POESIA
NON DIMENTICARMI,
ADESSO
CHE LA PSICANALISI
STRINGE IL MIO PENSIERO.
QUANTI NUMERI,
FILI
E CATENE.
QUANTI PASSI
SU STRADE OPPOSTE,
EBBREZZE TRAFITTE.
POESIA
PRENDIMI IL CUORE
E CUSTODISCI
I RICORDI,
ADESSO
CHE LE VELE
AVRANNO SICURI PORTI
E I MARINAI,
STANCHI,
SOGNERANNO TEMPESTE.
venerdì 30 settembre 2011
giovedì 29 settembre 2011
POESIA DI UN TEMPO CHE FU... : COSE D'ALTRI A ME CARE ( GIULIO GIANELLI 1879-1914)
E' MATTINO. IO SEGGO A VALLE PRESSO UN FOLTO DI MIRTILLI
ZITTO, COME SE UNA ROSEA MAN LA BOCCA MI SIGILLI.
ZITTO, SI', MA GLI OCCHI IN ALTO LASCIO ERRAR, CONTEMPLATIVI,
LA' ONDE PAR CHE MAGGIOR GAUDIO AL MIO SPIRITO DERIVI.
SCABRO IL MONTE CH'HO DI FACCIA DAI TRE CULMINI GIGANTI,
PUR TRA L'OSSA CHE GLI SPORGONO HA UN PENDIO PIENO D'INCANTI.
ECCO UN CENCIO BIANCO E NERO...E' UNA CASA...MA, NEL VERDE
SE I CASTAGNI AL VENTO PIEGHINO, COSI' NANA, GIA' SI PERDE.
RICOMPARE: C'E' DI PIU' : QUELLA CASA HA LA SUA SIEPE
SCENDE UN UOMO DA UNA LOGGIA, APRE UN PICCOLO PRESEPE.
DAL PRESEPE SBUCA, TIMIDA, RISTA', MUOVESI LA GREGGIA;
CANE E UOMO LA SPARPAGLIANO DOVE IL PASCOLO VERDEGGIA.
CRESCE IL QUADRO. UNA DONNETTA CON LA CORBA SULLE SPALLE,
DALL'AFFRESCO STACCA, VOLGESI, FA UN SALUTO E SCENDE A VALLE.
COME BELLA E COME LESTA NEL CHIAROR DELLA MATTINA!
S'E' FERMATA ? - NON MI SBAGLIO. S'AVVICINA, S'AVVICINA.
E LA GREGGIA, INTANTO, PASCE, POI S'ABBEVERA AI RUSCELLI...
PER MIA PACE ORA LA NUMERO : CAPRE, PECORE ED AGNELLI.
SI', VA BENE. - OH! LA CASCATA! COME LIVIDA SI SFERRA,
CON CHE SALTO SCARCERANDOSI DAGLI ABISSI DELLA TERRA!
A SUA POSTA URLI, SI DANNI. IO CONTEMPLO L'ALPIGIANA
NEL COSTUME VIVACISSIMO DELLA VALLE DI LOCANA.
MA CHE VEDO? C'E' DI PIU'. SI E NO FA CAPOLINO
TRA GLI OGGETTI CHE SOBBALZANO NELLA CORBA UN FANTOLINO.
POESIA, DOVE TI TROVO! SEMPRE FUSA CON L'AMORE.
AH! SEI TU, SEI TU FRA GLI UOMINI LA PRESENZA DEL SIGNORE.
QUELLA DONNA, A BUIO, SULL'ALPE TORNERA' SENZA PAURA,
SECO AVENDO, PER VIATICO, LA SUA DOLCE CREATURA.
E' SCOMPARSA. - BUON MERCATO! BELA IL GREGGE, MA E' TRANQUILLO.
IL MIO GREGGE? NO ! A ME BASTANO POCHE BACCHE DI MIRTILLO.
ZITTO, COME SE UNA ROSEA MAN LA BOCCA MI SIGILLI.
ZITTO, SI', MA GLI OCCHI IN ALTO LASCIO ERRAR, CONTEMPLATIVI,
LA' ONDE PAR CHE MAGGIOR GAUDIO AL MIO SPIRITO DERIVI.
SCABRO IL MONTE CH'HO DI FACCIA DAI TRE CULMINI GIGANTI,
PUR TRA L'OSSA CHE GLI SPORGONO HA UN PENDIO PIENO D'INCANTI.
