domenica 10 agosto 2014

PRESAGIO DI TEMPORALE (Alessandro Manzoni)

La nebbia s'era a poco a poco addensata e accavallata in nuvoloni che, rabbuiandosi sempre più, davano idea d'un annottar tempestoso; se non che verso il mezzo di quel cielo cupo e abbassato, traspariva, come da un fitto velo, la sfera del sole, pallida, che spargeva intorno a sé un barlume fioco o sfumato, e pioveva un calore morto e pesante. Ogni tanto si sentiva un borbottar di tuoni, profondo, come tronco, irresoluto ; né, tendendo l'orecchio, avreste saputo distinguere da che parte venisse ; o avreste potuto crederlo un correr lontano di carri, che si fermassero improvvisamente. Non si vedeva, nelle campagne intorno, moversi un ramo d'albero, né un uccello andarvisi a posare, o staccarsene : solo la rondine, comparendo subitamente di sopra il tetto del recinto, sdrucciolava in giù con l'ali tese, come per rasentare il terreno del campo ; ma sbigottita da quel brulichio, risaliva rapidamente e fuggiva.

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