domenica 7 luglio 2013

SOSTA D'ESTATE di A. Zarri da " Quasi una preghiera " ed. Einaudi

Pienezza dell'estate, turgida, gonfia, prima di decomporsi nelle tumefazioni livide d'autunno, quando ogni frutto è già inizio di seme e ogni maturità germe di putridume.
Le rose han dato la loro furiosa fioritura, spumeggiante sui muri di cinta dei giardini; i glicini han terminato di spiovere le loro cascate incontenibili, le piante han patinato il loro acerbo luccicore di foglia appena nata per una veste più appannata e spenta. Finita la prima violenta eruzione di germogli la terra acquista un ritmo più misurato e lento : solenne prima di farsi stanco.
Tra l'irruenza della primavera e la stanchezza dell'autunno c'è una stagione tesa, come una corda d'arpa che nessuno percuote. Silenzio meridiano del sole che intana i passi nell'ombra e spopola le strade, solitudine di un cielo, fatto bianco di luce, senza più nuvole né voli.
E' la pienezza della vita che ha una sosta, quasi per entrare in se stessa e contemplarsi.
Tempo di consapevolezza, di temporanea sosta nell'azione per meditare sui motivi profondi della vita che non è mai così fervida come quando tace e s'ascolta.
Tempo di sprangare la porta della casa e rimanere soli, col gioco fresco delle ombre disegnate sul muro dai mobili del nostro vivere quotidiano.
Tempo di prendere un viottolo, in campagna, e ritrovare gli alberi, le siepi, i pozzi, le realtà di un mondo che ci si è fatto ormai remoto.
Tempo di ritrovare quello spazio essenziale di silenzio che va facendosi sempre più precario.

fotografia Piero Reggio


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