DOPO LA PIOGGIA
UNO SPICCHIO DI SOLE
PRIMA DI SERA
(UN PASSERO CINGUETTA)
sabato 30 aprile 2011
LETTERA A VAN GOGH (CANZONE)
CARO VINCENT,
AMICO MIO,
L'ORO DEI CAMPI
E' ANCHE QUI,
NELLA MIA TERRA
E LA SOLITUDINE
NELLE CAMPAGNE
SPACCA L'ANIMA.
HO DIPINTO,
AMATO,
SOFFERTO
IL GIALLO CHE NON HO CAPITO,
IL GIALLO TROPPO GIALLO,
L'AMORE CHE MI HA LASCIATO,
L'AMORE TROPPO AMATO.
NON SONO STATO EROE,
NE' PITTORE,
NE' AMANTE,
CON LA GUERRA
HO GIOCATO D'ASTUZIA;
SONO VIVO VINCENT!
LE CASE,
HANNO FINESTRE BUIE - NEL MIO CUORE-
CITTA' ABBANDONATE.
AMICO MIO,
L'ORO DEI CAMPI
E' ANCHE QUI,
NELLA MIA TERRA
E LA SOLITUDINE
NELLE CAMPAGNE
SPACCA L'ANIMA.
HO DIPINTO,
AMATO,
SOFFERTO
IL GIALLO CHE NON HO CAPITO,
IL GIALLO TROPPO GIALLO,
L'AMORE CHE MI HA LASCIATO,
L'AMORE TROPPO AMATO.
NON SONO STATO EROE,
NE' PITTORE,
NE' AMANTE,
CON LA GUERRA
HO GIOCATO D'ASTUZIA;
SONO VIVO VINCENT!
LE CASE,
HANNO FINESTRE BUIE - NEL MIO CUORE-
CITTA' ABBANDONATE.
come Van Gogh, fotografia Piero Reggio |
Motivo dimenticato (Paul Verlaine 1844- 1896)
PIOVE SU TUTTE LE STRADE,
E PIOVE NEL FONDO AL MIO CUORE;
NON SO, NON SO DA DOVE
GIUNGE QUESTO LANGUORE.
SONORO BRUIR DELLA PIOVA
PER LE ZOLLE, SOPRA LE ARDESIE,
A UN CUORE CHE DOLCE S'ACCORA
OH DOLCE BRUIR DELLA PIOVA.
QUESTO PIANGER DA DOVE MI VIENE?
INGANNO? E QUALE?NESSUNO.
EPPURE NEL CUORE CHE GEME
DA DOVE, DA DOVE MI VIENE?
E COME DUOLE UN DOLORE
SENZA RADICE ALCUNA.
ODIO NON C'E', NON C'E' AMORE:
E TANTA E' LA PENA DEL CUORE.
E PIOVE NEL FONDO AL MIO CUORE;
NON SO, NON SO DA DOVE
GIUNGE QUESTO LANGUORE.
SONORO BRUIR DELLA PIOVA
PER LE ZOLLE, SOPRA LE ARDESIE,
A UN CUORE CHE DOLCE S'ACCORA
OH DOLCE BRUIR DELLA PIOVA.
QUESTO PIANGER DA DOVE MI VIENE?
INGANNO? E QUALE?NESSUNO.
EPPURE NEL CUORE CHE GEME
DA DOVE, DA DOVE MI VIENE?
E COME DUOLE UN DOLORE
SENZA RADICE ALCUNA.
ODIO NON C'E', NON C'E' AMORE:
E TANTA E' LA PENA DEL CUORE.
venerdì 29 aprile 2011
TEMPESTA (Emily Dickinson 1830-1886)
CON UN SUONO DI CORNO
IL VENTO ARRIVO',SCOSSE L'ERBA;
UN VERDE BRIVIDO DIACCIO
COSI' SINISTRO PASSO' NEL CALDO,
CHE SBARRAMMO LE PORTE E LE FINESTRE
QUASI ENTRASSE UNO SPETTRO DI SMERALDO:
E FU CERTO L'ELETTRICO
SEGNALE DEL GIUDIZIO.
UNA BIZZARRA TURBA DI ANSIMANTI
ALBERI, SIEPI ALLA DERIVA
E CASE IN FUGA NEI FIUMI
E' CIO' CHE VIDERO I VIVI.
TOCCHI DEL CAMPANILE DESOLATO
MULINAVANO LE ULTIME NUOVE.
QUANTO PUO' GIUNGERE,
QUANTO PUOì ANDARSENE,
IN UN MONDO CHE NON SI MUOVE!
IL VENTO ARRIVO',SCOSSE L'ERBA;
UN VERDE BRIVIDO DIACCIO
COSI' SINISTRO PASSO' NEL CALDO,
CHE SBARRAMMO LE PORTE E LE FINESTRE
QUASI ENTRASSE UNO SPETTRO DI SMERALDO:
E FU CERTO L'ELETTRICO
SEGNALE DEL GIUDIZIO.
UNA BIZZARRA TURBA DI ANSIMANTI
ALBERI, SIEPI ALLA DERIVA
E CASE IN FUGA NEI FIUMI
E' CIO' CHE VIDERO I VIVI.
TOCCHI DEL CAMPANILE DESOLATO
MULINAVANO LE ULTIME NUOVE.
QUANTO PUO' GIUNGERE,
QUANTO PUOì ANDARSENE,
IN UN MONDO CHE NON SI MUOVE!
giovedì 28 aprile 2011
Piccolo zoo di J. Renard
LA LUCERTOLA:
IL MURO: " NON SO CHE BRIVIDO MI PASSA PER LA SCHIENA."
LA LUCERTOLA: "SONO IO2.
IL MURO: " NON SO CHE BRIVIDO MI PASSA PER LA SCHIENA."
LA LUCERTOLA: "SONO IO2.
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
PRESTO SULLE LORO TESTE GIOIOSE CANTERANNO LE BREZZE D'APRILE,
INTORNO A LORO MILLE FIORI DI CAMPO SI SCHIUDERANNO,
I VERDI GERMOGLI BRILLANO NELLE RUGIADE DI PRIMAVERA,
E TUTTO SARA' COME UN TEMPO ESTASI PRIMAVERILE.
(J. KEBLE)
VENITE AVANTI, FIORI! - SULLA COLLINA E SUL PRATO,
UN SOFFIO DI DOLCEZZA GIOCA COL MARE,
E TRA I SORRISI E LE LACRIME DELLA TENERA PRIMAVERA,
SUI RAMI GOCCIOLANTI HO SENTITO IL TORDO CANTARE:
VOI CALICI, E STELLE CHE COPRITE LA BELLA VERDE CAMPAGNA,
VOI ALI D'ORO CHE LE SPINOSE GINESTRE PROCURANO,
VOI MALINCONICHE CAMPANULE NATE PER FESTE PURPUREE,
VOI BIANCOLATTEE GEMME DI BIANCOSPINO DELL'AMMANTANTE ROVO,
VOI GEMME DI VIOLA E GEMME DI ZAFFIRO BLU,
LANGUIDI, AVVAMPANTI ANEMONI E TIMIDA COMBRICCOLA DI ELFI
DI OGNI MURO DIROCCATO - VENITE FUORI! - E GETTATE,
INTORNO A ME SPARGETE LA VOSTRA PRIMAVERA MENTRE IO CANTO.
( UN CANTO DI SALUTO - E.M.HOLDEN )
INTORNO A LORO MILLE FIORI DI CAMPO SI SCHIUDERANNO,
I VERDI GERMOGLI BRILLANO NELLE RUGIADE DI PRIMAVERA,
E TUTTO SARA' COME UN TEMPO ESTASI PRIMAVERILE.
(J. KEBLE)
VENITE AVANTI, FIORI! - SULLA COLLINA E SUL PRATO,
UN SOFFIO DI DOLCEZZA GIOCA COL MARE,
E TRA I SORRISI E LE LACRIME DELLA TENERA PRIMAVERA,
SUI RAMI GOCCIOLANTI HO SENTITO IL TORDO CANTARE:
VOI CALICI, E STELLE CHE COPRITE LA BELLA VERDE CAMPAGNA,
VOI ALI D'ORO CHE LE SPINOSE GINESTRE PROCURANO,
VOI MALINCONICHE CAMPANULE NATE PER FESTE PURPUREE,
VOI BIANCOLATTEE GEMME DI BIANCOSPINO DELL'AMMANTANTE ROVO,
VOI GEMME DI VIOLA E GEMME DI ZAFFIRO BLU,
LANGUIDI, AVVAMPANTI ANEMONI E TIMIDA COMBRICCOLA DI ELFI
DI OGNI MURO DIROCCATO - VENITE FUORI! - E GETTATE,
INTORNO A ME SPARGETE LA VOSTRA PRIMAVERA MENTRE IO CANTO.
( UN CANTO DI SALUTO - E.M.HOLDEN )
NOTTE DI LUNA (GIACOMO ZANELLA 1820-1888)
CALDA E' LA NOTTE. A GUISA DI SCINTILLE,
CHE SPRIZZANO DAL FERRO ARROVENTATO
SOTTO I COLPI DEL MAGLIO, A MILLE A MILLE
VOLTEGGIANO LE LUCCIOLE NEL PRATO.
FLUTTUA NELL'ACQUE NITIDE E TRANQUILLE
DELL'ASTICHEL LA LUNA:IN OGNI LATO
POSAN L'AURE E LE FRONDE, E DALLE VILLE
ODI APPENA VENIR QUALCHE LATRATO.
DI TETTO IN TETTO CON INFAUSTO GRIDO
SVOLAZZA LA CIVETTA, INSIDIANDO
DE' NON PIUMATI RONDININI IL NIDO;
MA, COME SOPRAFFATTO A TANTA PACE,
DELLA TERRA E DEL CIEL,DI QUANDO IN QUANDO
MANDA UN GORGHEGGIO L'USIGNOLO, E TACE.
CHE SPRIZZANO DAL FERRO ARROVENTATO
SOTTO I COLPI DEL MAGLIO, A MILLE A MILLE
VOLTEGGIANO LE LUCCIOLE NEL PRATO.
FLUTTUA NELL'ACQUE NITIDE E TRANQUILLE
DELL'ASTICHEL LA LUNA:IN OGNI LATO
POSAN L'AURE E LE FRONDE, E DALLE VILLE
ODI APPENA VENIR QUALCHE LATRATO.
DI TETTO IN TETTO CON INFAUSTO GRIDO
SVOLAZZA LA CIVETTA, INSIDIANDO
DE' NON PIUMATI RONDININI IL NIDO;
MA, COME SOPRAFFATTO A TANTA PACE,
DELLA TERRA E DEL CIEL,DI QUANDO IN QUANDO
MANDA UN GORGHEGGIO L'USIGNOLO, E TACE.
mercoledì 27 aprile 2011
miraggio ( Giuseppe Eichendorff 1788- 1857)
LUCEVAN LE STELLE DORATE
E IO STAVO SOLO AL BALCONE:
IL CORNO DI UN POSTIGLIONE
ROMPEVA LE PLAGHE INCANTATE.
SENTIVO IL MIO CUORE BRUCIARE,
BRUCIARE D'UN'ANSIA FURTIVA:-
OH!...CHI POTESSE VIAGGIARE
NELLA SPLENDIDA NOTTE ESTIVA!
PASSAVAN DUE GIOVANI AMICI
LAGGIU' SOTTO L'ERTA SCOSCESA:
LA SILENZIOSA DISTESA
SONAVA DI CANTI FELICI.
CANTAVANO SELVE E DIRUPI
CON OMBRA CHE MORMORA VIVA,
TORRENTI CHE ROMPONO CUPI
DAI GIOGHI ALLA NOTTE BOSCHIVA.
