domenica 28 settembre 2014

PIOGGIA D'AUTUNNO ( ADA NEGRI) ... come erano diverse le stagioni...

Stanotte udii, fra veglia e sonno, un canto
lieve, sommesso, e pur vasto siccome
il vasto mondo ; e mi parea nel sogno
di navigar in barca senza remi
su grigio mare, dentro un vel di pioggia.
Era la pioggia, sì ; ma sovra un mare
di fronde, mormoranti di felice
ristoro, nelle tenebre ; la prima
pioggia d'Autunno , dopo un'arsa Estate
tutta febbre di sole ; e or s'ostina
nell'alba smorta , ed ogni albero piange
che la riceve. Ma quel pianto è riso,
profondo, inestinguibile : di donna
che troppo attese, ed or non sa se gioia
o dolore è l'amplesso che l'avvolge.
Vorrei, pioggia d'Autunno, esser foglia
che s'imbeve di te sin nelle fibre
che l'uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo ; e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e sì gran sete plachi.
So che annunci l'Inverno : che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine , e al fango andrà commista ;
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a Primavera.
Vorrei, pioggia d' Autunno, essere foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.

domenica 21 settembre 2014

ARANO ( Giovanni Pascoli)

Al campo dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,

arano : a lente grida uno le lente
vacche spinge ; altri semina ; un ribatte
le porche con sua marra paziente:

ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso . nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinno come d'oro.

lunedì 15 settembre 2014

PRATERIE CELESTI ( Sibe Milicic )

   Un agnello bianco, piccolo,
va saltando per il cielo ;
gioca e chiede :
 - Dove è tutto, il grande gregge,
dove è andato, s'è perduto?

Non è quello un agnellino,
ma una nube vagabonda
una bianca nuvoletta.

Dalla vasta prateria
un fanciullo la contempla;
s'è smarrito.
A lei tende la sua mano
per portarla fra le braccia.

Non è quegli un fanciullino,
ma è un'anima
che di poco sa inebriarsi.



domenica 7 settembre 2014

IL CANTO DEL GALLO ( Angiolo Silvio Novaro)

   Quando al poggiolo appaia
l'aurora mattiniera,
il gallo, che su l'aia
dormì la notte nera,
si sveglia e canta : - E' qui -

   E l'ode il carrettiere,
e mette al mulo i fiocchi,
mette le sonagliere,
e via con alti schiocchi
verso il fiammante dì ;

   e l'ode la massaia,
l'inno del gallo roco,
e balza in piedi gaia,
e getta legne al foco,
occhiate al rosso ciel;

   e l'ode la fanciulla,
e lavasi alla secchia,
e intanto si trastulla
con l'acqua che la specchia
nel tremulo suo vel;

   ma il bimbo no, non l'ode ;
e invano canta il gallo,
mentre l'aurora gode
tingere di corallo
il ciel che argenteo fu.

   Il bimbo no! Ci vuole
la mamma che lo svegli,
che gli soffi parole
d'amore tra i capelli ;
che : - Su - gli dica - su,
nel nome di Gesù ! -