ECCO UN CENCIO BIANCO E NERO...E' UNA CASA...MA, NEL VERDE
SE I CASTAGNI AL VENTO PIEGHINO, COSI' NANA, GIA' SI PERDE.
RICOMPARE: C'E' DI PIU' : QUELLA CASA HA LA SUA SIEPE
SCENDE UN UOMO DA UNA LOGGIA, APRE UN PICCOLO PRESEPE.
DAL PRESEPE SBUCA, TIMIDA, RISTA', MUOVESI LA GREGGIA;
CANE E UOMO LA SPARPAGLIANO DOVE IL PASCOLO VERDEGGIA.
CRESCE IL QUADRO. UNA DONNETTA CON LA CORBA SULLE SPALLE,
DALL'AFFRESCO STACCA, VOLGESI, FA UN SALUTO E SCENDE A VALLE.
COME BELLA E COME LESTA NEL CHIAROR DELLA MATTINA!
S'E' FERMATA ? - NON MI SBAGLIO. S'AVVICINA, S'AVVICINA.
E LA GREGGIA, INTANTO, PASCE, POI S'ABBEVERA AI RUSCELLI...
PER MIA PACE ORA LA NUMERO : CAPRE, PECORE ED AGNELLI.
SI', VA BENE. - OH! LA CASCATA! COME LIVIDA SI SFERRA,
CON CHE SALTO SCARCERANDOSI DAGLI ABISSI DELLA TERRA!
A SUA POSTA URLI, SI DANNI. IO CONTEMPLO L'ALPIGIANA
NEL COSTUME VIVACISSIMO DELLA VALLE DI LOCANA.
MA CHE VEDO? C'E' DI PIU'. SI E NO FA CAPOLINO
TRA GLI OGGETTI CHE SOBBALZANO NELLA CORBA UN FANTOLINO.
POESIA, DOVE TI TROVO! SEMPRE FUSA CON L'AMORE.
AH! SEI TU, SEI TU FRA GLI UOMINI LA PRESENZA DEL SIGNORE.
QUELLA DONNA, A BUIO, SULL'ALPE TORNERA' SENZA PAURA,
SECO AVENDO, PER VIATICO, LA SUA DOLCE CREATURA.
E' SCOMPARSA. - BUON MERCATO! BELA IL GREGGE, MA E' TRANQUILLO.
IL MIO GREGGE? NO ! A ME BASTANO POCHE BACCHE DI MIRTILLO.
mercoledì 28 settembre 2011
ALLE SCUDERIE DEL CASTELLO VISCONTEO DI PAVIA "DEGAS, LAUTREC, ZANDO'"
PICCOLE STORIE DI PIERO ( LA BICICLETTA)
Piero a 16 anni prese il tesserino da esordiente e si iscrisse al "Veloclub S. Pietro " che sfoggiava una maglietta verde e rossa. La sua era una passione ereditata dal padre che aveva gareggiato e vinto da dilettante alcune corse. Erano tempi ancora eroici, alla partenza delle corse si arrivava in bicicletta, si facevano così 30- 40 chilometri prima del via ufficiale; contro i colpi di calore si metteva una foglia di cavolo verza sotto il berrettino e il casco ( un suo amico, non trovando il cavolo usò l'insalatina fresca che durante la corsa scivolò con effetto comico ).Con gli amici si andava sul Turchino ad aspettare Bartali (come canta anche Paolo Conte) e spesso nevischiava, si partiva da casa alle 5 e si tornava a notte fonda. Il gruppo era formato di solito da 10-12 ragazzi e si andava a Superga, a Crea, si correva per le dolci colline di Langa, con il sole o la pioggia, (le mantelline antipioggia erano di incerata che non traspirava e il sudore bagnava le maglie più dell'acqua) Durante la sua prima corsa importante ci fu una caduta in discesa del gruppo, Piero venne coinvolto e si massacrò un ginocchio , la sua carriera agonistica finì ma non la passione per la bicicletta.
martedì 27 settembre 2011
IL MIO CUORE ANDAVA NELLA NOTTE
A VOLTE
NELLA NOTTE
SENTO IL FISCHIO DEL TRENO.
UN LAMENTO
DI CUORI,
BUIO E FERRO
DAL FIUME
AGLI ORTI,
ALLA MIA STANZA TIEPIDA.
DOLCE
IL RESPIRO DI MIA FIGLIA.
SOGNA
STATUETTE D'AVORIO,
MERLETTI DI BURANO
MIA MOGLIE
E SPILLI ACUMINATI.
UN GIORNO
AVEVO UNA CITTA',
FORSE UNA MADRE
O UN'AMANTE
LONTANO,
MOLTO LONTANO
E IL MIO CUORE
ANDAVA
NELLA NOTTE.
NELLA NOTTE
SENTO IL FISCHIO DEL TRENO.
UN LAMENTO
DI CUORI,
BUIO E FERRO
DAL FIUME
AGLI ORTI,
ALLA MIA STANZA TIEPIDA.
DOLCE
IL RESPIRO DI MIA FIGLIA.
SOGNA
STATUETTE D'AVORIO,
MERLETTI DI BURANO
MIA MOGLIE
E SPILLI ACUMINATI.
UN GIORNO
AVEVO UNA CITTA',
FORSE UNA MADRE
O UN'AMANTE
LONTANO,
MOLTO LONTANO
E IL MIO CUORE
ANDAVA
NELLA NOTTE.
lunedì 26 settembre 2011
per la nostalgia dei vecchi libri di lettura LA PICCOLA SCUOLA DI SASSI di Renzo Pezzani
E' FUORI DAL BORGO DUE PASSI
DI LA' DAL PIU' FRESCO RUSCELLO,
RECINTA DI MURO E CANCELLO,
LA PICCOLA SCUOLA DI SASSI.
AGNELLA STACCATA DAL BRANCO
COL SUONO CHE AL COLLO LE HAN MESSO
RICHIAMA OGNI BIMBO AL SUO BANCO,
NELL'AULA CHE ODORA DI GESSO.
C'E' ANCORA LA VECCHIA LAVAGNA
CON SU L'ALFABETO MAL FATTO:
LO SCRISSE UN BAMBINO DISTRATTO
DAL VERDE DI QUELLA CAMPAGNA.
E LEI CHE MI VIDE A SEI ANNI,
C'E' ANCORA. LA VOCE UN PO' FIOCA,
VESTITA D'IDENTICI PANNI,
LA VECCHIA SIGNORA CHE GIOCA.
C'E' ANCORA IL VASETTO D'ARGILLA
CHE M'EBBE SUO BUON GIARDINIERE.
E' VERDE, FIORITO DI LILLA,
E UN BIMBO GLI PORTA DA BERE.
IL TEMPO PASSO' SENZA LIMA,
SU QUESTE MEMORIE. RITORNO
LO STESSO BAMBINO D'UN GIORNO
SERENO NELL'AULA DI PRIMA.
E IN PUNTA DI PIEDI, DISCRETO,
NELL'ULTIMO BANCO MI METTO
E CANTO, NEL DOLCE CORETTO
DEI BIMBI, L'ANTICO ALFABETO.
DI LA' DAL PIU' FRESCO RUSCELLO,
RECINTA DI MURO E CANCELLO,
LA PICCOLA SCUOLA DI SASSI.
AGNELLA STACCATA DAL BRANCO
COL SUONO CHE AL COLLO LE HAN MESSO
RICHIAMA OGNI BIMBO AL SUO BANCO,
NELL'AULA CHE ODORA DI GESSO.
C'E' ANCORA LA VECCHIA LAVAGNA
CON SU L'ALFABETO MAL FATTO:
LO SCRISSE UN BAMBINO DISTRATTO
DAL VERDE DI QUELLA CAMPAGNA.
E LEI CHE MI VIDE A SEI ANNI,
C'E' ANCORA. LA VOCE UN PO' FIOCA,
VESTITA D'IDENTICI PANNI,
LA VECCHIA SIGNORA CHE GIOCA.
C'E' ANCORA IL VASETTO D'ARGILLA
CHE M'EBBE SUO BUON GIARDINIERE.
E' VERDE, FIORITO DI LILLA,
E UN BIMBO GLI PORTA DA BERE.
IL TEMPO PASSO' SENZA LIMA,
SU QUESTE MEMORIE. RITORNO
LO STESSO BAMBINO D'UN GIORNO
SERENO NELL'AULA DI PRIMA.
E IN PUNTA DI PIEDI, DISCRETO,
NELL'ULTIMO BANCO MI METTO
E CANTO, NEL DOLCE CORETTO
DEI BIMBI, L'ANTICO ALFABETO.
domenica 25 settembre 2011
SUPPLICA ALLA POESIA
IL TEMPO PASSA
INSPIEGABILMENTE.
QUIETA
E' LA LUNA.
NULLA E' DOVUTO,
NULLA E' CHIESTO.
BASTA
SEGUIRE IL FIUME
O LA PIOGGIA,
GUARDARE IL MATTINO.
INSOLENTE,
TESTARDO
IO CERCO
L'ETERNO RISCATTO;
MI ARROVELLO,
CERCO
IL TEMPO PERDUTO,
TROVO
I MIEI PASSI,
RICORDI
CHE PENETRANO IL CERVELLO.
MORIRO' SOLO.
NON ABBANDONARMI POESIA.
METTERO'
INSIEME TUTTO,
NON PERDERO'
UNA SOLA GOCCIA DEL MIO SANGUE.
NON ABBANDONARMI.
INSPIEGABILMENTE.
QUIETA
E' LA LUNA.
NULLA E' DOVUTO,
NULLA E' CHIESTO.
BASTA
SEGUIRE IL FIUME
O LA PIOGGIA,
GUARDARE IL MATTINO.
INSOLENTE,
TESTARDO
IO CERCO
L'ETERNO RISCATTO;
MI ARROVELLO,
CERCO
IL TEMPO PERDUTO,
TROVO
I MIEI PASSI,
RICORDI
CHE PENETRANO IL CERVELLO.
MORIRO' SOLO.
NON ABBANDONARMI POESIA.
METTERO'
INSIEME TUTTO,
NON PERDERO'
UNA SOLA GOCCIA DEL MIO SANGUE.
NON ABBANDONARMI.
sabato 24 settembre 2011
E' IL MIO PAESAGGIO
E' IL MIO PAESAGGIO:
IL SOLE SULLE STOPPIE
VELATE DALLE BRUME.
E' IL MIO PAESAGGIO:
IL GIORNO CHE NON SALE
E PUNTA I SUOI COLTELLI.
IL SOLE SULLE STOPPIE
VELATE DALLE BRUME.
E' IL MIO PAESAGGIO:
IL GIORNO CHE NON SALE
E PUNTA I SUOI COLTELLI.
venerdì 23 settembre 2011
UN OMAGGIO A PABLO NERUDA ( OGGI 38 ANNIVERSARIO DELLA MORTE)
I LIBRI (DA MEMORIALE DI ISLA NEGRA;DOVE NASCE LA PIOGGIA)
LIBRI SACRI E USATI, LIBRI
DIVORATI, DIVORATORI,
SEGRETI,
NELLE SACCOCCE:
NIETZSCHE, CON ODOR DI COTOGNA,
E SURRETTIZIO E SOTTERRANEO
GORKI CAMMINAVA CON ME.
OH, QUAL MONUMENTO MORTALE
SULLE ROCCE, DI VICTOR HUGO,
QUANDO IL PASTORE SPOSA LA FIDANZATA
DOPO AVER SCONFITTO IL POLIPO,
E IL GOBBO DI PARIGI
CIRCOLA NELLE VENE
DELLA GOTICA ANATOMIA.
OH MARIA DI JORGE ISAACS,
BACIO BIANCO NEL GIORNO ROSSO
DELLE TENUTE CELESTI
CHE LI' SI IMMOBILIZZARONO
CON LO ZUCCHERO MENZOGNERO
CHE CI FECE PIANGERE D'INNOCENZA.
I LIBRI TESSERO, SCAVARONO,
SCIVOLARONO LA LORO SERPENTINA
E POCO A POCO, DIETRO
LE COSE, GLI AFFANNI,
SORSE COME UN ODORE AMARO
CON LA CHIARITA' DEL SALE
L'ALBERO DELLA CONOSCENZA.
LIBRI SACRI E USATI, LIBRI
DIVORATI, DIVORATORI,
SEGRETI,
NELLE SACCOCCE:
NIETZSCHE, CON ODOR DI COTOGNA,
E SURRETTIZIO E SOTTERRANEO
GORKI CAMMINAVA CON ME.
OH, QUAL MONUMENTO MORTALE
SULLE ROCCE, DI VICTOR HUGO,
QUANDO IL PASTORE SPOSA LA FIDANZATA
DOPO AVER SCONFITTO IL POLIPO,
E IL GOBBO DI PARIGI
CIRCOLA NELLE VENE
DELLA GOTICA ANATOMIA.
OH MARIA DI JORGE ISAACS,
BACIO BIANCO NEL GIORNO ROSSO
DELLE TENUTE CELESTI
CHE LI' SI IMMOBILIZZARONO
CON LO ZUCCHERO MENZOGNERO
CHE CI FECE PIANGERE D'INNOCENZA.