CANTAVANO MARMI EFFIGIATI,
GIARDINI SOTTO ALBERI FOLTI,
GIARDINI CHE CRESCONO INCOLTI,
PALAZZI DI LUNA VELATI;
FANCIULLE AL VERONE, VEGLIANTI
SE UN SUONO DI LIUTO S'AVVIVA,
E FONTI SOPITE, FRUSCIANTI
NELLA SPLENDIDA NOTTE ESTIVA!
E IO STAVO SOLO AL BALCONE:
IL CORNO DI UN POSTIGLIONE
ROMPEVA LE PLAGHE INCANTATE.
SENTIVO IL MIO CUORE BRUCIARE,
BRUCIARE D'UN'ANSIA FURTIVA:-
OH!...CHI POTESSE VIAGGIARE
NELLA SPLENDIDA NOTTE ESTIVA!
PASSAVAN DUE GIOVANI AMICI
LAGGIU' SOTTO L'ERTA SCOSCESA:
LA SILENZIOSA DISTESA
SONAVA DI CANTI FELICI.
CANTAVANO SELVE E DIRUPI
CON OMBRA CHE MORMORA VIVA,
TORRENTI CHE ROMPONO CUPI
DAI GIOGHI ALLA NOTTE BOSCHIVA.
CANTAVANO MARMI EFFIGIATI,
GIARDINI SOTTO ALBERI FOLTI,
GIARDINI CHE CRESCONO INCOLTI,
PALAZZI DI LUNA VELATI;
FANCIULLE AL VERONE, VEGLIANTI
SE UN SUONO DI LIUTO S'AVVIVA,
E FONTI SOPITE, FRUSCIANTI
NELLA SPLENDIDA NOTTE ESTIVA!
martedì 26 aprile 2011
IL FILOSOFO LAO-TSZE (PO CHU-I 772-846 D.C.)
QUELLI CHE PARLANO NON SANNO NIENTE,
QUELLI CHE SANNO SONO SILENZIOSI.
QUESTE PAROLE, COSI' MI DICONO,
FURONO SCRITTE DA LAO-TSZE.
SE DOBBIAM CREDERE CHE LAO-TSZE
FOSSE EGLI STESSO "UNO CHE SA",
COME SARA' CHE SCRISSE UN LIBRO
CHE CONTA CINQUEMILA PAROLE?
QUELLI CHE SANNO SONO SILENZIOSI.
QUESTE PAROLE, COSI' MI DICONO,
FURONO SCRITTE DA LAO-TSZE.
SE DOBBIAM CREDERE CHE LAO-TSZE
FOSSE EGLI STESSO "UNO CHE SA",
COME SARA' CHE SCRISSE UN LIBRO
CHE CONTA CINQUEMILA PAROLE?
CON GLI ANGELI (GIOVANNI PASCOLI 1855-1912)
ERANO IN FIORE I LILLA' E L'ULIVELLE;
ELLA CUCIVA L'ABITO DI SPOSA,
NE' L'ARIA ANCORA APRIA BOCCI DI STELLE,
NE' S'ERA CHIUSA FOGLIA DI MIMOSA;
QUAND'ELLA RISE; RISE, O RONDINELLE
NERE, IMPROVVISA: MA CON CHI? DI COSA?
RISE, COSI' CON GLI ANGIOLI; CON QUELLE
NUVOLE D'ORO, NUVOLE DI ROSA.
ELLA CUCIVA L'ABITO DI SPOSA,
NE' L'ARIA ANCORA APRIA BOCCI DI STELLE,
NE' S'ERA CHIUSA FOGLIA DI MIMOSA;
QUAND'ELLA RISE; RISE, O RONDINELLE
NERE, IMPROVVISA: MA CON CHI? DI COSA?
RISE, COSI' CON GLI ANGIOLI; CON QUELLE
NUVOLE D'ORO, NUVOLE DI ROSA.
lunedì 25 aprile 2011
25 APRILE : RICORDO DEI NOSTRI CARI MORTI PER LA LIBERTA'
domenica 24 aprile 2011
DOLORE E SPERANZA (NICCOLO' TOMMASEO 1802-1874)
QUANDO PASSA IL VENTO A SERA,
GIOVIN PIANTA I RAMI INCHINA,
CHE ALLA LUCE MATTUTINA
OLEZZANTI LI ALZERA'
LO SPIRAR DEL TEMPO AVVERSO
NON INFRANGA IL TUO VIGORE:
SIA MODESTO IN TE 'L DOLORE,
MA SIA FRANCO DI VILTA'.
LUNGO E' IL VERNO, E L'ONDA E' GHIACCIO,
E FREMENTE LA BUFERA;
MA VERRA' LA PRIMAVERA,
TORNERAN, LO GIURO, I FIOR.
DEH!SIA MONDO IL MIO PATIRE,
MONDO D'IRE E DI IATTANZA:
VOLERA' LA MIA SPERANZA
NEL SUBLIME DELL'AMOR.
PERCHE' MAI, CULTOR FEDELE,
ALLA TERRA IL SEN TU FENDI
CON QUEL FERRO? E CHE NE ATTENDI?
"SPARGO IL SEME, E PANE AVRO'".
SENZA AFFANNI NON GERMOGLIA
DELL'ONORE IL GERME SANTO.
SEMINAI, SIGNOR, NEL PIANO;
NELLA GIOIA MIETERO'.
GIOVIN PIANTA I RAMI INCHINA,
CHE ALLA LUCE MATTUTINA
OLEZZANTI LI ALZERA'
LO SPIRAR DEL TEMPO AVVERSO
NON INFRANGA IL TUO VIGORE:
SIA MODESTO IN TE 'L DOLORE,
MA SIA FRANCO DI VILTA'.
LUNGO E' IL VERNO, E L'ONDA E' GHIACCIO,
E FREMENTE LA BUFERA;
MA VERRA' LA PRIMAVERA,
TORNERAN, LO GIURO, I FIOR.
DEH!SIA MONDO IL MIO PATIRE,
MONDO D'IRE E DI IATTANZA:
VOLERA' LA MIA SPERANZA
NEL SUBLIME DELL'AMOR.
PERCHE' MAI, CULTOR FEDELE,
ALLA TERRA IL SEN TU FENDI
CON QUEL FERRO? E CHE NE ATTENDI?
"SPARGO IL SEME, E PANE AVRO'".
SENZA AFFANNI NON GERMOGLIA
DELL'ONORE IL GERME SANTO.
SEMINAI, SIGNOR, NEL PIANO;
NELLA GIOIA MIETERO'.
sabato 23 aprile 2011
FEDE, SPERANZA E AMORE (NICCOLO' TOMMASEO 1802-1874)
IN POVERA CAPANNA AMICO SCENDE
OSPITE IL SOLE; E IL VERDE, IL CIEL SI VEDE:
VARCA I FIUMI LO SGUARDO, E I MONTI ASCENDE:
ECCO LA FEDE.
SE' DEL SUO CANTO E IL VIATOR CONSOLA
L'UCCEL VOLANDO, E L'AURE E IL CIEL NON TEME:
POSA SUL RAMO E CANTA, E POI RIVOLA:
ECCO LA SPEME.
DELLA LUCE DI DIO POCHE SCINTILLE
EMPIONO I CIELI IMMENSI; A QUEL CALORE
SPUNTANO I MONDI, COME FOGLIE A MILLE:
ECCO L'AMORE!
OSPITE IL SOLE; E IL VERDE, IL CIEL SI VEDE:
VARCA I FIUMI LO SGUARDO, E I MONTI ASCENDE:
ECCO LA FEDE.
SE' DEL SUO CANTO E IL VIATOR CONSOLA
L'UCCEL VOLANDO, E L'AURE E IL CIEL NON TEME:
POSA SUL RAMO E CANTA, E POI RIVOLA:
ECCO LA SPEME.
DELLA LUCE DI DIO POCHE SCINTILLE
EMPIONO I CIELI IMMENSI; A QUEL CALORE
SPUNTANO I MONDI, COME FOGLIE A MILLE:
ECCO L'AMORE!
venerdì 22 aprile 2011
la croce
GESU' IN CROCE
NON CAPISCO - DIO MIO!
PERCHE' IL BUIO
IL DOLORE DEL DUBBIO
L'ANIMA MIA TRAFITTA?
NON CAPISCO - DIO MIO!
PERCHE' IL BUIO
IL DOLORE DEL DUBBIO
L'ANIMA MIA TRAFITTA?
sei tu signore (Edgar Allan Poe 1809- 1849)
DAL MARE LONTANISSIMA E' LA LUNA,
PURE CON MANI AMBRATE LO CONDUCE
COME UN FANCIULLO DOCILE
PER LE SEGNATE ARENE,
CHE ALL'OCCHIO DI LEI FISSO
NON ERRA MAI D'UN GRADO:
SE TANTO VERSO LA CITTA' SI SPINGE,
DI TANTO S'ALLONTANA.
SEI TU,SIGNORE, QUELLA MANO D'AMBRA
ED IO IL REMOTO MARE,
ANCHE AL PIU' BREVE ORDINE FEDELE
CHE IL TUO SGUARDO M'IMPONGA.
(TRADUZIONE MARIA LUISA SPAZIANI)
PURE CON MANI AMBRATE LO CONDUCE
COME UN FANCIULLO DOCILE
PER LE SEGNATE ARENE,
CHE ALL'OCCHIO DI LEI FISSO
NON ERRA MAI D'UN GRADO:
SE TANTO VERSO LA CITTA' SI SPINGE,
DI TANTO S'ALLONTANA.
SEI TU,SIGNORE, QUELLA MANO D'AMBRA
ED IO IL REMOTO MARE,
ANCHE AL PIU' BREVE ORDINE FEDELE
CHE IL TUO SGUARDO M'IMPONGA.
(TRADUZIONE MARIA LUISA SPAZIANI)
giovedì 21 aprile 2011
il fiorire del pesco ( Francesco Pastonchi 1877- 1953)
L'ESILE PESCO AL MARZO CHE LO ALLACCIA
FIORIREBBE, MA VEDE ANCORA I MONTI
TROPPO NEVOSI E TEME CHE LO AFFRONTI
D'ASPRI VENTI UNA SUBITA MINACCIA.
ANCHE TEME CHE IL SUO FIORIR DISPIACCIA
AL GRANDE PIOPPO, IL RE DEGLI ORIZZONTI,
E AL VECCHIO FICO CHE, A VEGLIARNE I PRONTI
SPIRITI, ALLARGA LE PATERNE BRACCIA.
MA UNA TEPIDA NOTTE, ECCO, LO INVADE
UN LANGUORE, UN TREMORE, UN DESIO FOLLE,
POI COME UN LUNGO ANELITO...E' L'AURORA:
E VEDE SE', FULGENTE DI RUGIADE,
CHIUSO IN UN ROSEO NEMBO DI COROLLE,
CHE AI VENTI MATTUTINI ESITA E ODORA.
FIORIREBBE, MA VEDE ANCORA I MONTI
TROPPO NEVOSI E TEME CHE LO AFFRONTI
D'ASPRI VENTI UNA SUBITA MINACCIA.
ANCHE TEME CHE IL SUO FIORIR DISPIACCIA
AL GRANDE PIOPPO, IL RE DEGLI ORIZZONTI,
E AL VECCHIO FICO CHE, A VEGLIARNE I PRONTI
SPIRITI, ALLARGA LE PATERNE BRACCIA.
MA UNA TEPIDA NOTTE, ECCO, LO INVADE
UN LANGUORE, UN TREMORE, UN DESIO FOLLE,
POI COME UN LUNGO ANELITO...E' L'AURORA:
E VEDE SE', FULGENTE DI RUGIADE,
CHIUSO IN UN ROSEO NEMBO DI COROLLE,
CHE AI VENTI MATTUTINI ESITA E ODORA.
mercoledì 20 aprile 2011
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
ORA LE ALLODOLE DESTANO L'ALIEGRO MATTINO
ALTE SU ALI RUGIADOSE.
