lunedì 12 ottobre 2015

SGOMBERO ( FRANCESCO GAETA 1881-1927 )

Sì, vi lascio, vecchie mura,
dove un po' del cuore mio
con un tenero desio
attaccato resterà.

E vi lascio che ancor dura
primavera, tra la festa
de le rondini e la mesta
vespertina chiarità.

Dunque addio, se il dì tramonta,
focolare ove, farfalla
su la tua parete gialla,
un estremo raggio muor ;

carte a fiori, ove l'impronta
d'ogni quadro antico e noto
mette un suo parlante vuoto,
che non sa sbiadirsi ancor;

vacue camere, onde il passo
sveglia insoliti rimbombi ;
tetti erbosi ove i colombi
riposavano dal vol ;

e tu ancora, che dal sasso
esci, trepida lucerta,
a la loggia ormai deserta
che d'asfalto odora al sol.

Or, se qui svolga la vita
senza me le sue vicende,
altra casa non m'attende
non mi chiama, aprica a se' ?

Ma una parte ahimè svanita
dei miei giorni è qui sepolta.
Vecchie mura, qualche volta
ricordatevi di me.

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