sabato 30 luglio 2011

L'ABITAZIONE DI BAUDELAIRE ALL'HOTEL PIMODAN, 17 QUAI D'ANJOU ILE SAINT LOUIS DA "LA FOLIE BAUDELAIRE " DI ROBERTO CALASSO ED. ADELPHI

All'hotel Pimodan, Baudelaire abitava in tre stanze a cui si accedeva da una scala di servizio.Lo studio dava sulla Senna. Banville dichiarò una volta " di non aver mai visto una casa che somigliasse di più al suo proprietario". Alle pareti una carta lucida a fiorami rossi e neri. Tende di damasco vecchio. Litografie di Delacroix. I mobili, scarsi e imponenti. Un grande tavolo ovale, di noce. Non c'era una biblioteca nè si vedevano libri in giro. Stavano tutti chiusi in un armadio, orizzontali, accanto a qualche bottiglia di vino. Un grande  letto di quercia, senza piedi o colonnine, ricordava un sarcofago monumentale. Lo studio ( e camera da letto) era "illuminato da una sola finestra i cui vetri, fino ai penultimi inclusi, erano smerigliati, "per non vedere altro che il cielo" diceva".
Bastava scendere al piano nobile e ci si trovava nel "club degli Hashishini(la formula venne divulgata da Gautier, che era uno di loro).L'hotel Pimodan era una meraviglia trascurata, "una tomba dorata in fondo alla vecchia Parigi", quando Roger de Beauvoir, fondatore del club, lo affittò. Miasmi nauseabondi si spandevano dai locali di un tintore al pianterreno. L'erba cresceva fra le lastre del cortile. Ma dalla scala di destra, passando attraverso una porta di velluto verde stinto, si accedeva a un antro di delizie. Un superbo salone, un boudoir, una camera da letto. Tutto era affumicato , per gli anni e per l'incuria, ma tutto era un incanto. Stucchi, rilievi di pietra, due Hubert Robert, una tribuna per musicanti nel salone, in una nicchia sospesa. La decorazione invadeva ogni angolo, come una vegetazione tropicale. E si lasciava interrompere soltanto da qualche specchio di Boemia , che la moltiplicava. Sul soffitto : Amore vince il Tempo, Ninfe inseguite da Satiri fra le canne. Cifre, putti, levrieri, fogliame spiralato. Nel boudoir si riunivano gli hashishini. Nessuno sfondo poteva essere più adatto perchè l'occhio vi si perdesse e dimenticasse, aiutato dal  dawamesk, sotto specie di un pò di " confettura verdastra, grande pressapoco come il pollice".Gautier osservò come "il tempo , che scorre così veloce, sembrava non essere passato su quella casa e, come una pendola che ci si è dimenticati di caricare, le sue lancette segnavano sempre la stessa data".

hotel Lauzun o Pimodan

2 commenti:

  1. Sembra che tutto il decadentismo abbia avuto come inizio involontario questo hotel, arredato con icone disegnate da Oudry, un artista favorito di Luigi XV. Il problema è che di queste belle immagini che ci immaginiamo, esistono ancora prove?

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  2. L'hotel De Lauzun conserva ancora oggi i suoi ricchi arredi, è di proprietà della città di Parigi e nel 2011 era chiuso al pubblico.

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