DAL MERIDIANO SUO RECESSO
IL MERLO LEVA ECHI NEL BOSCO,
EBBRO DI NOTE IL TORDO
ADDORMENTA CANTANDO IL GIORNO;
GIOISCONO D'AMORE E LIBERTA'
NON OPPRESSI DA AFFANNI E SERVITU'.
SBOCCIA ORA IL GIGLIO SULLA RIVA,
LA PRIMULA GIU' PER IL PENDIO;
LO SPINO FIORISCE NELLA VALLE
E BIANCOLATTE E' IL PRUNO.
( BURNS )
ALTE SU ALI RUGIADOSE.
DAL MERIDIANO SUO RECESSO
IL MERLO LEVA ECHI NEL BOSCO,
EBBRO DI NOTE IL TORDO
ADDORMENTA CANTANDO IL GIORNO;
GIOISCONO D'AMORE E LIBERTA'
NON OPPRESSI DA AFFANNI E SERVITU'.
SBOCCIA ORA IL GIGLIO SULLA RIVA,
LA PRIMULA GIU' PER IL PENDIO;
LO SPINO FIORISCE NELLA VALLE
E BIANCOLATTE E' IL PRUNO.
( BURNS )
il venti di aprile
SONO NATO
CON LA COSTELLAZIONE DELL'ARIETE
IL VENTI DI APRILE
QUALCHE ORA PRIMA
DI QUELLA DEL TORO.
LA PRIMAVERA AVEVA AVUTO L'URTO
TUTTO FIORIVA
L'ARIETE SMONTAVA.
TROPPO TARDI
(DISSE UN INSETTO ASTROLOGO)
IL GIORNO DOPO
IL PRESAGIO DELL'ESTATE
E LA COSTELLAZIONE DEL TORO
MI ACCOLSERO ALLA VITA
TROPPO PRESTO
(DISSE L'INSETTO ASTROLOGO)
CON LA COSTELLAZIONE DELL'ARIETE
IL VENTI DI APRILE
QUALCHE ORA PRIMA
DI QUELLA DEL TORO.
LA PRIMAVERA AVEVA AVUTO L'URTO
TUTTO FIORIVA
L'ARIETE SMONTAVA.
TROPPO TARDI
(DISSE UN INSETTO ASTROLOGO)
IL GIORNO DOPO
IL PRESAGIO DELL'ESTATE
E LA COSTELLAZIONE DEL TORO
MI ACCOLSERO ALLA VITA
TROPPO PRESTO
(DISSE L'INSETTO ASTROLOGO)
il primo sorriso di primavera (Teofilo Gautier 1811-1872)
MENTRE AFFANNATO E IRREQUIETO
CORRE L'UOMO DA MANE A SERA,
MARZO CHE RIDE, IN SUO SEGRETO,
PREPARA IL TEMPO A PRIMAVERA.
ECCO, AD OGNI MARGHERITINA,
POSANDOSI ALACRE AL LAVORO,
APPRESTA IL COLLARE DI TRINA
E CESELLA IL BOTTONE D'ORO.
PER LA VIGNA E PER IL VERZIERE
VAGA, PARRUCCHIERE FURTIVO:
CON PIUME DI CIGNO LEGGERE
IMBRINA IL MANDORLO E L'ULIVO.
LA TERRA STANCA SI RIPOSA;
PER I GIARDINI EGLI SI SPERDE,
ALLACCIANDO I BOTTONI ROSA
AI CORSETTI IN VELLUTO VERDE.
SOLFEGGIA LE NOTE CHE DEVE
POI RIPETERE IL MERLO FOSCO;
COSPARGE IL PRATO DI BUCANEVE,
DI VIOLETTE A MILLE IL BOSCO.
SULL'ARGINE DELLA FONTANA,
DOVE SI CHINA IL CERVO INTENTO
A BERE, MUGHETTI EGLI SGRANA
IN CAMPANELLINE D'ARGENTO.
PER TE SOTTO L'ERBA NASCONDE
UNA FRAGOLA ORMAI MATURA,
ED INTRECCIA UN SERTO DI FRONDE
CHE TI SALVI DALLA CALURA.
FINITA E' L'OPERA GENTILE,
ED AL SUO REGNO SI FA SERA;
MARZO VOLGE IL CAPO AD APRILE,
DICE "VENGA LA PRIMAVERA".
CORRE L'UOMO DA MANE A SERA,
MARZO CHE RIDE, IN SUO SEGRETO,
PREPARA IL TEMPO A PRIMAVERA.
ECCO, AD OGNI MARGHERITINA,
POSANDOSI ALACRE AL LAVORO,
APPRESTA IL COLLARE DI TRINA
E CESELLA IL BOTTONE D'ORO.
PER LA VIGNA E PER IL VERZIERE
VAGA, PARRUCCHIERE FURTIVO:
CON PIUME DI CIGNO LEGGERE
IMBRINA IL MANDORLO E L'ULIVO.
LA TERRA STANCA SI RIPOSA;
PER I GIARDINI EGLI SI SPERDE,
ALLACCIANDO I BOTTONI ROSA
AI CORSETTI IN VELLUTO VERDE.
SOLFEGGIA LE NOTE CHE DEVE
POI RIPETERE IL MERLO FOSCO;
COSPARGE IL PRATO DI BUCANEVE,
DI VIOLETTE A MILLE IL BOSCO.
SULL'ARGINE DELLA FONTANA,
DOVE SI CHINA IL CERVO INTENTO
A BERE, MUGHETTI EGLI SGRANA
IN CAMPANELLINE D'ARGENTO.
PER TE SOTTO L'ERBA NASCONDE
UNA FRAGOLA ORMAI MATURA,
ED INTRECCIA UN SERTO DI FRONDE
CHE TI SALVI DALLA CALURA.
FINITA E' L'OPERA GENTILE,
ED AL SUO REGNO SI FA SERA;
MARZO VOLGE IL CAPO AD APRILE,
DICE "VENGA LA PRIMAVERA".
fotografia Piero Reggio |
martedì 19 aprile 2011
Piccolo zoo di J. Renard
LE FORMICHE:
OGNI FORMICA ASSOMIGLIA ALLA CIFRA 3.
E CE NE SONO! CE NE SONO!....
CE NE SONO 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 .....SINO ALL'INFINITO.
OGNI FORMICA ASSOMIGLIA ALLA CIFRA 3.
E CE NE SONO! CE NE SONO!....
CE NE SONO 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 .....SINO ALL'INFINITO.
lunedì 18 aprile 2011
LUNE
SONO USCITO NELLA NOTTE
PER SVEGLIARE MILLE LUNE.
SULLA COLLINA
LUNA DI RAME,
NEL CORTILE,
TREMOLANTE DENTRO IL POZZO,
LUNA DI NOSTALGIA.
SONO USCITO NELLA NOTTE
NEI VICOLI
TRA LE OMBRE E GLI ENIGMI
LUNA DI FIOCO
FRAMMENTI DI DELIRIO.
PER SVEGLIARE MILLE LUNE.
SULLA COLLINA
LUNA DI RAME,
NEL CORTILE,
TREMOLANTE DENTRO IL POZZO,
LUNA DI NOSTALGIA.
SONO USCITO NELLA NOTTE
NEI VICOLI
TRA LE OMBRE E GLI ENIGMI
LUNA DI FIOCO
FRAMMENTI DI DELIRIO.
domenica 17 aprile 2011
NON AVRO'
NON AVRO' POESIE GIOVANILI.
COME AI FIORI,
AI RICORDI
PRENDERO' SEMI E RADICI.
NEI PRESSI DI UN ABISSO
FIORIRANNO PAROLE
PAROLE NUOVE.
COME AI FIORI,
AI RICORDI
PRENDERO' SEMI E RADICI.
NEI PRESSI DI UN ABISSO
FIORIRANNO PAROLE
PAROLE NUOVE.
UNA RAGAZZA DA TIFFANY DI SUSAN VREELAND ED NERI POZZA
LO STUDIO DI LOUIS TIFFANY:
....un vestibolo con una maestosa porta di legno, che a detta del padrone di casa proveniva da Ahmadabad:in effetti era degna del palazzo di un maragià! Guardando in alto si aveva l'impressione che la stanza si perdesse senza soluzione di continuità nel cielo notturno. "Non c'è soffitto..."mormorai. "Sì che c'è,ma è alto quindici metri"spiegò il signor Tiffany. Dall'oscurità sbucavano globi di vetro soffiato e grandi lampade di foggia medievale,appese a catene di diverse lunghezze.Non catene qualunque,ovviamente,bensì abbellite da piccole sculture in metallo: elefantini, campanelle, pavoni e figure femminili.Le luci variopinte delle lampade illuminavano i tappeti persiani, le pelli di tigre sulle ottomane e i divani di velluto dalle tinte scure, creando un'atmosfera tanto sfarzosa da risultare quasi opprimente.Al centro della stanza un enorme camino rastremato si librava nell'oscurità. La base allargata ospitava ben quattro focolari simili a caverne scavate nel granito- ognuno rivolto in una direzione diversa- dai quali proveniva una luce temolante, insieme a un gradevole tepore e agli effluvi di una qualche essenza aromatica.
....un vestibolo con una maestosa porta di legno, che a detta del padrone di casa proveniva da Ahmadabad:in effetti era degna del palazzo di un maragià! Guardando in alto si aveva l'impressione che la stanza si perdesse senza soluzione di continuità nel cielo notturno. "Non c'è soffitto..."mormorai. "Sì che c'è,ma è alto quindici metri"spiegò il signor Tiffany. Dall'oscurità sbucavano globi di vetro soffiato e grandi lampade di foggia medievale,appese a catene di diverse lunghezze.Non catene qualunque,ovviamente,bensì abbellite da piccole sculture in metallo: elefantini, campanelle, pavoni e figure femminili.Le luci variopinte delle lampade illuminavano i tappeti persiani, le pelli di tigre sulle ottomane e i divani di velluto dalle tinte scure, creando un'atmosfera tanto sfarzosa da risultare quasi opprimente.Al centro della stanza un enorme camino rastremato si librava nell'oscurità. La base allargata ospitava ben quattro focolari simili a caverne scavate nel granito- ognuno rivolto in una direzione diversa- dai quali proveniva una luce temolante, insieme a un gradevole tepore e agli effluvi di una qualche essenza aromatica.
sabato 16 aprile 2011
UN MOSCONE
VIENE A TROVARMI
NELLO STUDIO UN MOSCONE
GUARDA IL MIO QUADRO:
CHE COSA FAI PITTORE?
LA LUCE E' FUORI - VIENI!
NELLO STUDIO UN MOSCONE
GUARDA IL MIO QUADRO:
CHE COSA FAI PITTORE?
LA LUCE E' FUORI - VIENI!
LE PAROLE ( NICOLA MOSCARDELLI)
PERCHE' LE PAROLE M'ARRIVANO
SEMPRE PIU' DA LONTANO?
PERCHE' SON SEMPRE PIU' PESE
DI CARICHI STRANI?
VENIVANO UNA VOLTA A ME LEGGERE
COME FARFALLE CHE SI SONO POSATE
SUI FIORI: ORA ARRIVANO STANCHE
COME SE AVESSERO L'ALI BRUCIATE.
L'ORO E' CADUTO, RESTA SOLTANTO
LA NERVATURA LOR GRACILE E NERA.
SEMPRE PIU' DA LONTANO?
PERCHE' SON SEMPRE PIU' PESE
DI CARICHI STRANI?
