mercoledì 8 aprile 2015

LE GEMME DEL GLICINE (ADA NEGRI)

Ti ringrazio, Signore, per le gemme
del glicine, tornate col ritorno
d'aprile : sì leggiadre, che mirarle
è come dire, a voce bassa, un 'Ave.
Son delicati involucri, di seta
smorta, fra il grigio e l'ametista, sparsi
d'un polverio d'argento, che mi resta
sulle dita, se pur lievi li tocchi.
Crisalidi leggere, in sé ravvolto
portano, chiuso ancor nel sonno, il grappo
che il sole e, più, la maturante pioggia
di giorno in giorno scioglierà dal velo.
E sarà allora un pendere di spessi
corimbi dai bei chicchi violetti
pregni d'aroma dolciamaro ; e un sordo
ronzio di pecchie ricercanti il nettare
nella polpa succosa ; e in me beato
languor di sogni all'ombra della pergola
quando nel maggio è già sì caldo il sole.
La bambina che un dì fu la sorella
di queste esili gemme, e in sé ravvolta
contenne tutta la mia densa vita,
alla memoria or può senza dolore
tornarmi. E d'esser finalmente sciolta
dal rimpianto di me, fatta novella,
ti ringrazio, Signore.

Nessun commento:

Posta un commento