venerdì 23 novembre 2012

LA FIERA DI SAINT-LAURENT di Jacques Wilhelm da "L a vita quotidiana a Parigi ai tempi del re Sole"

La fiera di Saint-Laurent disponeva, nel XVII secolo, di un recinto stabile in rue du Faubourg Saint-Denis, quasi di fronte alla missione di Saint-Lazare, a cui apparteneva. I frati avevano costruito nel recinto botteghe e chiostri che affittavano ai mercanti, i quali godevano lì di esenzioni dalle imposte e di libertà di commercio. Pur non essendo frequentata dallo stesso pubblico elegante della fiera di Saint-Germain, essa attirava tuttavia parecchia gente di tutte le condizioni sociali nei suoi due mesi di apertura dopo la festa del santo. Accanto alla ceramica e al vetro vi si trovavano anche curiosità di valore e in particolare porcellane "provenienti da tutte le parti del mondo, con costi enormi."
I visitatori potevano trovarvi ogni tipo di spettacolini ricreativi. Burattini di quattro piedi di altezza vi recitavano opere, ma Lulli naturalmente, approfittando della sua concessione in esclusiva, riuscì a farli sopprimere nel 1678. I comici stranieri, non avendo il diritto di esprimersi in francese, inventeranno le "opere in gergo inventato", in cui le parole, trasformate in uno strano "sabir" (lingua franca, parlata nel Levante e in Algeria), rimanevano però comprensibili, e le "opere con frasi scritte su cartelli", dove la battute riportate a grandi lettere erano presentate al pubblico al momento opportuno. Nel 1678 la compagnia otteneva dall'Accademia di musica e danza, tramite il versamento di una grossa somma, il riconoscimento del diritto di presentare piccoli pezzi mescolati a canzoni. Ma gli attori della Comédie-Francaise intervennero a loro volta e si dovette ritornare alle marionette.

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