VENIVANO UNA VOLTA A ME LEGGERE
COME FARFALLE CHE SI SONO POSATE
SUI FIORI: ORA ARRIVANO STANCHE
COME SE AVESSERO L'ALI BRUCIATE.
L'ORO E' CADUTO, RESTA SOLTANTO
LA NERVATURA LOR GRACILE E NERA.
UNA RAGAZZA DA TIFFANY DI SUSAN VREELAND ED. NERI POZZA
LA DIMORA DI LOUIS TIFFANY DA LUI STESSO DECORATA E PROGETTATA DA S. WHITE SULLA SETTANTADUESIMA STRADA RASA AL SUOLO NEL 1937:
Arrivati all'angolo fra la Settantaduesima Est e la Madison, rimanemmo subito colpiti dalla sontuosità dell'edificio.In confronto le ville della Quinta Strada sembravano casupole:Il signor York spiegò che si trattava di architettura neoromantica. L'entrata, ampia al punto che ci passavano due carrozze affiancate, aveva una saracinesca di ferro di foggia medievale che poteva essere calata, forse allo scopo di infilzare gli ospiti sgraditi......Il cortile che si apriva al di là della saracinesca era circondato da logge e balconi e aveva al centro un'imponente scalinata. Entrammo in un ascensore di ferro battuto manovrato da un ragazzo in frac che ci lasciò al quarto piano. La sala da ballo, non meno gigantesca del resto della casa, era orlata da una balaustra finemente intagliata. Vasi in vetro favrile e addobbi floreali facevano mostra di sè dappertutto. Mentre camminavo sui tappeti orientali e le pelli di animali esotici avevo l'impressione di trovarmi in qualche remota città dell'Asia.Non c'era superficie che non fosse gremita di oggetti o decorazioni.Arabeschi sulle pareti, nervature sui soffitti, nicchie tra i pilastri,cornicioni cesellati. Gli stipiti del camino erano rivestiti di vetro iridescente dalle sfumature verde mare, i muri tappezzati di tsube giapponesi e botticelle di tek con finissimi intarsi d'avorio........... una vetrata dove le tonalità cremisi e arancione si univano alle complesse sfumature madreperla del vetro iridescente............tralci, fiori e farfalle si rincorrevano fra i raggi ricurvi di un disco di vetro marezzato arancione..................alcuni dei frammenti sono sorretti da lamine d'oro o di rame, il che ne accresce la lucentezza, proprio come in un mosaico;ma il metallo è così sottile che la luce,filtrando attraverso il vetro, ne modifica i colori. Durante il giorno il chiarore proveniente dalla stanza contigua fa apparire bianco il disco arancione, e si scopre così che raffigura in realtà una lanterna giapponese.Alla luce del sole le farfalle appaiono dorate.......
Arrivati all'angolo fra la Settantaduesima Est e la Madison, rimanemmo subito colpiti dalla sontuosità dell'edificio.In confronto le ville della Quinta Strada sembravano casupole:Il signor York spiegò che si trattava di architettura neoromantica. L'entrata, ampia al punto che ci passavano due carrozze affiancate, aveva una saracinesca di ferro di foggia medievale che poteva essere calata, forse allo scopo di infilzare gli ospiti sgraditi......Il cortile che si apriva al di là della saracinesca era circondato da logge e balconi e aveva al centro un'imponente scalinata. Entrammo in un ascensore di ferro battuto manovrato da un ragazzo in frac che ci lasciò al quarto piano. La sala da ballo, non meno gigantesca del resto della casa, era orlata da una balaustra finemente intagliata. Vasi in vetro favrile e addobbi floreali facevano mostra di sè dappertutto. Mentre camminavo sui tappeti orientali e le pelli di animali esotici avevo l'impressione di trovarmi in qualche remota città dell'Asia.Non c'era superficie che non fosse gremita di oggetti o decorazioni.Arabeschi sulle pareti, nervature sui soffitti, nicchie tra i pilastri,cornicioni cesellati. Gli stipiti del camino erano rivestiti di vetro iridescente dalle sfumature verde mare, i muri tappezzati di tsube giapponesi e botticelle di tek con finissimi intarsi d'avorio........... una vetrata dove le tonalità cremisi e arancione si univano alle complesse sfumature madreperla del vetro iridescente............tralci, fiori e farfalle si rincorrevano fra i raggi ricurvi di un disco di vetro marezzato arancione..................alcuni dei frammenti sono sorretti da lamine d'oro o di rame, il che ne accresce la lucentezza, proprio come in un mosaico;ma il metallo è così sottile che la luce,filtrando attraverso il vetro, ne modifica i colori. Durante il giorno il chiarore proveniente dalla stanza contigua fa apparire bianco il disco arancione, e si scopre così che raffigura in realtà una lanterna giapponese.Alla luce del sole le farfalle appaiono dorate.......
venerdì 15 aprile 2011
la nostra terra (HUGHES LANGSTON 1902- 1967)
UNA TERRA DI SOLE,
DI SOLE SPLENDENTE;
UNA TERRA D'ACQUE PROFUMATE
DOVE IL CREPUSCOLO SIA UN LEGGERO FAZZOLETTO
COLORATO DI ROSA E D'ORO,
E NON UNA TERRA DOVE E' BUIA LA VITA.
UNA TERRA DI ALBERI,
DI ALTI ALBERI FOLTI,
CHINATI IN BASSO PER PAPPAGALLI CHIACCHERINI
LUCCICANTI COME IL GIORNO,
E NON QUESTA TERRA DOVE GLI UCCELLI SONO GRIGI.
DOVREMMO AVERE UNA TERRA FELICE,
TERRA D'AMORE E DI VINO E DI CANTI,
E NON QUESTA TERRA DOVE LA GIOIA E' UMILIATA.
DI SOLE SPLENDENTE;
UNA TERRA D'ACQUE PROFUMATE
DOVE IL CREPUSCOLO SIA UN LEGGERO FAZZOLETTO
COLORATO DI ROSA E D'ORO,
E NON UNA TERRA DOVE E' BUIA LA VITA.
UNA TERRA DI ALBERI,
DI ALTI ALBERI FOLTI,
CHINATI IN BASSO PER PAPPAGALLI CHIACCHERINI
LUCCICANTI COME IL GIORNO,
E NON QUESTA TERRA DOVE GLI UCCELLI SONO GRIGI.
DOVREMMO AVERE UNA TERRA FELICE,
TERRA D'AMORE E DI VINO E DI CANTI,
E NON QUESTA TERRA DOVE LA GIOIA E' UMILIATA.
Hughes L. |
sono nato
SONO NATO
COME VIENE UN MATTINO
POI TRASCINATO
COME LEGNO IN UN FIUME
PER LUNGHI ANNI O BREVI.
DOVEVA ESSERE
FU CANZONE DISPERATA.
ADESSO
LA LUNA E' SEMPRE DI MARMO
MA DEL FIUME
VEDO LE RIVE
M'ACCORGO DELLE RAPIDE E DEI GORGHI.
LA NOSTALGIA E IL GRIDO DEI RICORDI
VOLENDO
POTREI ANCHE NON SENTIRLI.
COME VIENE UN MATTINO
POI TRASCINATO
COME LEGNO IN UN FIUME
PER LUNGHI ANNI O BREVI.
DOVEVA ESSERE
FU CANZONE DISPERATA.
ADESSO
LA LUNA E' SEMPRE DI MARMO
MA DEL FIUME
VEDO LE RIVE
M'ACCORGO DELLE RAPIDE E DEI GORGHI.
LA NOSTALGIA E IL GRIDO DEI RICORDI
VOLENDO
POTREI ANCHE NON SENTIRLI.
giovedì 14 aprile 2011
CASA DI MIA GENTE ( GIUSEPPE VILLAROEL)
SEMPRE RITORNO TRA LE TUE PARETI, COME A UN RIFUGIO, O CASA DI MIA GENTE!
NESSUN ALBERGO MAI, NESSUN OSTELLO, PER VARIE PLAGHE, FU PIU' SEDUCENTE
DEL TUO SILENZIO OVE, DAL LUNGO ESILIO, VENGO A SANARMI D'OGNI MIA FERITA,
IN COLLOQUIO CON I MORTI CHE MI AMARONO PERCHE' NACQUE DA LORO LA MIA VITA.
TU SOLA RIDI, O CASA DI MIA GENTE; TU SOLA RESTI, IN MEZZO ALLA ROVINA
DI TUTTI I SOGNI MIEI TRISTI E MENDACI, NELL'ORA DI MIA VITA CHE DECLINA!
TU SOLA VIENI, O CASA DELL'INFANZIA, AL MIO RICORDO E ALLA MIA SPERANZA,
E, NEL MIO FOLLE ERRORE SENZA QUIETE, QUESTA SOLA DOLCEZZA OGGI MI AVANZA.
TORNERO' BIMBO SULLE TUE TERRAZZE; GUARDERO' , NELLE NOTTI, LE TUE STELLE
TREMARE SULLE TORRI DELLE CHIESE, CI SARA' IL CANTO DELLE MIE SORELLE,
CI SARA' L'OMBRA DI MIA MADRE E IL GRIDO DEL VECCHIO GALLO, ALL'ALBA NEI CORTILI
E, DALLE TUE FINESTRE, NELL'AZZURRO, VEDRO' SPUNTARE I RINASCENTI APRILI.
E SARA' LA MIA GIOIA E LA MIA PACE: L'UNICA GIOIA CHE PUO' DARE IL MONDO,
L'UNICA PACE CHE PUO' DAR LA VITA: VIVERE SOTTO IL BEL CIELO GIOCONDO DI NOSTRA TERRA, QUELLO CHE CI FULSE NEGLI OCCHI QUANDO NOI FUMMO CREATI E MORIRE COSI', SERENAMENTE, ACCANTO AI NOSTRI MORTI E AI NOSTRI NATI.
NESSUN ALBERGO MAI, NESSUN OSTELLO, PER VARIE PLAGHE, FU PIU' SEDUCENTE
DEL TUO SILENZIO OVE, DAL LUNGO ESILIO, VENGO A SANARMI D'OGNI MIA FERITA,
IN COLLOQUIO CON I MORTI CHE MI AMARONO PERCHE' NACQUE DA LORO LA MIA VITA.
TU SOLA RIDI, O CASA DI MIA GENTE; TU SOLA RESTI, IN MEZZO ALLA ROVINA
DI TUTTI I SOGNI MIEI TRISTI E MENDACI, NELL'ORA DI MIA VITA CHE DECLINA!
TU SOLA VIENI, O CASA DELL'INFANZIA, AL MIO RICORDO E ALLA MIA SPERANZA,
E, NEL MIO FOLLE ERRORE SENZA QUIETE, QUESTA SOLA DOLCEZZA OGGI MI AVANZA.
TORNERO' BIMBO SULLE TUE TERRAZZE; GUARDERO' , NELLE NOTTI, LE TUE STELLE
TREMARE SULLE TORRI DELLE CHIESE, CI SARA' IL CANTO DELLE MIE SORELLE,
CI SARA' L'OMBRA DI MIA MADRE E IL GRIDO DEL VECCHIO GALLO, ALL'ALBA NEI CORTILI
E, DALLE TUE FINESTRE, NELL'AZZURRO, VEDRO' SPUNTARE I RINASCENTI APRILI.
E SARA' LA MIA GIOIA E LA MIA PACE: L'UNICA GIOIA CHE PUO' DARE IL MONDO,
L'UNICA PACE CHE PUO' DAR LA VITA: VIVERE SOTTO IL BEL CIELO GIOCONDO DI NOSTRA TERRA, QUELLO CHE CI FULSE NEGLI OCCHI QUANDO NOI FUMMO CREATI E MORIRE COSI', SERENAMENTE, ACCANTO AI NOSTRI MORTI E AI NOSTRI NATI.
mercoledì 13 aprile 2011
L' AVE ( DIEGO VALERI)
LA CAMPANA HA CHIAMATO,
E L'ANGELO E' VENUTO.
