domenica 28 giugno 2015

L ' ORCO ( LUCIANO FOLGORE)

L' orco prese una rana dal pantano
e se la pose sopra le ginocchia.
Poi disse : - Con un gesto sovrumano
farò diventar bue questa ranocchia.
Osservai : - Fallo pure se ti piace,
ma non pensar con simile prodigio
d'accrescere il prestigio del batrace ;
la rana per avere un gran prestigio
deve arrivare a diventare un bue
unicamente con le forze sue.

venerdì 19 giugno 2015

IL MEZZOGIORNO IN CAMPAGNA ( GIACOMO ZANELLA )

E' mezzodì. Sotto l'ombroso noce,
   che il gran fusto contende alla vecchiaia,
   siede il mendico, e leva la sua voce
   querula, a cui d'incontro il cane abbaia.

Dall'abituro, ove al marito cuoce
   le colte erbette, attraversando l'aia,
   vien con un pane a lui, che della croce
   lento il segno si fa, la pia massaia.

Quei pone sulle tremule ginocchia
   il picciol dono che lo farà satollo.
   Razzola intorno la gallina e crocchia ;

mentre, sostando ed allungando il collo,
   alla caduta briciola, che adocchia,
   tutto si stende e dà di becco il pollo.
 

lunedì 8 giugno 2015

ALTI PASCOLI ( GIOVANNI BERTACCHI 1869-1942)

Sul ciglio delle alture la greggia ondulata appariva,
ed eretto sovr'essa alto il pastore;
grande così sul cielo, pareva il selvaggio signore
di non so quale vagante isola viva.

Sui cigli della storia sempre così eguale s'affaccia
la greggia d'ogni età, d'ogni contrada:
sembra una stessa torma che vada nei secoli e vada,
seguendo una fedele unica traccia.

Oh, quando esse, annunciando le due ritornanti stagioni
salgono ai monti e tornano, tra in nimbi
degli odorosi velli le madri sospingono i bimbi
quasi ad un rito che li renda buoni.

E che bontà pacata quassù, dove i miti pascenti
traducon la pastura in bianche lane!
Come uno scampanio che giunga da sagre lontane,
suonano i bronzi de' quieti armenti.

Per disciplina inconscia, serbata nei tempi e negli usi,
sfilan le mucche lentamente a sera,
e le accompagna in lunghe cadenze d'antica preghiera
quel tremolar di tintinni diffusi.

La terra travagliata che giù nell'aperta pianura
riferve al solleone e s'affatica;
su cui negli arsi piani si curva e s'indugia l'antica
opera umana al par d'una sventura,

quassù tutta si stende ne' verdi ristori e produce
spontanee messi in fertili riposi,
e canta a salmi d'acque pregando pe' suoi dolorosi,
purificata nella tersa luce.

Qui fra la terra e l'uomo non è che quest'opera viva
che si compie pascendo, al forte clima;
vicino ad esso e sempre ai primi elementi, alla prima
flora del suolo e all'acqua di sorgiva.

Poeta, hai tu saputo stancarti, salendo alle nevi
e discendendo per le vie dirotte?
Poeta, è questo il premio : dormir sul fieno una notte
e risvegliarti nel mattin degli evi!

mercoledì 3 giugno 2015

PIETRE E FIORI ( ADA NEGRI)

Pochi metri di terra
fra l'abside del tempio di San Luca
e la casetta scura
del sagrestano. Mani poverelle
han qui raccolto
dovizia umile e lieta
d'arbusti e fiori, in casse, in orci, in vasi
di coccio. L'oleandro
rosa s'abbraccia al bianco ed al vermiglio,
e l'amaranto delle cinerarie
all'avvampare dei gerani : il misto
vibrar de' bei colori ombre più fosche
dona alle pietre, e nel contrasto ride.
Dolce dev'esser qui l'ultimo raggio
del sole a sghembo sul mattone antico
ove, nei fori, dormono i colombi
gonfi d'amore : dolce
nella sera di maggio
piena di caldi soffi e di fragranze
starsi sull'uscio, al buio, ad ascoltare
il chioccolare delle fontanelle
vicine - ed il silenzio
delle lontane stelle.