venerdì 24 febbraio 2012

avevo una città

Avevo una città
l'amavo
potevo
morire tranquillo
in qualunque momento
per le vie
nelle piazze
in qualche vicolo
senza affanno
piano.
Le campane
avrebbero suonato
lenti rintocchi
come per mio padre
mia madre
nella stessa chiesa
dove fui battezzato
e sposo.
No!
Non posso morire così
ora
in questa città.
Aspetta morte
che le strade e i vicoli
conoscano i miei passi
che albe
e tramonti
estati
e inverni
scavino ricordi.
Aspetta
aspetta la mia nuova storia
morte.

Nessun commento:

Posta un commento