venerdì 1 aprile 2011

da "Un eremo non è un guscio di lumaca" A. Zarri ed Einaudi

....Con la primavera comincia il lavoro dei campi e cambia il ritmo della vita.Gli orari di levata e di riposo sono gli stessi ma, al loro interno, cambia la disposizione dei lavori. E c'è , in questo cambiare, un valore di ascolto, di accettazione: come un modellarsi, attento e docile, sulla stagione che ci fa aderire più intimamente alla vita, con i suoi ritmi e i suoi tempi, un impastarci più denso con la terra, le erbe, la luce, il sole, le cose: un atteggiamento contemplativo che è come l'orizzonte remoto della preghiera vera e propria. Ritengo che la disposizione essenziale della preghiera sia l'accoglienza; ma l'accoglienza non è un atteggiamento che si improvvisa: ha radici lontane in tutto un mondo di essere e di sentire. Aprirsi, con amorosa attenzione alle cose, è già una forma di accoglienza; disporsi all'attesa della primavera, aspettare i germogli, le erbe, i profumi della terra, è già una forma di accoglienza.La rinnovata meraviglia per il miracolo del mondo che si rinnova ad ogni stagione è già un inizio di quello stupore religioso che ci prende, al cospetto di Dio.Ecco quindi l'aprirsi alle cose, con tutti i pori spalancati a ricevere i messaggi della terra, che può farsi sostanza di preghiera;poichè le cose sono una sorta di sacramento di Dio.Allora, per chi ne abbia possibilità, fare un piccolo giro mattutino per sorvegliare i germogli, seguire il loro sviluppo, sorprendere il primo bocciolo nascosto, sarà un preludio alla preghiera forse più utile delle "composizioni di luogo" ignaziane.Mentre scrivo è prima mattina e il sole,finalmente tornato dopo mesi di esilio, sta asciugando la rugiada.Fra poco scenderò, calzerò un paio di stivali per camminare sull'erba bagnata, e andrò a fare il mio giro nell'orto:un giro gratuito che poi, per strada, trova anche una sua non programmata utilità. Perchè qua troverò un'erbaccia da togliere, là una dorifora da eliminare, là ancora un germoglio caduto da sostenere con una legatura....E' la vita che rompe la crosta della terra per farsi la sua strada verso l'aria e la luce (e a volte ci sarà anche bisogno di aiutarla e spezzare la crosta indurita per aprire un varco al germoglio...)Che le sensibilità un pò sacrali mi perdonino ma una visita all'orto è un pò come una visita in cappella: un incontro.Con le cose e con Dio.E in un primo tempo l'incontro con le cose può prepararci,o conseguire all'incontro con Dio; poi diventa quasi la stessa esperienza........

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