martedì 31 luglio 2012

I RICEVIMENTI da "La vita quotidiana a Parigi ai tempi del Re Sole" di Jacques Wilhelm

...A tavola, imbandita in un'anticamera - poichè la sala da pranzo riservata a quest'uso esclusivo era ancora una rarissima eccezione - il maggiordomo presiedeva al servizio, con la spada al fianco nelle case principesche o ducali, dove a volte questo ruolo era svolto da qualche nobiluccio. Furetière fa notare, nel 1690, che " il lusso è diventato così grande che vi sono borghesi che hanno maggiordomi". Tutt'intorno si aggiravano i lacchè. Il pranzo si serviva verso mezzogiorno, la cena verso le sei. Questi pasti - abbondantissimi, poichè allora se c'erano i mezzi si mangiava parecchio - comprendevano carne in abbondanza, pesce il venerdì e negli altri giorni comandati, pochi legumi e un pò di frutta. Audiger, nella già citata Maison régléè, valuta che alla fine del secolo, presso un gran signore, "perchè nessuno si lagni e tutti siano soddisfatti", ci vuole una libbra e mezzo di carne al giorno a testa, "inclusi i brodi, i sughi,i concentrati e le portate di carne bovina, equina o suina per la tavola del padrone" . Lo stesso autore ci dice che la carne bovina, equina o suina costava all'epoca cinque soldi alla libbra.Ma nel menù consigliato da Audiger per un desco di dodici persone - normale in un grande casato - il primo piatto del pranzo era composto da una minestra, che è un piatto di carne bollita, insieme a quattro piatti di entréè e a due di antipasti, che erano poi salcicce, torte di piccione e di pernice, pollo in galantina o quaglie a seconda della stagione, con cui si poteva placare l'appetito in attesa del secondo. Questo si componeva di un piatto grande e due piccoli di arrosto e di due piatti di portate intermedie, che sono poi cacciagione, uccelli, orecchie di porco, testicoli di vari animali, uova, cardi, carciofi, gelatine e carni bianche. La terza portata consisteva in un gran piatto di frutta e di quattro composte.
.....
Non ci sono bicchieri in tavola.Se si vuole bere si fa segno a un lacchè che vi porta dalla credenza un bicchiere già pieno. Un dato curioso: il vino va bevuto "d'un fiato". Lasciarne nel bicchiere non sta bene. Così come pure ci si asterrà dal mettere della frutta in una salvietta o in tasca per portarsela via. Come si vede, i costumi vanno ancora educati, visto che si devono ricordare queste regole in un libro destinato alle classi più elevate della società.



1 commento: