giovedì 9 febbraio 2012

CHI NON CONOSCE UNO COSI'? : L'INTENDITORE DI BICICLETTE (JEROME K. JEROME) ultima parte

Ne trovammo undici. Ne fissammo sei da un lato e cinque dall'altro, e mezz'ora più tardi la ruota era di nuovo a posto. E' inutile aggiungere che ora ballava veramente; anche un bambino l'avrebbe visto. Ebbson disse che per il momento essa poteva andare. Anche lui pareva si fosse stancato. Se l'avessi lasciato fare, scommetto che a quel punto se ne sarebbe andato a casa. Io invece, allora, ero risoluto a farlo fermare e finire; avevo abbandonato ogni pensiero di gita. L'orgoglio che avevo della macchina m'era stato soffocato da lui. La mia sola speranza consisteva ora nel veder l'amico graffiarsi, pigliarsi degli urti, sentirsi pizzicare alle mani. Ravvivai i suoi cadenti spiriti con un bicchiere di birra e qualche lode giudiziosa e dissi: "Osservarvi lavorare m'è di grande soddisfazione. Non solo m'affascina la vostra abilità, la vostra destrezza, ma mi fa bene la vostra lieta fiducia in voi stesso, la vostra inesplicabile speranza".
Così incoraggiato, si mise al lavoro per fissare il carter. Egli stava con la bicicletta rivolta verso la casa, e lavorava dal lato esterno. Poi si mise verso un albero, e lavorò dall'altro lato. Poi tenni io la bicicletta, mentre lui se ne stava a terra con la testa fra le ruote, e lavorava di sotto, versandosi dell'olio addosso. Poi mi tolse la macchina, e vi si stese di traverso come un basto, ma perse l'equilibrio e scivolò a testa in giù. Disse tre volte: " Grazie al cielo, finalmente va bene" E disse due volte: "No, maledizione, non ancora"
Cerco di dimenticare ciò che disse la terza volta. Poi montò in bestia e si provò a maltrattare la macchina. La bicicletta, fui lieto di vederlo, mostrò dello spirito; e le azioni susseguenti degenerarono in poco meno di una mischia fra lui e la macchina. Un momento la bicicletta voleva essere sul viale di ghiaia, e lui a cavallo della bicicletta poi la posizione veniva rovesciata... lui sul viale di ghiaia e la bicicletta su di lui. Poi lui steso di sopra, acceso dalla vittoria, con la bicicletta saldamente inforcata fra le gambe. Un trionfo di breve durata. Con un improvviso rapido movimento, la bicicletta si liberò, voltandosi su di lui e picchiandolo vivamente in testa con un manubrio.All'una meno un quarto, sudicio e rabbuffato, ferito e sanguinante, egli disse:" Credo che vada" - e si levò asciugandosi la fronte.
La bicicletta aveva l'aspetto anch'essa di averne abbastanza. Quale dei due fosse più punito sarebbe stato difficile dire. Io lo condussi nella retrocucina, dove in quanto fu possibile senza soda e strumenti adatti, lo feci ripulire e lo rimandai a casa.
Misi la bicicletta in una vettura e la portai dal meccanico più vicino. Il capo dell'officina s'avvicinò a guardarla:"Che volete che faccia con questo macinino?"- mi disse.
"Che lo ripariate fin dove è possibile " -dissi.
" E' troppo malandato - disse - ma farò del mio meglio."
Egli fece del suo meglio, e lo fece ammontare a due sterline e mezzo. Ma non era più la stessa macchina; e alla fine della stagione la lasciai nelle mani di un rigattiere perchè me la vendesse. Io non volevo ingannare nessuno; e avvertii il rigattiere di dire che era una macchina dell'anno scorso. Il rigattiere mi consigliò di non menzionare alcuna data. Disse:"In questa faccenda non si tratta di ciò che è vero e di ciò che non è vero: si tratta di ciò che si può far credere alla gente: Ora, detto fra noi, non pare che sia dell'anno scorso: per quanto riguarda l'aspetto potrebbe avere dieci anni. Non diremo nulla della data, cercheremo di cavarne quel che si potrà."
Lasciai fare a lui, ed egli ne fece cinque sterline, dicendomi che era molto più di quanto aveva sperato.


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