LIEVE LIEVE HA SFIORATO
CON L'ALA DI VELLUTO
IL POVERO PAESE;
V'HA SPARSO UN TENUE LUME
DI PERLA E DI TURCHESE
E UN PALPITO DI PIUME;
HA POSATO I DOLCI OCCHI
SU LE PIU' OSCURE SOGLIE....
POI, CON GLI ULTIMI TOCCHI,
CULLATI COME FOGLIE
DAL VENTO DELLA SERA
SE N'E' VOLATO VIA:
A PORTAR LA PREGHIERA
DEGLI UMILI A MARIA.
martedì 12 aprile 2011
LA GIOVINEZZA E LA VECCHIEZZA (LEONARDO DA VINCI)
ACQUISTA COSA NELLA TUA GIOVENTU',CHE RISTORI IL DANNO DELLA TUA VECCHIEZZA.
E SE TU INTENDI LA VECCHIEZZA AVER PER SUO CIBO LA SAPIENZA, ADOPERATI IN TAL MODO LA GIOVENTU', CHE A TAL VECCHIEZZA NON MANCHI IL NUTRIMENTO.
E SE TU INTENDI LA VECCHIEZZA AVER PER SUO CIBO LA SAPIENZA, ADOPERATI IN TAL MODO LA GIOVENTU', CHE A TAL VECCHIEZZA NON MANCHI IL NUTRIMENTO.
ACQUERELLO (ADA NEGRI)
GIOCA UNA SCHIERA
DI BAMBINI SUL PRATO. - E' MITE IL GIORNO;
PIENA DI LUCI E DI CAREZZE, INTORNO
ALEGGIA PRIMAVERA.
RIDONO I CIELI
E L'ERBE NUOVE; SENZA FRONDE, PURA
BIANCHEGGIA LA VIRGINEA FIORITURA
DEI MANDORLI E DEI MELI.
A LE FINESTRE
SCHIUSE A LA GIOIA DE L'ARIA E DEL SOLE,
PORTANO I VENTI OLEZZI DI VIOLE,
DI TIMO E DI GINESTRE.
SVOLAN CANORE
LE RONDINI, CHE AMOR TUTTE CONDUCE;
SALUTANO COI FRESCHI INNI LA LUCE,
IL NIDO, IL BIMBO, IL FIORE.
E SONO BELLI
I BIMBI, E V'E' FRA LOR LA MIA PICCINA
CHE, INCERTA ANCOR DEL PASSO, UNA MANINA
TENDE AI PIU' GRANDICELLI:
TIMIDAMENTE
COGLIE LE PRIMULE D'ORO, E POI PISPIGLIA;
E LE BRILLA D'INGENUA MERAVIGLIA
IL BRUNO OCCHIO RIDENTE.
DI BAMBINI SUL PRATO. - E' MITE IL GIORNO;
PIENA DI LUCI E DI CAREZZE, INTORNO
ALEGGIA PRIMAVERA.
RIDONO I CIELI
E L'ERBE NUOVE; SENZA FRONDE, PURA
BIANCHEGGIA LA VIRGINEA FIORITURA
DEI MANDORLI E DEI MELI.
A LE FINESTRE
SCHIUSE A LA GIOIA DE L'ARIA E DEL SOLE,
PORTANO I VENTI OLEZZI DI VIOLE,
DI TIMO E DI GINESTRE.
SVOLAN CANORE
LE RONDINI, CHE AMOR TUTTE CONDUCE;
SALUTANO COI FRESCHI INNI LA LUCE,
IL NIDO, IL BIMBO, IL FIORE.
E SONO BELLI
I BIMBI, E V'E' FRA LOR LA MIA PICCINA
CHE, INCERTA ANCOR DEL PASSO, UNA MANINA
TENDE AI PIU' GRANDICELLI:
TIMIDAMENTE
COGLIE LE PRIMULE D'ORO, E POI PISPIGLIA;
E LE BRILLA D'INGENUA MERAVIGLIA
IL BRUNO OCCHIO RIDENTE.
fotografia Piero Reggio |
lunedì 11 aprile 2011
ARTE
OHI MARI'....(ARDENGO SOFFICI)
PALAZZESCHI, ERAVAMO TRE,
NOI DUE E L'AMICA IRONIA,
A BRACCETTO PER QUELLA VIA
COSI' NOSTRA ALLE VENTITRE'.
IL NOME, CHI LO RICORDA?
DALLE PARTI DI SAN GERVASIO;
SILVIO PELLICO O METASTASIO;
C'ERA SULL'ANGOLO IN BLU.
MI RICORDO PERO' DEL RESTO:
L'OMBRA D'ORO SULLE FACCIATE,
QUALCHE RAGGIO NELLE VETRATE;
AGIATEZZA E ONORABILITA'.
TUTTO NUOVO, LE LASTRE AZZURRE
DEL MARCIAPIEDE ANNAFFIATO,
LE PERSIANE VERDI, IL SELCIATO,
I LAMPIONI COLOR CAFFE';
GIARDINETTI DISINFETTATI,
CANARINI AI SECONDI PIANI,
DROGHIERI, BARBIERI, ORTOLANI,
UN SIGNORE CHE GUARDAVA IN SU;
UN ALTRO SEDUTO AL BALCONE,
CALVO, CHE LEGGEVA IL GIORNALE,
TRA I GERANI DEL DAVANZALE
UNA BAMBINAIA COL "BEBE'".
- CHE BELLA VITA - DICESTI -
AMMOGLIATI, UNA DECORAZIONE,
QUI TRA QUESTE BRAVE PERSONE,
I MODELLI DELLA CITTA'.
CHE BELLA VITA, FRATELLO! -
E IO SAREI STATO D'ACCORDO;
MA UN ORGANETTO UN PO' SORDO
SI MISE A CANTARE: "OHI MARI'"...
E FUMMO QUATTRO ORAMAI
A BRACCETTO PER QUELLA VIA.
PECCATO!LA MALINCONIA
S'ERA INVITATA DA SE'.
NOI DUE E L'AMICA IRONIA,
A BRACCETTO PER QUELLA VIA
COSI' NOSTRA ALLE VENTITRE'.
IL NOME, CHI LO RICORDA?
DALLE PARTI DI SAN GERVASIO;
SILVIO PELLICO O METASTASIO;
C'ERA SULL'ANGOLO IN BLU.
MI RICORDO PERO' DEL RESTO:
L'OMBRA D'ORO SULLE FACCIATE,
QUALCHE RAGGIO NELLE VETRATE;
AGIATEZZA E ONORABILITA'.
TUTTO NUOVO, LE LASTRE AZZURRE
DEL MARCIAPIEDE ANNAFFIATO,
LE PERSIANE VERDI, IL SELCIATO,
I LAMPIONI COLOR CAFFE';
GIARDINETTI DISINFETTATI,
CANARINI AI SECONDI PIANI,
DROGHIERI, BARBIERI, ORTOLANI,
UN SIGNORE CHE GUARDAVA IN SU;
UN ALTRO SEDUTO AL BALCONE,
CALVO, CHE LEGGEVA IL GIORNALE,
TRA I GERANI DEL DAVANZALE
UNA BAMBINAIA COL "BEBE'".
- CHE BELLA VITA - DICESTI -
AMMOGLIATI, UNA DECORAZIONE,
QUI TRA QUESTE BRAVE PERSONE,
I MODELLI DELLA CITTA'.
CHE BELLA VITA, FRATELLO! -
E IO SAREI STATO D'ACCORDO;
MA UN ORGANETTO UN PO' SORDO
SI MISE A CANTARE: "OHI MARI'"...
E FUMMO QUATTRO ORAMAI
A BRACCETTO PER QUELLA VIA.
PECCATO!LA MALINCONIA
S'ERA INVITATA DA SE'.
domenica 10 aprile 2011
da "Un eremo non è un guscio di lumaca" A. Zarri ed Einaudi
LE ROSE:
....Pierre de Ronsard,una rosa inglese di forma antica alla quale hanno dato il nome del poeta e poi la Banksiae Lutea dai lunghi rami arcuati, splendenti di una fioritura dorata. E poi un'altra Banksiae bianca che è fiorita non più nel prato ma nel frutteto.Ho sempre amato le rose botaniche e ne ho scritto spesso.Mentre un tempo, prima delle ibridazioni ottocentesche, le rose antiche erano comunissime (le sole che allora esistessero),oggi sono quasi introvabili;e per trovarle bisogna andare in vivai specializzati. Nella maggior parte dei vivai ti vendono infatti le solite rose moderne: rigide e sussiegose, nei loro steli altissimi, monotone, nelle loro corolle turbinate, adatte a fare mazzi facili ma legnosi ed eguali, con quegli steli che sembrano quasi dei righelli o delle stecche di legno, tanto sono ritti e impalati come soldati sull'attenti. I mazzi invece , con le mie "botaniche", sono più difficili da comporre; ma quanta eleganza e fantasia e varietà di forme. I lunghi rami si distendono e mollemente ricadono, si adagiano e sovente si posano sul tavolo, come pigri e stanchi, per il peso dei fiori.Le botaniche non puoi governarle e programmarle: devi seguirne le volute e obbedirne la volontà segreta.Sono loro a comandare la forma e l'armonia del mazzo. Vogliamo simbolizzare il loro comportamento? Le moderne sono docili e servili:come le metti stanno; le antiche sono libere e indipendenti come gli animali più fieri: come i gatti.Non li puoi comandare; sono loro che scelgono i momenti di effusione, le fusa e le fughe.Devi amarli così, nella loro fierezza. Analogamente le rose antiche: si espandono, ricadono, si dispongono come vogliono.........
....Pierre de Ronsard,una rosa inglese di forma antica alla quale hanno dato il nome del poeta e poi la Banksiae Lutea dai lunghi rami arcuati, splendenti di una fioritura dorata. E poi un'altra Banksiae bianca che è fiorita non più nel prato ma nel frutteto.Ho sempre amato le rose botaniche e ne ho scritto spesso.Mentre un tempo, prima delle ibridazioni ottocentesche, le rose antiche erano comunissime (le sole che allora esistessero),oggi sono quasi introvabili;e per trovarle bisogna andare in vivai specializzati. Nella maggior parte dei vivai ti vendono infatti le solite rose moderne: rigide e sussiegose, nei loro steli altissimi, monotone, nelle loro corolle turbinate, adatte a fare mazzi facili ma legnosi ed eguali, con quegli steli che sembrano quasi dei righelli o delle stecche di legno, tanto sono ritti e impalati come soldati sull'attenti. I mazzi invece , con le mie "botaniche", sono più difficili da comporre; ma quanta eleganza e fantasia e varietà di forme. I lunghi rami si distendono e mollemente ricadono, si adagiano e sovente si posano sul tavolo, come pigri e stanchi, per il peso dei fiori.Le botaniche non puoi governarle e programmarle: devi seguirne le volute e obbedirne la volontà segreta.Sono loro a comandare la forma e l'armonia del mazzo. Vogliamo simbolizzare il loro comportamento? Le moderne sono docili e servili:come le metti stanno; le antiche sono libere e indipendenti come gli animali più fieri: come i gatti.Non li puoi comandare; sono loro che scelgono i momenti di effusione, le fusa e le fughe.Devi amarli così, nella loro fierezza. Analogamente le rose antiche: si espandono, ricadono, si dispongono come vogliono.........
rosa inglese Banksiae |
UNA PARTITA DI CALCIO SPECIALE (LUCIANO FOLGORE)
GIOCANO AL CALCIO I GRILLI
E NON LASCIAN TRANQUILLI
I FIORI CIRCOSTANTI.
