lunedì 18 novembre 2013

IO AMO I CIMITERI IN PRIMAVERA di A. Zarri da " Quasi una preghiera" ed. Einaudi

... Sono i campi ancora superstiti dei grandi cimiteri urbani e sono soprattutto i piccoli cimiteri di campagna recinti da un muretto basso, e chiusi da un cancello rugginoso. Due siepi di bosso sempreverdi conducono all'ingresso e due cipressi dormono con le punte ferme nel sole.
Anche le tombe dormono. Nel gran silenzio circostante, sovrastate ciascuna da una lapide con un nome, una data e qualche parola di commiato : ultime frasi dei vivi lasciate scritte sopra a un marmo.
Nomi: Amalia, Antonio, Maria, Caterina, Giuseppe... nomi : uomini. Uomini vissuti e vivi. Vien fatto di pensare alla loro storia passata, quando camminavano in terra, coi loro piedi mobili come noi oggi camminiamo, e alla loro storia presente che non è più una storia perché è una presenza nell'eterno. Uomini che hanno parlato, sofferto, fatto il loro mestiere : l'operaio in officina, il muratore in cantiere, l'impiegato in ufficio; e adesso tutti al camposanto, mentre la loro anima riceve la mercede, la paga del sabato in questo che è il loro sabato eterno.
I loro corpi aspettano, composti dai vivi nei loro abiti migliori e chiusi in quell'altro vestito di legno fatto dal falegname sulla loro misura ; la bella cassa lucidata col Crocefisso sopra. Dormono e aspettano mentre le piante crescono guidate dalla pietà dei vivi o largite dalla dovizia della terra che a ognuno dona la sua margherita, in primavera, e in estate il rosolaccio rosso.
Io amo i cimiteri in primavera, quando la terra prende nuova forza e l'erba vi ricresce, d'un verde vivido e quasi balenante, tra stelo e stelo, e nelle estati calde, colmi di sole e di silenzio : ogni tomba un guanciale per il nostro sonno ; e negli autunni madidi e piovosi, intiepiditi da una coltre di nebbia ; e anche negli inverni, quando la neve fa coperta e la terra è più bianca dei marmi.
Arrivano i rumori da lontano, oltre i muri e i cipressi, e sembrano ronzii d'una vita fittizia : uno scorrer fuggevole di tempo e di carri sopra alle strade mentre qui tutto è fermo . giunto al conclusivo porto.

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