martedì 17 luglio 2012

riflessioni sul cucinare da "Un eremo non è un guscio di lumaca " di A. Zarri

Il luogo giusto per mangiare è la cucina: il più funzionale e ricco di poesia; ove il cibo non giunge, quasi sterilizzato e sradicato dalla sua preparazione, ma lo si prende direttamente dai forni, dai fornelli , dalla brace; e dove il profumo delle vivande cucinate è l'odore giusto, non vergognoso, ma appetitoso, vitale, pieno di umori e di significati. E il mangiare, in quest'amalgama di odori e sapori e abilità culinaria, è un porsi in comunione con le cose: la carne dell'animale, passata al fuoco e aromatizzata col rosmarino dell'orto, l'uovo preso dal nido, il frutto colto dall'albero: è tutta materia e vita, al servizio della vita. Certo per coglier la bellezza delle cose e dei processi che le modificano, le rigenerano e le pongono al nostro servizio, occorre un occhio attento e amoroso; e una grande riserva di stupore. Ma se riusciamo a ricreare questa verginità di sguardo, allora ogni lavoro ha il suo sapore, il suo gusto, la sua materia da plasmare con la mente, la fantasia, le mani; è un continuo dialogo col mondo, condotto dal suo interno: un sentirci noi stessi mondo, materia, cose, proporzioni, bellezza, armonia cosmica, amore di Dio "fatto".



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