HAN SCELTO COME PALLA
UNA MIMOSA GIALLA.
IL GRILLO CENTROAVANTI
LA PASSA AD UN TERZINO,
CHE CON IL SUO ZAMPINO,
LE FA FARE UN BEL VOLO
AD UN PALMO DAL SUOLO.
VICINO A UN PARACARRO
CI STA COMPAR RAMARRO
CHE SEGUE LA VOLATA
A BOCCA SPALANCATA.
COMPIUTO IL SUO TRAGITTO,
LA PALLA POCO ESPERTA
FINISCE A CAPOFITTO
DENTRO LA BOCCA APERTA
DEL RAMARRO CHE DICE:
- GOAL! - E, TUTTO FELICE
PER L'IMPROVVISA PAPPA,
INGOIA IL FIORE E SCAPPA.
E NON LASCIAN TRANQUILLI
I FIORI CIRCOSTANTI.
HAN SCELTO COME PALLA
UNA MIMOSA GIALLA.
IL GRILLO CENTROAVANTI
LA PASSA AD UN TERZINO,
CHE CON IL SUO ZAMPINO,
LE FA FARE UN BEL VOLO
AD UN PALMO DAL SUOLO.
VICINO A UN PARACARRO
CI STA COMPAR RAMARRO
CHE SEGUE LA VOLATA
A BOCCA SPALANCATA.
COMPIUTO IL SUO TRAGITTO,
LA PALLA POCO ESPERTA
FINISCE A CAPOFITTO
DENTRO LA BOCCA APERTA
DEL RAMARRO CHE DICE:
- GOAL! - E, TUTTO FELICE
PER L'IMPROVVISA PAPPA,
INGOIA IL FIORE E SCAPPA.
sabato 9 aprile 2011
tempo di ricordi
RICORDO BENE
LA SALITA DI AGLIANO
BREVE - UNO SCATTO.
E LA DISCESA
LA CASA DELLO ZIO
LA STRADA BIANCA.
LA SALITA DI AGLIANO
BREVE - UNO SCATTO.
E LA DISCESA
LA CASA DELLO ZIO
LA STRADA BIANCA.
IL MAGO BAMBINO (ANTONIO RUBINO)
SE UN BIMBO LA LOGICA IGNORA
E SA VERAMENTE GIOCARE,
FA CENTO MIRACOLI ALL'ORA
COSI', SENZA FARSI PREGARE.
SA FAR TROTTAR GLI SGABELLI,
SA FAR PARLARE GLI ORSACCHIOTTI,
FA STARE IN ARIA I CASTELLI,
TRAMUTA LA TERRA IN BISCOTTI.
TRASFORMA LE SEDIE IN VAGONI,
SALTELLA DAL PALO ALLA FRASCA,
E' BUONO DI SPENDER MILIONI
CON MEN D'UN CENTESIMO IN TASCA.
ASCIUTTO DI PANNI E DI PELLE
CONQUISTA I TESORI DEL MARE,
ED URTA COL CAPO LE STELLE
APPENA SI METTE A VOLARE.
MA QUANDO PIANINO PIANINO
VIEN L'ORA DI FARE MERENDA,
PEL PICCOLO MAGO-BAMBINO
PIU' GRAVE SI FA LA FACCENDA!
QUEL MAGO, GIA' TANTO POTENTE
DI FARE I MIRACOLI CESSA:
GLI FA L'APPETITO CRESCENTE
ASSUMERE UN'ARIA DISMESSA.
IN CERCA D'AIUTI S'AFFRETTA
E CHIEDE CON MESTO SUSSURRO:
- PUOI DARMELA, MAMMA, UNA FETTA
DI PANE, CON TANTO DI BURRO? - .
E SA VERAMENTE GIOCARE,
FA CENTO MIRACOLI ALL'ORA
COSI', SENZA FARSI PREGARE.
SA FAR TROTTAR GLI SGABELLI,
SA FAR PARLARE GLI ORSACCHIOTTI,
FA STARE IN ARIA I CASTELLI,
TRAMUTA LA TERRA IN BISCOTTI.
TRASFORMA LE SEDIE IN VAGONI,
SALTELLA DAL PALO ALLA FRASCA,
E' BUONO DI SPENDER MILIONI
CON MEN D'UN CENTESIMO IN TASCA.
ASCIUTTO DI PANNI E DI PELLE
CONQUISTA I TESORI DEL MARE,
ED URTA COL CAPO LE STELLE
APPENA SI METTE A VOLARE.
MA QUANDO PIANINO PIANINO
VIEN L'ORA DI FARE MERENDA,
PEL PICCOLO MAGO-BAMBINO
PIU' GRAVE SI FA LA FACCENDA!
QUEL MAGO, GIA' TANTO POTENTE
DI FARE I MIRACOLI CESSA:
GLI FA L'APPETITO CRESCENTE
ASSUMERE UN'ARIA DISMESSA.
IN CERCA D'AIUTI S'AFFRETTA
E CHIEDE CON MESTO SUSSURRO:
- PUOI DARMELA, MAMMA, UNA FETTA
DI PANE, CON TANTO DI BURRO? - .
venerdì 8 aprile 2011
la mia città
PAESELLO (CORRADO GOVONI)
PAESELLO
FRA SMERALDI DI MONTI
UNA PENNA NERA DIETRO UN MURO SERENO
UN RUSCELLO
CON LA VOCE DI DUE PASSERI IN VISTA
UN DIROCCATO CASTEL D'EDERA
CHE NEL CIEL S'INABISSA
UNA CHIESINA
DALLA FACCIA DI CENTENARIA
TUTTA RUGHE CHISSA' SE PIANGE O RIDE
DAL GRUPPO DELLE CASE SI DIVIDE
CON QUELLA CAMPANINA
CHE INVITA STA QUI STA QUI
STA QUI
L'AMORE LA FELICITA'
LA PACE
SVANISCE TUTTO COME UN FIOCCO D'ARIA
QUANDO TACE.
FRA SMERALDI DI MONTI
UNA PENNA NERA DIETRO UN MURO SERENO
UN RUSCELLO
CON LA VOCE DI DUE PASSERI IN VISTA
UN DIROCCATO CASTEL D'EDERA
CHE NEL CIEL S'INABISSA
UNA CHIESINA
DALLA FACCIA DI CENTENARIA
TUTTA RUGHE CHISSA' SE PIANGE O RIDE
DAL GRUPPO DELLE CASE SI DIVIDE
CON QUELLA CAMPANINA
CHE INVITA STA QUI STA QUI
STA QUI
L'AMORE LA FELICITA'
LA PACE
SVANISCE TUTTO COME UN FIOCCO D'ARIA
QUANDO TACE.
fotografia Piero Reggio |
giovedì 7 aprile 2011
FANCIULLA E RUSCELLO (DIEGO VALERI )
COSI' BIANCA NELL'OMBRA VERDE! E' CHINA
SUL RIVO, AD ASCOLTARE
IL SUONO DELLE PICCOLE ONDE CHIARE
SOTTO I SILENZI ALTI DELLA MATTINA.
ORA BATTE LE CIGLIA,APRE UN SORRISO
STUPIDO. DICE:BELLO!
HA VISTO NEL RUSCELLO
SORRIDERE IL SUO VISO,
HA SENTITO IL SUO NOME
FARSI E DISFARSI, COME
UNA TREMULA SCIA
NELLA VOCE DELL'ACQUA CHE VA VIA.
SUL RIVO, AD ASCOLTARE
IL SUONO DELLE PICCOLE ONDE CHIARE
SOTTO I SILENZI ALTI DELLA MATTINA.
ORA BATTE LE CIGLIA,APRE UN SORRISO
STUPIDO. DICE:BELLO!
HA VISTO NEL RUSCELLO
SORRIDERE IL SUO VISO,
HA SENTITO IL SUO NOME
FARSI E DISFARSI, COME
UNA TREMULA SCIA
NELLA VOCE DELL'ACQUA CHE VA VIA.
fiume Tanaro
MI RACCONTO' LA VITA
M'INSEGNO' LE STAGIONI
COMPAGNO DI UN DELIRIO
MI LASCIO' COME LEGNO ALLA DERIVA.
SULLA SABBIA
TRA I PIOPPI
SOTTO LE STELLE
S'IMPARAVA L'AMORE
A VOLTE (PER GIOCO)
NEI GORGHI SI MORIVA
(MI DISSERO DI UN RAGAZZO MAI PIU' RITROVATO)
MI RACCONTO' LA VITA
M'INSEGNO' IL SILENZIO
COMPAGNO DI UN DELIRIO
MI LASCIO' COME LEGNO ALLA DERIVA.
M'INSEGNO' LE STAGIONI
COMPAGNO DI UN DELIRIO
MI LASCIO' COME LEGNO ALLA DERIVA.
SULLA SABBIA
TRA I PIOPPI
SOTTO LE STELLE
S'IMPARAVA L'AMORE
A VOLTE (PER GIOCO)
NEI GORGHI SI MORIVA
(MI DISSERO DI UN RAGAZZO MAI PIU' RITROVATO)
MI RACCONTO' LA VITA
M'INSEGNO' IL SILENZIO
COMPAGNO DI UN DELIRIO
MI LASCIO' COME LEGNO ALLA DERIVA.
mercoledì 6 aprile 2011
a una persona speciale: "Il bagno della fata" di Ugo Betti (1892-1953) con un augurio di buona serata
DOPO IL BAGNO LA FATINA
TUTTA STILLANTE RIDENTE NUDA,
LASCIA LA FONTE CHIACCHIERINA,
CORRE SOTTO LA LATTUGA....
MA LA SUA ROBA? L'HANNO RUBATA!
CHE FARA' LA POVERA FATA?
CON PELO DI GEMMA IN UN MINUTO
SI FA UN MANTELLO DI BIONDO VELLUTO;
PRENDE L'ARGENTEA SCORZA DI UN FAGGIO,
ED ECCO SCARPETTE PER FARE VIAGGIO.
IL CAPPELLINO? UN RICCIO DI CASTAGNO.
LA VELETTA' LA RUBA AL RAGNO.
TRE PIUME DI PASSERO PER VENTAGLIO,
UNA COCCINELLA PER FERMAGLIO!
POI, PER BOCCOLE ALL'ORECCHIO
MESSI DUE CECI DI GAGGIA,
ALLA FONTANA, CH'E' IL SUO SPECCHIO,
FA UN INCHINO, CON CIVETTERIA....
COSI' QUEL GIORNO LA FATINA NUDA
SI VESTIVA SOTTO LA LATTUGA.
TUTTA STILLANTE RIDENTE NUDA,
LASCIA LA FONTE CHIACCHIERINA,
CORRE SOTTO LA LATTUGA....
MA LA SUA ROBA? L'HANNO RUBATA!
CHE FARA' LA POVERA FATA?
CON PELO DI GEMMA IN UN MINUTO
SI FA UN MANTELLO DI BIONDO VELLUTO;
PRENDE L'ARGENTEA SCORZA DI UN FAGGIO,
ED ECCO SCARPETTE PER FARE VIAGGIO.
IL CAPPELLINO? UN RICCIO DI CASTAGNO.
LA VELETTA' LA RUBA AL RAGNO.
TRE PIUME DI PASSERO PER VENTAGLIO,
UNA COCCINELLA PER FERMAGLIO!
POI, PER BOCCOLE ALL'ORECCHIO
MESSI DUE CECI DI GAGGIA,
ALLA FONTANA, CH'E' IL SUO SPECCHIO,
FA UN INCHINO, CON CIVETTERIA....
COSI' QUEL GIORNO LA FATINA NUDA
SI VESTIVA SOTTO LA LATTUGA.
