lunedì 29 aprile 2013

DELLA VESPA INVECE NIENTE di A. Zarri da "quasi una preghiera"ed. Einaudi

Dal vetro della mia finestra, davanti alla macchina da scrivere, una vespa ha iniziato a costruire la sua casa. Naturalmente è dalla parte esterna, e io posso osservarla, al sicuro dal suo pungiglione.
Come, Signore, tu sai bene, è una casa a più vani, con piccole cellette esagonali, come quelle delle più miti e dolci api. Ma questa è una discriminazione che facciamo noi uomini, in base a un calcolo utilitario; perché alle api rubiamo cera e miele e le vespe, invece, non producono nulla che possa ingolosirci, ma solo punture dolorose (ma le stesse api non sono da meno, se vengono disturbate; e se, invece , sono lasciate in pace, neanche le vespe pungono):
Le api vengono ricordate più volte anche nella liturgia, per via della cera che forniscono ai ceri; e nell'Antico Testamento si dice, della terra promessa, che vi scorre latte e miele.
Della vespa invece niente: niente miele, niente cera, niente testi profetici e niente liturgia. Eppure non credo che sia guardata con meno amore da te che hai programmato tutto il mondo con le piante e le bestie; e non solo le piante "utili": le dolci fragole, le tenere insalate, i pomodori turgidi e polposi da portare sul tavolo, ma anche le piante "inutili": le ortiche pungenti, i rovi spinosi, le infestanti che togliamo dall'orto, in base a un'altra discriminazione che oggi però la cultura biologica sta mettendo in crisi.
E anche le bestie, tutte hai voluto e amato: non solo l'amico e un po' servile cane, il timido commestibile coniglio delle nostre stalle, il  micio che ronfa sulle sedie e sulle nostre ginocchia: non solo la laboriosa formica, ma anche l'imprevidente cicala, che spende il tempo nel canto fidandosi poi della tua provvidenza.
Ed io vorrei oggi pregarti per queste bestie improduttive, per queste bestie "inutili" e "cattive" che spesso sono buonissime ma che abbiamo caricato di simboli negativi, come la cicala, la civetta e il gatto nero; e invece il bianco, il grigio, il tigrato può attraversare tranquillamente la strada, senza bisogno, da parte nostra, di scongiuri. Per tutte, mio Dio, vorrei pregarti, perché tutte sono utili e buone ( e anche qui l'ecologia ha messo in crisi le nostre distinzioni).
...
E se dobbiamo avere un riguardo speciale per gli emarginati e gli ultimi del mondo, anche per queste bestie bistrattate dobbiamo avere misericordia, e non schiacciare il lombrico sotto i piedi. Ci son già troppe occasioni inevitabili di morte senza che ne aggiungiamo di volontarie. E se è dolorosamente necessario abbattere il cane idrofobo non è davvero necessario uccidere la mosca o la formica. Nemmeno il filo d'erba va strappato, ma soltanto falciato, quand'è l'ora; e gli alberi potati al tempo giusto, con cesoie affilate, per evitare lacerazioni dolorose.

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