giovedì 22 dicembre 2011

Il girotondo dei dodici fratelli (Diego Valeri) una vecchia filastrocca che piaceva alla nonna

Giro tondo, giro tondo!
Quanti sono?...Una dozzina.
La farandola mulina
senza posa intorno al mondo.

Quello lì che a stento arranca
tetro, livido, ingrugnato,
striminzito, infagottato
nella sua mantella bianca,

è Gennaio, il primogenito
della bella fratellanza;
a ogni passo della danza,
batte i denti e manda un gemito

Tien per mano il più piccino
della schiera e il più furbetto:
Febbrarin carnevaletto,
detto pure il Ventottino.

(Lo vedete quant'è buffo
nel vestito d'Arlecchino,
lo vedete il birichino
come ride sotto il ciuffo?)

Un sentore di viole...
ecco Marzo pazzerello,
piedi nudi e giubberello,
ricci al vento e viso al sole.

E' una gioia rivederlo
e, se a tratti si fa mesto,
pur si rasserena presto,
e fischietta come un merlo.

Si trascina appresso un bimbo
dolce, pallido, gentile:
Pratolino, ovvero Aprile,
che di foglie al capo ha un nimbo.

Bello e caro quel biondino!
Ma più bello e più lucente,
ma più caro e più ridente,
questo qui che gli è vicino.

Maggio, eterno amor del mondo,
per guardarti, per goderti,
si vorrebbe trattenerti,
arrestando il girotondo.

Lascia almeno che odoriamo
le tue rose inebrianti;
benedici tutti quanto
con quel tuo fiorito ramo!

Sei già andato! Ecco al tuo posto
sopraggiungere i fratelli
tuoi più simili, i gemelli
buoni: Giugno, Luglio, Agosto.


Sono nudi come l'aria,
ma ciascuno porta un suo fregio,
l'uno un ramo di ciliegio
che di frutti ondeggia e svaria,

il secondo ghirlandette
di papaveri fiammanti,
spighe il terzo barbaglianti,
in manipolo costrette.

Bravi e validi figlioli,
rosolati al solleone;
saltan come in un trescone,
di gagliardi campagnoli.

Ma quest'altro, avviluppato
dentro un nuvolo di veli
azzurrini come i cieli,
è un fanciullo delicato.

E' Settembre occhi di sogno,
cuore di malinconia:
spande intorno una malia
c'ha il profumo del cotogno...

Malinconica non pare
quella faccia rubiconda
che vien dopo; ed è gioconda
la canzon ch'odo cantare:

"Sangue chiaro e cuore fosco
dà la vigna;e noi beviamo
l'uno e l'altro, e salvi siamo!"
Matto Ottobre, ti conosco!...

Ahi, quei due che vengon ora
- musi lunghi, brutta cera
da ammalati, veste nera -
ci predicon la malora!

Tien Novembre un ramo secco
all'occhiello del gabbano
e Dicembre nella mano
più non reca che uno stecco.

Nei tasconi del lor saio
portan freddo e amare pene...
Ma vedete ora chi viene!
Di bel nuovo è qui Gennaio...


Giro tondo, giro tondo.
Sono dodici ragazzi,
buoni e tristi, savi e pazzi;
e nel mezzo è il vecchio mondo.

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