RAMI DI PESCO ( ADA NEGRI)
FERMA AL QUADRIVIO, MENTRE PIOVE E SPIOVE
SOTTO L'ASPRO ALTERNAR DELLE VENTATE
SCHIOCCANTI COME FRUSTE SULLE FACCE
DI CHI VA, DI CHI VIENE, UNA VECCHIETTA
VENDE RAMI DI PESCO. O PRIMAVERA
PER POCHI SOLDI! O RISO, O TREMOLIO
DI STELLE ROSEE SU BAGNATE PIETRE!
SCOMPARE AGLI OCCHI MIEI LA STRADA URBANA
CON FANGO E FOLLA E STRIDER DI CONVOGLI
SULLE ROTAIE, E SAETTAR NEMICO
D'AUTOMOBILI IN CORSA. ECCO, E IN UN CAMPO
MI TROVO: E' VERDE: DI FRUMENTO A PENA
SORTO DAL SUOLO, PIOPPI E GELSI INTORNO
CON LA PROMESSA DELLE FRONDE AL SOMMO
DEI RAMI AVVOLTI IN UNA NEBBIA D'ORO:
E PESCHI: OH LIEVI, O GRACILI, D'UN ROSA
CHE NON E' DELLA TERRA: CH'E' DI TUNICHE
D'ANGELI, SCESI A BENEDIRE I PRIMI
GERMOGLI, E PRONTI, A UN ALITO DI BREZZA,
A RIVOLAR DA NUBE A NUBE IN CIELO.
SOTTO L'ASPRO ALTERNAR DELLE VENTATE
SCHIOCCANTI COME FRUSTE SULLE FACCE
DI CHI VA, DI CHI VIENE, UNA VECCHIETTA
VENDE RAMI DI PESCO. O PRIMAVERA
PER POCHI SOLDI! O RISO, O TREMOLIO
DI STELLE ROSEE SU BAGNATE PIETRE!
SCOMPARE AGLI OCCHI MIEI LA STRADA URBANA
CON FANGO E FOLLA E STRIDER DI CONVOGLI
SULLE ROTAIE, E SAETTAR NEMICO
D'AUTOMOBILI IN CORSA. ECCO, E IN UN CAMPO
MI TROVO: E' VERDE: DI FRUMENTO A PENA
SORTO DAL SUOLO, PIOPPI E GELSI INTORNO
CON LA PROMESSA DELLE FRONDE AL SOMMO
DEI RAMI AVVOLTI IN UNA NEBBIA D'ORO:
E PESCHI: OH LIEVI, O GRACILI, D'UN ROSA
CHE NON E' DELLA TERRA: CH'E' DI TUNICHE
D'ANGELI, SCESI A BENEDIRE I PRIMI
GERMOGLI, E PRONTI, A UN ALITO DI BREZZA,
A RIVOLAR DA NUBE A NUBE IN CIELO.
MIA MADRE
CON MIA MADRE
TRA I BANCHI DEL MERCATO
CON QUESTA LUCE!
FORSE E' NEL SANGUE
L'AVEVA MIA MADRE
QUESTO LANGUORE.
TRA I BANCHI DEL MERCATO
CON QUESTA LUCE!
FORSE E' NEL SANGUE
L'AVEVA MIA MADRE
QUESTO LANGUORE.
martedì 5 aprile 2011
ALLA PITTRICE AMELIA PLATONE
MOMENTO (P. VERLAINE)
VANNO LE SIEPI E L'ERBE
ALL'INFINITO, MARE
CHIARO TRA NEBBIE CHIARE,
BACCHE MATURE, ACERBE.
UN MULINO. RISTORO
AGRESTE.AGNELLI, E ANCHE
GRANDI PECORE BIANCHE
COME LA LANA LORO.
ALBERI A PAIO A PAIO
IN FILA, TENUE VERDE
DOVE RUZZA E SI PERDE
QUALCHE PULEDRO BAIO.
UN LIEVE VENTO BATTE
L'ONDE, LE PIU' LONTANE.
ACCORDI DI CAMPANE,
CIELO EGUALE DI LATTE.
Sisley |
lunedì 4 aprile 2011
IL TEMPO.
NON E' DIFFICILE
BUTTARSI NELLA VITA
L'ULTIMA VOLTA.
OH! BANDONEON
SUONA LA NOSTALGIA
ENTRAMI DENTRO.
COME UN OGGETTO
IL TEMPO MI CONSUMA
SOMMESSO UN CANTO.
BUTTARSI NELLA VITA
L'ULTIMA VOLTA.
OH! BANDONEON
SUONA LA NOSTALGIA
ENTRAMI DENTRO.
COME UN OGGETTO
IL TEMPO MI CONSUMA
SOMMESSO UN CANTO.
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
ALLA PRIMULA.
DI TUTTE LE GIOIE DELLA PRIMAVERA LA PIU' BELLA E'
DI NUOVO BERE IL TUO RESPIRO,
O PIU' FRESCO DEI FIORI;
LA CAMPANULA ILLUMINA LA MACCHIA
IL RANUNCOLO COPRE LA VALLE,
MA LA TUA FRANCA BELLEZZA SOVRASTA
NEI CAMPI APERTI
L'ERBA NOVELLA, PER APRIRSI AL BACIO
DEL SOLE, DEL VENTO E DELLA PIOGGIA
DONANDO L'ESSENZA
DI PRIMAVERA CON QUELLE GOCCE ROSSE
CHE TINSERO IL SENO DI IMOGENE.
COSPARSA DI LENTIGGINI SEI COME LA FANCIULLA
CHE S'INGINOCCHIA E STRAPPA
IL TUO STELO ROBUSTO;
E SI RIEMPIE DELL'ORO TUO PURO
IL GREMBO DAL NIVEO GREMBUILE,
BIANCO TESORO DI RICCHEZZA NON DETTA,
E ABILMENTE RACCOGLIE
IN AMPIA PROFUSIONE
UN GLOBO REGALE
E PER SCETTRO SI PRENDE
QUEL FIORE CHE PIU' ALTA LA TESTA TIENE
NELL'ORGOGLIOSA FORZA DELLA. LINFA D'APRILE.
MIO PRIMO AMORE TRA I FIORI, COM'E' BELLO
POSAR LA FACCIA BRUCIATA DAL SOLE
SU UN'ERBA COSI' RICCA,
DA FARE SMORTA LA PAROLA "VERDE",
E STRINGER IN UN SOLO ABBRACCIO
LE TESTE RAGGRUPPATE DEI FIORI DA ME COLTI,
E BACIARE LE PURE
CALDE LABBRA DI QUELLE ADUNATE SORELLE,
O NEL MEZZO DEL LORO DORATO ROSSORE
RACCHIUDERE
L'AUREO ROSSORE DI UNA PRIMULA REGINA
CHE REGNO' SOLITARIA IN ALTEZZOSA GRAZIA.
domenica 3 aprile 2011
FIORI
canzonetta d'aprile (Ettore Romagnoli)
BUON DI', PRIMAVERA!
MI SCIOLGO DAI LIEVI
MIEI SOGNI, E TI MIRO.
DAI GHIACCI E LE NEVI,
DAL RABIDO SPIRO
DEI NORDICI VENTI,
DALL'ALBE RIGENTI,
DAI FIUMI DI GELO,
DAL NUBILO CIELO,
TRA I VOLI DELL'AURA
CHE FRESCA TI CULLA
O NIVEA FANCIULLA
IN CANDIDE VESTI,
A NOI TU RIEDESTI;
BUON DI', PRIMAVERA!
BUON DI', PRIMAVERA!
QUEST'AURA CHE MOLLE
LA FRONTE MI SFIORA
LEVOSSI ALL'AURORA:
I VERDI GERMOGLI
DESTO' FRA LE ZOLLE,
VOLO' SUI TRIFOGLI,
BACIO' DEGLI ANEMONI
LE ROSEE COROLLE,
SFIORO' DEI PAPAVERI
I PETALI ROSSI,
CHINO' LE VIOLE
SUL CIGLIO DEI FOSSI,
SCHERZO' FRA GLI STAMI
DEI MOLLI CICLAMI,
ERRO' FRA LE AIUOLE
DEL CHIUSO VERZIERE,
ASCESE TRA I RAMI
DEI MANDORLI IN FIORE,
RAPI' DI TRA GLI EMBRICI
SU L'ALI LEGGERE
LE RONDINI A SCHIERE.
COME AUREO NEMBO,
DI VIVIDO LUME,
DI OLEZZI, DI POLLINE,
DI MORBIDE PIUME,
IN AGILE DANZA
M'INONDA LA STANZA:
BUON DI', PRIMAVERA!
OH RORIDO NEMBO
CHE AL SOLE D'UN'IRI
TREMANTE TI FINGI,
NELL'UMIDO GREMBO
M'ACCOGLI, MI STRINGI.
CON AGILI GIRI
RAPISCIMI A VOLO,
PEL FLORIDO SUOLO,
FRA I GERMI CHE SBOCCIANO
FRA I GRIGI OLIVETI
TRA I PALLIDI SALICI,
SUI RIVI CHE LIETI
GIA' CROSCIAN PEL MONTE,
SIN DOVE CERULEA
DELL'AMPIO ORIZZONTE
LA VISTA SI PERDE,
MI RECA FRA IL VERDE.
BUON DI',PRIMAVERA!
FINCHE' CUOPRA IL CIELO
CINEREO VELO,
ED ESPERO LEVI
LA TREPIDA FACE;
E SIMILE A FORMA
DI LABILE SOGNO
SU BIMBO CHE DORMA,
TRANQUILLA, LEGGERA,
SUL MONDO CHE TACE,
DISCENDA LA SERA:
BUON DI', PRIMAVERA!.
MI SCIOLGO DAI LIEVI
MIEI SOGNI, E TI MIRO.
DAI GHIACCI E LE NEVI,
DAL RABIDO SPIRO
DEI NORDICI VENTI,
DALL'ALBE RIGENTI,
DAI FIUMI DI GELO,
DAL NUBILO CIELO,
TRA I VOLI DELL'AURA
CHE FRESCA TI CULLA
O NIVEA FANCIULLA
IN CANDIDE VESTI,
A NOI TU RIEDESTI;
BUON DI', PRIMAVERA!
BUON DI', PRIMAVERA!
QUEST'AURA CHE MOLLE
LA FRONTE MI SFIORA
LEVOSSI ALL'AURORA:
I VERDI GERMOGLI
DESTO' FRA LE ZOLLE,
VOLO' SUI TRIFOGLI,
BACIO' DEGLI ANEMONI
LE ROSEE COROLLE,
SFIORO' DEI PAPAVERI
I PETALI ROSSI,
CHINO' LE VIOLE
SUL CIGLIO DEI FOSSI,
SCHERZO' FRA GLI STAMI
DEI MOLLI CICLAMI,
ERRO' FRA LE AIUOLE
DEL CHIUSO VERZIERE,
ASCESE TRA I RAMI
DEI MANDORLI IN FIORE,
RAPI' DI TRA GLI EMBRICI
SU L'ALI LEGGERE
LE RONDINI A SCHIERE.
COME AUREO NEMBO,
DI VIVIDO LUME,
DI OLEZZI, DI POLLINE,
DI MORBIDE PIUME,
IN AGILE DANZA
M'INONDA LA STANZA:
BUON DI', PRIMAVERA!
OH RORIDO NEMBO
CHE AL SOLE D'UN'IRI
TREMANTE TI FINGI,
NELL'UMIDO GREMBO
M'ACCOGLI, MI STRINGI.
CON AGILI GIRI
RAPISCIMI A VOLO,
PEL FLORIDO SUOLO,
FRA I GERMI CHE SBOCCIANO
FRA I GRIGI OLIVETI
TRA I PALLIDI SALICI,
SUI RIVI CHE LIETI
GIA' CROSCIAN PEL MONTE,
SIN DOVE CERULEA
DELL'AMPIO ORIZZONTE
LA VISTA SI PERDE,
MI RECA FRA IL VERDE.
