sabato 21 settembre 2019

SIERRA DE PANCORBO ( RAFAEL ALBERTI)

Non so più, mia dolce amica,
mia amante, mia dolce amante,
né quali sono le querce,
né quali sono ora i pioppi,
né quali sono ora i noci,
perché il vento impazzito
ha ammucchiato tutte le foglie
e abbattuto tutti gli alberi.

martedì 10 settembre 2019

IL POETA SOLITAIO ( GIOVANNI PASCOLI)

O dolce usignolo che ascolto
   ( non sai dove), in questa gran pace
cantare cantare tra il folto,
   la', dei sanguini e delle acacie.

t'ho presa - perdona, usignolo -
   una dolce nota, sol una,
ch'io canto tra me, solo solo,
   nella sera, al lume di luna.

E pare una tremula bolla
   tra l'odore acuto del fieno,
un molle gorgoglio di polla,
   un lontano fischio di treno ...

Chi passa, al morire del giorno,
   ch'ode un fischio lungo laggiù
riprende nel cuore il ritorno
   verso quello che non è più.

Si trova al nativo villaggio,
   vi ritrova quello che c'era:
l'odore di mesi-di-maggio
   buon odor di rose e di cera.

Ne ronzano le litanie,
   come l'api intorno una culla:
ci sono due voci sì pie!
   di sua madre e d'una fanciulla.

Poi fatto silenzio, pian piano,
   nella nota mia, che t'ho presa,
risente squillare il lontano
   campanello della sua chiesa.

Riprende l'antica preghiera,
   ch'ora ora non ha perché;
si trova con quello che c'era,
ch'ora ora ora non c'è ...

Chi sono? Non chiederlo. Io piango,
   ma di notte, perch'ho vergogna.
O alato, io qui vivo nel fango.
   Sono un gramo rospo che sogna.