domenica 28 luglio 2013

LA MADONNA DELLE GRAZIE ( Paola Moretta 1893-1946)

Madonnina azzurra e rosa
che sorridi dal rotondo

viso e chini il capo biondo
sul tuo figlio, fresca rosa;

quel tuo figlio, umile adori
nel bel manto di broccato,

con il seno trapassato
da le spade dei dolori,

ne la Chiesa solitaria
fresca a mezzo la collina

tra la siepe d'alba-spina
ed il pioppo alto che svaria...

E chi passa pel sentiero,
giù dal monte, su dal piano,

lega il mulo al pioppo austero,
prende il figlio per la mano.

Poi, varcando la tua soglia
nel profumo d'erbe in fiore,

tutto libera il suo cuore
d'ogni spina e d'ogni doglia.

E con fede ingenua e pura
deponendotele in seno

prega larga mietitura,
prega sole e ciel sereno;

prega figli a la sua mensa
e pei figli prega il pane,

la salute che dispensa
gioie schiette certe e sane.

E guardando le tue chiare
ciglia e il chiaro viso,

da quel tuo materno riso
già si sente consolare.

Poi solleva, con pacato
gesto, il piccolo suo figlio

perché baci il fior vermiglio
del tuo cuore martoriato;

poi, segnato d'acqua santa,
con il cuore più leggero,

scioglie il mulo al pioppo austero,
prende inn groppa il figlio, e canta.

venerdì 26 luglio 2013

LA CHIESETTA ABBANDONATA ( F. MISTRAL 1830-1914)

Non lontano di lì c'è la chiesetta
all'angiol Gabriele dedicata.
Sembra annoiarsi quella poveretta,
ch'è da molt'anni l'hanno abbandonata,
tra le sue macchie d'ulivi lucenti,
i cristiani freddi e indifferenti.

Si può vedere in mezzo alla facciata,
entro una nicchia, l'angiol salutare
umilmente la Vergine beata,
e l'attorto serpente insidiare
d'Adamo e d'Eva l'animo innocente.
Ma da vedere poi non c'è più niente.

Stanno lì presso gli uomini al lavoro;
ma non volgono mai pure un pensiero,
pure uno sguardo alla chiesetta loro;
e il santo annuziatore del Mistero
non ha sopra l'altare disadorno
nemmeno un cero che dia lume intorno.

Vi son però le piante del buon Dio
ch'an gettato radici e metton fiori
sul tetto e sul sagrato a solatio,
e dé muri massicci in tutti i fori;
e, quando dé suoi raggi il sol le investe,
profuman l'aria d'un incenso agreste.

E del buon Dio le mille bestioline
ivi si son raccolte : gallinette
di San Giovanni, erranti farfalline,
mantidi inginocchiate su l'erbette
quasi a pregare, magre e silenziose,
e pecchie attorno al tetto laboriose.

E vi son pur anche le innocenti
cicale che per quanto è lungo il giorno
stridono sotto l'ali tralucenti.
E queste e quelle van girando intorno
dal portone abbrnzato fino al coro,
come famiglie nella pieve loro...


Gallinette di san Giovanni : coccinelle
pecchie : api

mercoledì 24 luglio 2013

CANZONE ( AMY LOWELL 1874-1925)

Oh, essere un fiore
    Chino nel sole,
Curvo, poi proteso verso l'alto
    Quando corrono le brezze;
Innalzare
Una coppa colma di profumi
    Carica di fragranza dell'estate.

Oh, essere una farfalla
    Immobile, su un fiore,
Sbattere le ali dipinte,
    Felice di quell'attimo.
Gemme che restano chiuse
Miniere d'oro
    Profonde, immerse nel cuore di ogni calice.

 Oh, essere una nuvola
    Soffiare nel blu,
Fare ombra alle montagne,
    Irrompere alta in
Valli profonde
Dove i tormenti mantengono
    Sempre il propagarsi del tuono e il loro vago arco di blu.

Oh, essere un'onda
    Dissolversi sulla sabbia,
Ritirarsi, ma abbandonare
    Lentamente la terra.
Arcobaleno chiaro
Bagliori luminosi
    Raccontare storie di grotte di corallo seminascoste nella sabbia gialla.

Muoiono presto i fiori ;
    Gli insetti vivono un giorno ;
Le nuvole si dissolvono in acquazzoni ;
    Solo le onde giocano
E durano per sempre.
Riuscirà lo sforzo a
    Rendere un mare di propositi più forti di quelli che sogniamo oggi?
 

lunedì 22 luglio 2013

LA RONDINELLA DI SAN FRANCESCO ( Giulio Salvadori 1862-1928)

O monte della Verna,
la tua foresta

com'è sicuro asilo
dalla tempesta!

Com'è pieno di pace
quel tuo convento!

la rustica sua corte
come rammento!

Le  brune rondinelle
dal bianco petto

han posto i loro nidi
lì sotto il tetto.

