sabato 7 maggio 2011

LA VITA DIFFICILE DEGLI IMPRESSIONISTI (DAL LIBRO "VORTICI DI GLORIA" DI IRVING STONE ED TEA-DUE)

... Nel 1867 venne annunciato che Napoleone III avrebbe messo in scena un'altra Esposizione Universale,persino più grande di quella che Camille (Pissarro) aveva visitato al suo arrivo a Parigi dodici anni prima. con una vasta area a disposizione, la giuria sarebbe stata costretta ad esporre più opere degli artisti che bussavano così insistentemente alla sua porta sbarrata.Si lasciarono andare all'ottimismo. .......Pissarro, Monet, Cezanne, Sisley, Whistler, di nuovo a Parigi per la stagione, Renoir, Degas, Bazille, Guillemet, Guillaumin, selezionarono le loro tele migliori. A quanti si trovavano intorno ai due tavoli del Cafè Guerbois si aggiunsero il critico e scultore Zacharie Astruc; i romanzieri Emile Zola e Leon Claudel; i critici Duranty e Armand Silvestre; gli incisori Bracquemond e Costantin Guys; il collezionista Theodore Duret, di ricca famiglia, prospero commerciante di brandy e dall'occhio straordinariamente acuto.Formavano un solido fronte contro un mondo che era divenuto troppo indifferente per essere ostile. Camille apprezzava la sua posizione sicura nell'ambito del gruppo.Poi, invece di accettare più artisti dato il carattere internazionale dell'esposizione, la giuria decise di essere ultraprudente e ne scelse meno. Furono selezionati soltanto il ritratto eseguito da Fantin-Latour di Edoard Manet e "Al piano" di Whistler.Evidentemente i giudici si preoccupavano che i visitatori avessero l'impressione di una Francia solida, equilibrata e rispettabile, e ciò nella convinzione che qualora il Salon avesse esposto uno qualsiasi dei suoi "stravaganti" pittori, gli stranieri avrebbero pensato che il paese fosse divenuto inaffidabile, e magari si sarebbero rifiutati di acquistare le nuove macchine in mostra al Palais de l'Industrie.


Al piano  Whistler

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