martedì 14 febbraio 2012

la camera da letto di Robert de Montesquiou nel palazzo paterno sul Quai d'Orsay da "Torri d'avorio " di G. Scaraffia ed Excelsior 1881

Due porte a riquadri, i vetri vergati da massime incorniciati da montanti dorati, lasciavano intravedere altre due stanze. La prima, la camera da letto, era foderata di un raso malva di diverse tonalità decrescenti. In una cornice laccata lilla si stagliava, su un vasto "kakemono"un lungo grappolo di glicine. Sul tappeto viola cupo una chimera, costruita con frammenti di legni scolpiti cinesi, faceva da letto. Dagli sportelli degli antichi armadi affioravano i fastosi gilè del dandy. Solo la toeletta "rinunciava ai simboli," limitandosi ad esporre in eleganti vetrine calze e cravatte, disposte, gli pareva, come elzeviri in una lussuosa biblioteca. Ovunque s'allungavano languidamente pittoreschi chimoni, sontuose pianete e abiti settecenteschi ricamati.Lo slancio stravagante del poeta s'attenuò con il passare degli anni e il consolidarsi della fama letteraria e mondana. "L'arredamento - proclamava - è uno stato d'animo"Quando Edmond de Goncourt visitò, nel 1891, la successiva dimora in rue Franklin, a Passy, il gusto dell'esteta era profondamente mutato. Devoto al Settecento, il diarista inorridì di fronte alla schiera di mobili Impero, arditamente mescolati alle acqueforti di Whistler e ai ritratti di famiglia. Era rimasto impressionato dal bagno, in cui il fiore preferito dal conte, l'ortensia, si ripeteva infinite volte nei più svariati materiali, nelle plastiche interpretazioni di Gallè.Un gigantesco vassoio persiano smaltato, affiancato da un immane bollitore di rame cesellato dell'Estremo Oriente, fungeva da vasca. Le tenere sfumature pastello delle molteplici cravatte occupavano una squisita vetrina, sormontata da una fotografia "un pò pederastica" di un celebre atleta in calzamaglia.

***

I suoi libri venivano pubblicati su rare carte giapponesi. Pipistrelli volavano nella filigrana dell'omonimo libro, stampato nel 1893 in seicento esemplari. Sulla rilegatura di seta azzurra, tra la luna e le stelle, svolazzavano stormi di pipistrelli. "Tutto quel che è utile "proclamava fieramente il conte " è brutto".Nello stesso anno si poteva ammirare all'esposizione dello Champ-de-Mars un inedito comò, fabbricato da Emile Gllè su disegni del dandy. Octave Mirbeau osservò le pallide ortensie blu diramarsi dolcemente tra gli ori spenti fino al piano di marmo rosa incrostato di foglie di bronzo "rubate a qualche autunno giapponese". Montesquiou, notò, sapeva infondere a tutto quel che l'attorniava una nota di stranezzaa quintessenziale: " Ha la passione dell'unico".

Nessun commento:

Posta un commento