava a ogni scalino
superarlo a bella posta
per fare gli scalini quattro a quattro.

lunedì 18 novembre 2013

IO AMO I CIMITERI IN PRIMAVERA di A. Zarri da " Quasi una preghiera" ed. Einaudi

... Sono i campi ancora superstiti dei grandi cimiteri urbani e sono soprattutto i piccoli cimiteri di campagna recinti da un muretto basso, e chiusi da un cancello rugginoso. Due siepi di bosso sempreverdi conducono all'ingresso e due cipressi dormono con le punte ferme nel sole.
Anche le tombe dormono. Nel gran silenzio circostante, sovrastate ciascuna da una lapide con un nome, una data e qualche parola di commiato : ultime frasi dei vivi lasciate scritte sopra a un marmo.
Nomi: Amalia, Antonio, Maria, Caterina, Giuseppe... nomi : uomini. Uomini vissuti e vivi. Vien fatto di pensare alla loro storia passata, quando camminavano in terra, coi loro piedi mobili come noi oggi camminiamo, e alla loro storia presente che non è più una storia perché è una presenza nell'eterno. Uomini che hanno parlato, sofferto, fatto il loro mestiere : l'operaio in officina, il muratore in cantiere, l'impiegato in ufficio; e adesso tutti al camposanto, mentre la loro anima riceve la mercede, la paga del sabato in questo che è il loro sabato eterno.
I loro corpi aspettano, composti dai vivi nei loro abiti migliori e chiusi in quell'altro vestito di legno fatto dal falegname sulla loro misura ; la bella cassa lucidata col Crocefisso sopra. Dormono e aspettano mentre le piante crescono guidate dalla pietà dei vivi o largite dalla dovizia della terra che a ognuno dona la sua margherita, in primavera, e in estate il rosolaccio rosso.
Io amo i cimiteri in primavera, quando la terra prende nuova forza e l'erba vi ricresce, d'un verde vivido e quasi balenante, tra stelo e stelo, e nelle estati calde, colmi di sole e di silenzio : ogni tomba un guanciale per il nostro sonno ; e negli autunni madidi e piovosi, intiepiditi da una coltre di nebbia ; e anche negli inverni, quando la neve fa coperta e la terra è più bianca dei marmi.
Arrivano i rumori da lontano, oltre i muri e i cipressi, e sembrano ronzii d'una vita fittizia : uno scorrer fuggevole di tempo e di carri sopra alle strade mentre qui tutto è fermo . giunto al conclusivo porto.

domenica 17 novembre 2013

INQUIETO NON SO DOVE POSARMI...

Signore
alle prime luci dell'alba
i corvi
vanno alla montagna,
all'imbrunire
tornano a valle
tra i pioppeti.
Durante il giorno
qualcuno
si perde tra la campagna
e tra un volo
e l'altro
non sa dove posarsi.
Quello
sono io Signore
che al mattino
incerto
sento il Tuo richiamo
e durante il giorno
mi è difficile
trovare il Tuo amore
e posarmi.

giovedì 14 novembre 2013

IL POETA ( Adriano Grande 1897 - 1972)

Anch'io come gli eletti
soffro per elezione,
pure non ho compiuto
quelle che avrei voluto
opere buone.

Ma se cammino a fiore
delle apparenze, mentre
vedo che l'altra gente
chiude a carpirle il pugno
in cui non resta niente,
è per svelarne il senso
riposto e la bellezza,
per nominarle: e ognuna
armoniosamente.

In questa triste e lieta
sorte, senza certezze
fondate nella terra,
spesso sono un mendico
che a tesa mano aspetta
e a volte sono ricco
d'innumeri ricchezze
che a tutti dono come
le ho avute: senza guerra.

martedì 12 novembre 2013

I GLOBI D'ORO ( ADA NEGRI )

Son globi d'oro i caki del novembre,
(chi ci rubò l'estate senza notti?)
ma d'un oro sanguigno. Dalle rame
spoglie pendono ignudi, e al morso invitano,
colmi del succo zuccheroso: il sole
di San Martino li attraversa d'una
liquida luce, in trasparenza. Vieni
con me nell'orto, tutto strati e cumuli
di foglie gialle: sulle foglie gialle
meriggiar voglio, e m'attraversi il sole
come quei frutti. Tu li coglierai,
Giuliana dalle gambe di cerbiatta,
per gettarmeli in grembo, tondi, molli,
troppo dolci al palato, ultima gioia
d'autunno. in essi il mio dorato autunno
festeggerò presso il tuo verde aprile.

giovedì 7 novembre 2013

CHI SONO ? ( A. PALAZZESCHI 1885 - 1974)

Chi sono ?
Son forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
follia.
Son dunque un pittore?
Neanche:
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
malinconia.
Un musico allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia
nostalgia.
Son dunque ... che cosa?
Io metto una lente
dinanzi al mio core,
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.

venerdì 1 novembre 2013

LA FESTA DEL SANTO IGNOTO di A. Zarri da " Quasi una preghiera " ed. Einaudi

Novembre : mese dei santi, mese dei morti. La chiesa sapeva bene che i santi, dichiarati ufficialmente tali, sono una minoranza rispetto alla grande moltitudine dei salvati e anche rispetto a chi ha esercitato la virtù in maniera eroica, come ai canonizzati si richiede. E questa festa è una sorta di riparazione nei confronti di tutti costoro che non hanno altari, davanti ai quali non si accendono ceri ma che sono allo stesso livello di virtù e di gloria anche se nessuno li conosce. O li conoscono solo i familiari che li hanno incontrati nella vita, ma dopo la storia li dimentica. Ed ecco allora questa festa che rende loro giustizia.

...

Per tutti questi santi, conosciuti solo da te, ti ringraziamo, Signore, chiedendo la loro intercessione. Ci son passati accanto e non li abbiamo conosciuti; ma una pace ci è scesa nel cuore. Non sapevamo da chi provenisse : ci veniva da loro che camminavano, per le vie del mondo, senza miracoli, senza gesti eccezionali, ma con l'eccezionalità di una misura traboccante d'amore.
Li abbiamo incontrati senza saperlo, li abbiamo conosciuti senza riconoscerli. Adesso li veneriamo, nello stesso anonimato col quale ci son passati accanto in vita, ma ricordandoli, tutti insieme, in Dio.