mercoledì 23 marzo 2011

una buona cena (da tre uomini in barca di Jerome K. Jerome)

Arrivammo al villaggio che era ancora presto, e Giorgio disse che, siccome c'era gran tempo dinnanzi a noi, si aveva l'occasione di tentare la preparazione di una buona,magnifica cena.Lui ci avrebbe mostrato di che cosa fosse capace in fatto di culinaria, e dichiarò che con la verdura,i resti del manzo freddo e tutti i rimasugli c'era da improvvisare un meraviglioso stufato irlandese.L'idea era affascinante.Giorgio raccolse della legna e accese il fuoco,e io e Harris ci mettemmo a mondare le patate.Non avrei mai pensato che la mondatura delle patate fosse un'impresa tale,il lavoro risultò la più gran cosa della sua specie, che avessimo mai affrontata.Cominciammo allegramente,si potrebbe dire quasi con leggerezza,ma la nostra incuranza s'era bell'e dileguata nel momento che la prima patata su finita.Quanto più la sbucciavamo,tanto più buccia sembrava le rimanesse, e quando le fu tolta tutta la buccia e le furon tolti tutti gli occhi,la patata non c'era più,almeno nulla che si potesse considerare quale una patata.Venne Giorgio e le diede un'occhiata:essa era a un dipresso della dimensione d'una noce moscata. Egli disse:- Così non va.Voi le sprecate.Dovete raschiarle.-Così le raschiammo,ma era più difficile che sbucciarle. Sono d'una forma così bizzarra le patate,tutte bozze ed escrescenze e fossette.Lavorammo gaiamente per gaiamente per venticinque minuti, e avevamo raschiato quattro patate.Poi cessammo,dicendo che ci sarebbe voluta tutta la sera per raschiare noi stessi.Non sapevo che una faccenda come la raschiatura delle patate potesse confondere una persona.Sembrava difficile credere che dalla raschiatura in cui e Harris ci eravamo tuffati,mezzo soffocati, potessero uscire solo quattro patate.Questo mostra che cosa si possa ottenere con l'economia e l'attenzione.Giorgio disse ch'era
assurdo aver solo quattro patate in uno stufato irlandese, così ne lavammo un'altra mezza dozzina e le mettemmo nello stufato senza sbucciarle.Aggiungemmo anche un cavolo e un paio di chili di piselli.Giorgio rimescolò il tutto,e poi,avendo osservato che vi rimaneva tant'altro spazio,frugammo nelle due ceste, e ne cavammo quanto ne potemmo cavare,per aggiungerlo allo stufato.V'era un mezzo pasticcio di maiale e un pezzo di prosciutto cotto avanzato, e mettemmo anche quelli.Poi Giorgio trovò una mezza scatola di salmone, e la vuotò nel recipiente.Disse che quello era il vantaggio dello stufato irlandese:v'era da sbarazzarsi d'un mucchio di roba.Io ripescai un paio d'uova che s'erano screpolate e le misi nel resto.Giorgio osservò che avrebbero corroborato il sugo.Dimentico gli altri ingredienti, ma so che nulla andò sciupato.Ricordo che,verso la fine,Montmorency,il quale aveva mostrato grande interesse a tutte le operazioni,filò via a un tratto,con un'aria grave e pensosa,riapparendo,pochi minuti dopo,con un topo morto in bocca,ch'egli evidentemente voleva presentare come proprio contributo al pasto,se con spirito sarcastico,o con desiderio genuino di fare anche lui la sua parte,non saprei dire.Discutemmo un pò se il topo dovesse o no entrare nello stufato.Harris disse che sarebbe andato ottimamente,mischiato con tutto il resto,e che ogni poco faceva;ma Giorgio resistette,tenendo conto dei precedente,giacchè non aveva mai saputo che i topi d'acqua entrassero nello stufato irlandese, e, nel dubbio,era meglio appigliarsi al sicuro e non tentare esperimenti. Harris:- Se non si tentano le cose nuove,come potete dirne la qualità?Sono gli uomini come voi che ostacolano il progresso del mondo:Pensate all'uomo che per primo tentò la salciccia tedesca.-Fu un gran buon successo quello stufato irlandese.Non avevo mai tanto gustato un pasto.Si sentiva qualcosa di così nuovo e piccante.Il palato si stanca delle vecchie cose comuni: e lì c'era un piatto con una fragranza nuova,con un sapore come nient'altro su questa terra.Ed era anche nutriente.Come Giorgio disse, v'era della sostanza nelle vivande.I piselli e le patate sarebbero potuti essere un poco più teneri;ma avevamo tutti e tre dei buoni denti, e la cosa non aveva alcuna importanza;e quanto al sugo,esso era un poema-un pò troppo grave,forse,per uno stomaco debole,ma sostanzioso.Finimmo col tè e la torta di ciliegie.Montmorency sostenne una battaglia col calderino,durante il tempo del tè,e ne ebbe la peggio.

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