lunedì 30 luglio 2012

IL PRATO (ADA NEGRI)

C'era un prato: con folte erbe, frammiste
a bianchi fiori, e gialli, e violetti;
e fra esse un brusio di mille piccole
vite felici; e se sull'erbe e i fiori
spirava il vento, con piegar di steli
tutto il prato nel sol trascolorava.
Io pur, tuffando i piè leggeri in quella
freschezza, e piena l'anima di fonti
canore, io pur trascoloravo al vento
che non sapea s'io fossi stelo o donna. E volavan farfalle, uguali a petali
sciolti dai gambi; e si perdean rapiti
i miei pensieri in quell'area danza
ove l'ala era il fiore e il fiore l'ala.

Ma dov'era quel prato? Non so più.
E quel vento soave, che scendea
sull'erbe folte e le corolle, a renderle
curve e beate, e me con loro, in quale
tempo io dunque l'intesi? Non so più.
Fu un sogno, forse.E che mai altro, o vita,
chiedere a te dovrei? Vita perduta,
nella tua verità non sei che un sogno.



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