Dai voli per gli spazi
con le ali a croce

tornano qui battendole
con dolce voce.

Passano i frati pii
dicendo :-Ave!

la rondinella canta
sotto la trave.

Tenera e delicata
la melodia;

la rondinella tace
lungo la via.

Del picciol core amante
tutto il tesoro

effonde ella in quel canto
dolce e sonoro ;

la rondine lo tace
tra i tetti alteri,

là dove l'aria è grave,
biechi i pensieri.

Ma qui venne Francesco
tra queste mura

la rondinella canta
senza paura.

domenica 21 luglio 2013

sabato 20 luglio 2013

CANICOLA ( Angelo Gatti 1875 - 1948 )

     Canicola. Sul piano
bruciato, il sole è sorto .
Il paese lontano
appare come un porto.

     Nel lontano paese
come dormirò in pace,
dove il bosco cortese
tutt'ombre verdi giace.

     Qualcuno nel boschetto,
s'è messo a ciangottare ;
è il ruscello che, stretto
fra i sassi, scende al mare.

     Nel loquace ruscello
si bagnano i bambini ;
batte assiduo il martello
degli allegri mulini.

     Al martello che batte
risponde la chiesina ;
un carro, tra le fratte,
va, e cammina, cammina.

     E cammina e cammina,
anch'io sull'arso piano.
Ci arrivo stamattina
al paese lontano?

mercoledì 17 luglio 2013

ESTATE ( Giovanni Titta Rosa 1891 -1972)

    Sono scomparsi i gelsomini,
l'estate è colma, dagli spazi trabocca;
impetuoso dal mare scocca
il sole sugli squillanti mattini.

     Ma stanchezza ci preme il sangue,
sonnolenza all'ombra ci prostra:
la terra, madre nostra,
s'estenua nel fiore che langue.

     Fatica il tempo e la sera
esausta attende che sul colle
versi refrigerio di polle
il vento dall'alpe nera.

     Ma anche il buio fiata calore
sull'erbe prone, sulle strade,
mentre cadono solenni e rade
dall'alta notte stelle e ore.

fotografia Piero Reggio

lunedì 15 luglio 2013

PURIFICAZIONE di G. Pascoli ( poesia religiosa composta nei primi mesi del 1901 a Messina, probabilmente scritta come testo d'accompagnamento a un dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino del pittore Girolamo Aliprandi)

Odi. Compiti i giorni erano, e , monda
era secondo il rito di Mosè.
Ella ascendea con umiltà profonda,
Vergine e madre, alla città dei re.
Avea negli occhi un dolce ardor di madre,
mentre passava tra le siepi in fiore;
ma le due bianche tortori leggiadre
piangean vicino al suo virgineo cuore.
Quand'ella entrò nel tempio, un bianco vecchio
dimenticato dalla morte, udì...
venne stridor di cardini all'orecchio
suo ... Mosse, Elì, dicendo Elì.
Anche una vecchia era nel tempio, nata
da Fanuel, della tribù d'Aser;
ed ella udì sotto la grande arcata
venir quei passi ed un fruscio legger,
e mosse, Elì, dicendo, Elì, pur ella:
Or la mia vita prendere puoi tu!
E videro ambedue la verginella
che aveva in collo il pargolo Gesù;
che avea negli occhi il dolce ardor di madre,
mentre movea nel tempio del Signore,
e le due bianche tortori leggiadre
piangean vicino al suo virgineo cuore.


domenica 14 luglio 2013

IL GRILLO DEI CAMPI E IL GRILLO DEL FOCOLARE (John Keats 1795-1821)

La poesia della terra mai non muore.
Quando tutti gli uccelli sono stanchi
sotto il sole bruciante e si nascondono
nell'intrico degli alberi, una voce
corre di siepe in siepe intorno al prato
dalla falce tagliato. E' questo il grillo
dei campi, il capintesta della festa
dell'estate, che mai smette il suo canto
ma tutto il tempo stride, e quando è stanco
cerca riposo sotto un filo d'erba.
La poesia della terra mai non muore.
D'inverno, in una sera solitaria,
quando il silenzio è opera del gelo,
ecco sprizzare dalla stufa il canto
del grillo del focolare, che cresce
più cresce il caldo. E a chi vaga smarrito
tra sonno e veglia par di udire il grillo
dei campi all'opra tra l'erba dei colli.

giovedì 11 luglio 2013

anni fa, un'estate...

Nell'aria
gravitavano ricordi
respiri misteriosi che legavano.

Ho visto mia figlia camminare sola
tra i marmi e le ossa
nel piccolo camposanto di Rittana.

Sola come ricordavo mia madre.
Il mio cuore di zucchero
diventò legno.

mercoledì 10 luglio 2013

VENEZIA

Voglio ricordare Venezia
luci
ombre
acque consumare le pietre.

Voglio ricordare le chiese
legni
echi
tempi riportati nel cuore.

Voglio ricordare Venezia
case
piazze
spazi per respiri profondi.







domenica 7 luglio 2013

SOSTA D'ESTATE di A. Zarri da " Quasi una preghiera " ed. Einaudi

Pienezza dell'estate, turgida, gonfia, prima di decomporsi nelle tumefazioni livide d'autunno, quando ogni frutto è già inizio di seme e ogni maturità germe di putridume.
Le rose han dato la loro furiosa fioritura, spumeggiante sui muri di cinta dei giardini; i glicini han terminato di spiovere le loro cascate incontenibili, le piante han patinato il loro acerbo luccicore di foglia appena nata per una veste più appannata e spenta. Finita la prima violenta eruzione di germogli la terra acquista un ritmo più misurato e lento : solenne prima di farsi stanco.
Tra l'irruenza della primavera e la stanchezza dell'autunno c'è una stagione tesa, come una corda d'arpa che nessuno percuote. Silenzio meridiano del sole che intana i passi nell'ombra e spopola le strade, solitudine di un cielo, fatto bianco di luce, senza più nuvole né voli.
E' la pienezza della vita che ha una sosta, quasi per entrare in se stessa e contemplarsi.
Tempo di consapevolezza, di temporanea sosta nell'azione per meditare sui motivi profondi della vita che non è mai così fervida come quando tace e s'ascolta.
Tempo di sprangare la porta della casa e rimanere soli, col gioco fresco delle ombre disegnate sul muro dai mobili del nostro vivere quotidiano.
Tempo di prendere un viottolo, in campagna, e ritrovare gli alberi, le siepi, i pozzi, le realtà di un mondo che ci si è fatto ormai remoto.
Tempo di ritrovare quello spazio essenziale di silenzio che va facendosi sempre più precario.

fotografia Piero Reggio


sabato 6 luglio 2013

POI CHE LA SERA ( DIEGO VALERI 1887-1976)

POI CHE LA SERA HA INVASO LA PALLIDA STANZA,
AFFOGANDO NELLA SUA LENTA DOLCEZZA
LE NOSTRE ROTTE PAROLE DI DISPERATA SPERANZA,
I NOSTRI VOLTI SBIANCATI DI TRISTEZZA,
E LE NOSTRE ANIME, O AMORE,
GONFIE ANCORA DI LACRIME -
ECCO CHE IL NOSTRO POVERO DOLORE
HA CESSATO DI SINGHIOZZARE,
E S'E' MESSO A GUARDARE A GUARDARE
CON OCCHI DI BIMBO SMARRITO
LA FINESTRA TUTTA AZZURRA D'INFINITO...
E LE TANTE LE TANTE COSE,
GRAVI E SOAVI, OSCURE E PAUROSE,
CHE ABBIAMO DETTO POCO FA,
E LA STRETTA TREMANTE DELLE MANI,
GELIDE E ARDENTI, STANCHE E SPASIMOSE,
E LE LACRIME, LE LACRIME AMARE,
D'ADDIO DI LONTANANZA DI SCHIANTO
CHE ABBIAMO PIANTO -
TUTTO, ECCO, TUTTO E' DILEGUATO VIA,
TUTTO E' SVANITO NELL'OMBRA LEGGERA
DELLA DOLCE SERA
COLORE DI POESIA...
E NOI NON SIAMO, O AMORE MIO SANTO,
CHE DUE PICCOLE COSE SPERDUTE QUAGGIU',
CHE S'AMANO TANTO,
CHE S'AMANO SOLO -
E NON SANNO DI PIU'.

mercoledì 3 luglio 2013

LA NOTTE (Cesare Pavese)

    Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perdura una calma stupita
fatta anch'essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago
ricordare.
             
              Talvolta ritorna nel giorno
nell'immobile luce del giorno d'estate,
quel remoto stupore.

                              Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati:
vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli
dove tutte le cose del giorno,le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte
e la vita era un'altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.

                              Talvolta ritorna
nell'immobile calma del giorno il ricordo
di quel vivere assorto, nella luce stupita.

lunedì 1 luglio 2013

R. TAGORE da "Dono d'amore"

Perdonami se oggi sono impaziente, amore.
E' la mia prima pioggia estiva. La foresta,
sulle sponde del fiume, è agitata
e i rigogliosi alberi di Kadam
tentano, con i fiori profumati, il monsone che passa.
Vedi, da ogni parte il cielo è attraversato
da lampi e il vento solleva i capelli.
Se proprio oggi ti porto il mio dono,
perdonami amore.
Il mondo dei soliti giorni
è nascosto dal vapore della pioggia,
ogni lavoro è sospeso nelle case,
desolati sono i campi.
Solo gli occhi tuoi neri
lo scrosciare della pioggia
ritrova la sua melodia,
e, alla tua porta, vestito d'azzurro,
luglio aspetta che tu apra, coi gelsomini
pronti per le tue trecce.