BUON DI',PRIMAVERA!
FINCHE' CUOPRA IL CIELO
CINEREO VELO,
ED ESPERO LEVI
LA TREPIDA FACE;
E SIMILE A FORMA
DI LABILE SOGNO
SU BIMBO CHE DORMA,
TRANQUILLA, LEGGERA,
SUL MONDO CHE TACE,
DISCENDA LA SERA:
BUON DI', PRIMAVERA!.
sabato 2 aprile 2011
NESSUNA META
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
Oh come questa primavera d'amore somiglia
All'incerto splendore di un giorno d'aprile!
Adesso mostra tutto la bellezza del sole
E tutto tra poco una nube porta via.
( Due gentiluomini di Verona - Shakespeare)
E anemoni e violette
Colorati ma ancora senza profumo
Coronano il pallido anno, debole e nuovo.
(Shelley)
Finchè ci sarà un sole che tramonta
Avranno le primule gloria,
Finchè ci saranno viole
Esse vivranno in una storia.
(Wordsworth)
All'incerto splendore di un giorno d'aprile!
Adesso mostra tutto la bellezza del sole
E tutto tra poco una nube porta via.
( Due gentiluomini di Verona - Shakespeare)
E anemoni e violette
Colorati ma ancora senza profumo
Coronano il pallido anno, debole e nuovo.
(Shelley)
Finchè ci sarà un sole che tramonta
Avranno le primule gloria,
Finchè ci saranno viole
Esse vivranno in una storia.
(Wordsworth)
venerdì 1 aprile 2011
fiori e balconi
Con riferimento al brano della Zarri si può ribadire che anche un balcone o un davanzale possono offrire le stesse sensazioni e le stesse magie.Basta saperle trovare.I fiori si possono piantare e curare dappertutto, hanno solo bisogno di luce,acqua e amore.E anche un giro sul balcone la mattina presto aiuta ad affrontare serenamente la giornata.
fotografia Reggio Piero |
da "Un eremo non è un guscio di lumaca" A. Zarri ed Einaudi
....Con la primavera comincia il lavoro dei campi e cambia il ritmo della vita.Gli orari di levata e di riposo sono gli stessi ma, al loro interno, cambia la disposizione dei lavori. E c'è , in questo cambiare, un valore di ascolto, di accettazione: come un modellarsi, attento e docile, sulla stagione che ci fa aderire più intimamente alla vita, con i suoi ritmi e i suoi tempi, un impastarci più denso con la terra, le erbe, la luce, il sole, le cose: un atteggiamento contemplativo che è come l'orizzonte remoto della preghiera vera e propria. Ritengo che la disposizione essenziale della preghiera sia l'accoglienza; ma l'accoglienza non è un atteggiamento che si improvvisa: ha radici lontane in tutto un mondo di essere e di sentire. Aprirsi, con amorosa attenzione alle cose, è già una forma di accoglienza; disporsi all'attesa della primavera, aspettare i germogli, le erbe, i profumi della terra, è già una forma di accoglienza.La rinnovata meraviglia per il miracolo del mondo che si rinnova ad ogni stagione è già un inizio di quello stupore religioso che ci prende, al cospetto di Dio.Ecco quindi l'aprirsi alle cose, con tutti i pori spalancati a ricevere i messaggi della terra, che può farsi sostanza di preghiera;poichè le cose sono una sorta di sacramento di Dio.Allora, per chi ne abbia possibilità, fare un piccolo giro mattutino per sorvegliare i germogli, seguire il loro sviluppo, sorprendere il primo bocciolo nascosto, sarà un preludio alla preghiera forse più utile delle "composizioni di luogo" ignaziane.Mentre scrivo è prima mattina e il sole,finalmente tornato dopo mesi di esilio, sta asciugando la rugiada.Fra poco scenderò, calzerò un paio di stivali per camminare sull'erba bagnata, e andrò a fare il mio giro nell'orto:un giro gratuito che poi, per strada, trova anche una sua non programmata utilità. Perchè qua troverò un'erbaccia da togliere, là una dorifora da eliminare, là ancora un germoglio caduto da sostenere con una legatura....E' la vita che rompe la crosta della terra per farsi la sua strada verso l'aria e la luce (e a volte ci sarà anche bisogno di aiutarla e spezzare la crosta indurita per aprire un varco al germoglio...)Che le sensibilità un pò sacrali mi perdonino ma una visita all'orto è un pò come una visita in cappella: un incontro.Con le cose e con Dio.E in un primo tempo l'incontro con le cose può prepararci,o conseguire all'incontro con Dio; poi diventa quasi la stessa esperienza........
canzone d'aprile (Giuseppe Villaroel)
CANZONE SERENA D'APRILE
NEL VENTO PRIMAVERILE,
NEI RAMI,NEI FIORI, NEI VOLI,
SOSPESA SUI MONTI, SUI BROLI,
CANTATA DA TUTTE LE COSE,
DA TUTTE LE STELLE, DAL SOLE!
CANZONE D'APRILE: PAROLE
DI TENEREZZA E D'AMORE
DETTE DA OGNI BOCCA: SPLENDORE
DI CIELI, DI VILLE E DI ROSE;
GIOIA DI FARFALLE SUI PRATI;
INCANTO DI VELE SUI MARI;
BELLEZZA DI NOTTI LUNARI
DENTRO I BOSCHI ADDORMENTATI;
SERENATE DIETRO LE PORTE;
TRIPUDIO DI VITE RISORTE
AL BACIO DELLA PRIMAVERA,
QUANDO, NEL SILENZIO DELLA SERA,
CANTANO I GRILLI A CORO
E - COME UNA GONDOLA D'ORO -
LA LUNA COMINCIO' IL VIAGGIO
VERSO UN IGNOTO MIRAGGIO
PER L'INFINITA LAGUNA
DEL CIELO E PER OGNI VIA
RISUONA L'AVEMARIA.
CANZONE D'APRILE CHE ADUNA
SUI TETTI LA SINFONIA
DEGLI UCCELLI E DENTRO LE AIUOLE
IL PROFUMO DELLE VIOLE!
CANZONE D'APRILE CHE SCHIUDE
I VECCHI BALCONI E C'INVITA
SULLE TERRAZZE A SENTIRE
LA GRANDE ARMONIA DELLA VITA
CHE RICOMINCIA E C'ILLUDE
ANCORA IN UN SOGNO CHE TORNA
NEL CUORE COL PRIMO APPARIRE
DELLE RONDINI, A SCHIERE, SUL MARE!
CANZONE D'APRILE: DOLCEZZA
DI RINASCERE AD OGNI MATTINO;
TENEREZZA SUPREMA D'AMORE
QUESTO PRODIGIO DIVINO
DI ETERNA GIOVINEZZA!
FIORISCONO VERDI I GIARDINI,
RIPRENDONO ANCORA, I BAMBINI
I LORO GIUOCHI INFANTILI.
GUARDANO INTORNO LE MAMME
FELICI, CON OCCHI FEBBRILI
D'AMORE; E I LONTANI TRAMONTI
RISPLENDONO TUTTI DI FIAMME
PERCHE' IL SOLE LASCIA SUI MONTI
L'INCENDIO DEGLI ORIZZONTI.
CANZONE D'APRILE: LA GLORIA
UN INNO DI ALLEGRE CAMPANE
SQUILLANTI DA TUTTE LE CHIESE!
E' UN GEMITO DI VOCI UMANE
CHE CHIEDONO PACE AL SIGNORE.
E' UN CANTO INFINITO D'AMORE
CHE SEGNA L'ETERNA VITTORIA
DI CRISTO SUL MONDO OVE SCESE
DAL SOGLIO DEL PARADISO
PER DARE A TUTTI IL SORRISO
DI DIO! CANZONE D'APRILE
NEI VENTI, NEI CIELI, NEI CUORI,
NEL POLLINE ARDENTE DEI FIORI!
PREGHIAMO, BAMBINI. DOMANI
LA TERRA SARA' RIVESTITA
DI MERAVIGLIOSA PUREZZA
E TUTTI GLI ANIMI UMANI
RITROVERANNO LA VITA
SPLENDENTE DI NUOVA BELLEZZA.
NEL VENTO PRIMAVERILE,
NEI RAMI,NEI FIORI, NEI VOLI,
SOSPESA SUI MONTI, SUI BROLI,
CANTATA DA TUTTE LE COSE,
DA TUTTE LE STELLE, DAL SOLE!
CANZONE D'APRILE: PAROLE
DI TENEREZZA E D'AMORE
DETTE DA OGNI BOCCA: SPLENDORE
DI CIELI, DI VILLE E DI ROSE;
GIOIA DI FARFALLE SUI PRATI;
INCANTO DI VELE SUI MARI;
BELLEZZA DI NOTTI LUNARI
DENTRO I BOSCHI ADDORMENTATI;
SERENATE DIETRO LE PORTE;
TRIPUDIO DI VITE RISORTE
AL BACIO DELLA PRIMAVERA,
QUANDO, NEL SILENZIO DELLA SERA,
CANTANO I GRILLI A CORO
E - COME UNA GONDOLA D'ORO -
LA LUNA COMINCIO' IL VIAGGIO
VERSO UN IGNOTO MIRAGGIO
PER L'INFINITA LAGUNA
DEL CIELO E PER OGNI VIA
RISUONA L'AVEMARIA.
CANZONE D'APRILE CHE ADUNA
SUI TETTI LA SINFONIA
DEGLI UCCELLI E DENTRO LE AIUOLE
IL PROFUMO DELLE VIOLE!
CANZONE D'APRILE CHE SCHIUDE
I VECCHI BALCONI E C'INVITA
SULLE TERRAZZE A SENTIRE
LA GRANDE ARMONIA DELLA VITA
CHE RICOMINCIA E C'ILLUDE
ANCORA IN UN SOGNO CHE TORNA
NEL CUORE COL PRIMO APPARIRE
DELLE RONDINI, A SCHIERE, SUL MARE!
CANZONE D'APRILE: DOLCEZZA
DI RINASCERE AD OGNI MATTINO;
TENEREZZA SUPREMA D'AMORE
QUESTO PRODIGIO DIVINO
DI ETERNA GIOVINEZZA!
FIORISCONO VERDI I GIARDINI,
RIPRENDONO ANCORA, I BAMBINI
I LORO GIUOCHI INFANTILI.
GUARDANO INTORNO LE MAMME
FELICI, CON OCCHI FEBBRILI
D'AMORE; E I LONTANI TRAMONTI
RISPLENDONO TUTTI DI FIAMME
PERCHE' IL SOLE LASCIA SUI MONTI
L'INCENDIO DEGLI ORIZZONTI.
CANZONE D'APRILE: LA GLORIA
UN INNO DI ALLEGRE CAMPANE
SQUILLANTI DA TUTTE LE CHIESE!
E' UN GEMITO DI VOCI UMANE
CHE CHIEDONO PACE AL SIGNORE.
E' UN CANTO INFINITO D'AMORE
CHE SEGNA L'ETERNA VITTORIA
DI CRISTO SUL MONDO OVE SCESE
DAL SOGLIO DEL PARADISO
PER DARE A TUTTI IL SORRISO
DI DIO! CANZONE D'APRILE
NEI VENTI, NEI CIELI, NEI CUORI,
NEL POLLINE ARDENTE DEI FIORI!
PREGHIAMO, BAMBINI. DOMANI
LA TERRA SARA' RIVESTITA
DI MERAVIGLIOSA PUREZZA
E TUTTI GLI ANIMI UMANI
RITROVERANNO LA VITA
SPLENDENTE DI NUOVA BELLEZZA.
aprile
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