giovedì 27 ottobre 2011

Nel 1906 il premio Nobel per la letteratura fu assegnato per la terza volta a un poeta: Giouse Carducci.

La candidatura di Giosue Carducci fu ostacolata dal suo essere repubblicano, anticlericale e razionalista, troppo provocatorio per gli aspiranti al Nobel. Si fece perciò leva  sul valore più semplicemente "umano" della sua opera, sottolineando l'onestà e la fierezza , l'assenza di vanità e di cupidigia del poeta . Il premio gli fu conferito il 10 dicembre a Bologna direttamente nella sua casa per le ormai  precarie condizioni di salute, dall'ambasciatore svedese, il barone De Bildt. Il maestro si spense il 16 febbraio 1907.


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Dalle lettere : Bologna 19 aprile 1861..
La poesia, cara signora e amica, la poesia fugge inorridita dinanzi alle critiche, alle citazioni, alle rassegne, ai commentarii, alle varianti, alle prove di stampa: fra questi sterpi veggo inaridire quel piccolo filo dè miei verdi anni che querulo e nascosto scorreva verso l'oceano dell'oblio. Ormai, addio alle liete e superbe speranze, addio alle commozioni soavi, addio ai moti del core profondo, addio ai fantasmi splendidi aleggianti in un cielo di luce, addio alle tombe di Grecia e d'Italia, madri del mio pensiero. Non più speranza, non più gloria, non più poesia...

Dalle lettere. Bologna 1 gennaio 1874...
Io leggo, nelle ore di riposo, a questi giorni, i colloqui di Goethe con Eckermann, e le "Elegie romane", e queste letture mi fan ritornare con tutta l'anima e la persuasione alla grande poesia greca. In fondo, confessiamolo, fu la più grande poesia della terra. Omero, Pindaro, Sofocle, Aristofane, Teocrito, sono gli ultimi confini del bello di primo getto, giovenile, florido, sereno. Dopo viene il riflesso, il contorto, il vecchio. Noi abbiamo dei "frissonnements" d'inverno e crediamo che siano i brividi dell'ispirazione...


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