domenica 17 aprile 2011

UNA RAGAZZA DA TIFFANY DI SUSAN VREELAND ED NERI POZZA

LO STUDIO DI LOUIS TIFFANY:
....un vestibolo con una maestosa porta di legno, che a detta del padrone di casa proveniva da Ahmadabad:in effetti era degna del palazzo di un maragià! Guardando in alto si aveva l'impressione che la stanza si perdesse senza soluzione di continuità nel cielo notturno. "Non c'è soffitto..."mormorai. "Sì che c'è,ma è alto quindici metri"spiegò il signor Tiffany. Dall'oscurità sbucavano globi di vetro soffiato e grandi lampade di foggia medievale,appese a catene di diverse lunghezze.Non catene qualunque,ovviamente,bensì abbellite da piccole sculture in metallo: elefantini, campanelle, pavoni e figure femminili.Le luci variopinte delle lampade illuminavano i tappeti persiani, le pelli di tigre sulle ottomane e i divani di velluto dalle tinte scure, creando un'atmosfera tanto sfarzosa da risultare quasi opprimente.Al centro della stanza un enorme camino rastremato si librava nell'oscurità. La base allargata ospitava ben quattro focolari simili a caverne scavate nel granito- ognuno rivolto in una direzione diversa- dai quali proveniva una luce temolante, insieme a un gradevole tepore e agli effluvi di una qualche essenza aromatica.


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