I LIBRI TESSERO, SCAVARONO,
SCIVOLARONO LA LORO SERPENTINA
E POCO A POCO, DIETRO
LE COSE, GLI AFFANNI,
SORSE COME UN ODORE AMARO
CON LA CHIARITA' DEL SALE
L'ALBERO DELLA CONOSCENZA.
giovedì 22 settembre 2011
DOMANI 23 SETTEMBRE E' IL TRENTOTTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PABLO NERUDA (1904-1973)
LO RICORDIAMO CON LA POESIA "MAREE" E CON UNA SUA FRASE CHE CI E' SEMPRE PIACIUTA;
"POTRANNO TAGLIARE TUTTI I FIORI, MA NON FERMERANNO MAI LA PRIMAVERA"
***
CREBBI INZUPPATO D'ACQUE NATURALI
COME IL MOLLUSCO DI FOSFORO MARINO:
IN ME RIPERCUOTEVA IL SALE SPEZZATO
E COSTRUIVA IL MIO SCHELETRO STESSO.
COME SPIEGARE, QUASI SENZA MOVIMENTO
DELLA RESPIRAZIONE AZZURRA E AMARA,
A UNA A UNA LE ONDE RIPETERONO
CIO' CHE IO PRESENTIVO E PALPITAVO
FINO A CHE SALE E SUCCO MI FORMARONO:
IL DISDEGNO E IL DESIDERIO DI UN'ONDA,
IL RITMO VERDE CHE NEL PIU' OCCULTO
INNALZO' UN EDIFICIO TRASPARENTE,
QUEL SEGRETO SI MANTENNE E POI
SENTII CHE PALPITAVO COME QUELLO:
CHE IL MIO CANTO CRESCEVA CON L'ACQUA.
"POTRANNO TAGLIARE TUTTI I FIORI, MA NON FERMERANNO MAI LA PRIMAVERA"
***
CREBBI INZUPPATO D'ACQUE NATURALI
COME IL MOLLUSCO DI FOSFORO MARINO:
IN ME RIPERCUOTEVA IL SALE SPEZZATO
E COSTRUIVA IL MIO SCHELETRO STESSO.
COME SPIEGARE, QUASI SENZA MOVIMENTO
DELLA RESPIRAZIONE AZZURRA E AMARA,
A UNA A UNA LE ONDE RIPETERONO
CIO' CHE IO PRESENTIVO E PALPITAVO
FINO A CHE SALE E SUCCO MI FORMARONO:
IL DISDEGNO E IL DESIDERIO DI UN'ONDA,
IL RITMO VERDE CHE NEL PIU' OCCULTO
INNALZO' UN EDIFICIO TRASPARENTE,
QUEL SEGRETO SI MANTENNE E POI
SENTII CHE PALPITAVO COME QUELLO:
CHE IL MIO CANTO CRESCEVA CON L'ACQUA.
mercoledì 21 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO (LA CASA DEGLI ZII)
Quando era ragazzino Piero passava le vacanze estive in un paesino del Monferrato, a casa degli zii. Era una classica cascina, con una grande aia. Al pianoterra c'era una cucina con un grosso focolare, dall'altro lato la stalla con due mucche che servivano anche a tirare il carro; sopra le camere da letto e poi il solaio dove d'inverno si mettevano le mele , il granturco e i panni ad asciugare. La stanza di Piero era semplice, un letto in ferro battuto, un armadio, ma aveva un soffitto con un'antica pittura a stelle bianche su fondo azzurro e una sbiadita Madonna bruna e sopratutto una finestra ad est dove brillava la luna.Piero si addormentava guardando il meraviglioso soffitto illuminato dal chiarore lunare e i suoi sogni erano bellissimi. Davanti a casa una spoglia aia dove razzolavano le galline, c'era la cuccia del cane di casa (sempre di cattivo umore) la prima fila di un meleto, un pozzo; ma la meraviglia era il retro della casa. Come si usava allora c'era l'ingresso della fredda cantina, un orto con le verdure e poi una giungla di rovi e di erbe alte come Piero. Veniva ogni giorno esplorata con sempre nuove scoperte: una pianta di fragole nascosta, un grosso rospo sotto una pietra, il gatto silenzioso a caccia di topi, insetti e coleotteri ubriacati dal sole, le lucertole frettolose. Non c'era tempo per altri giochi, appena appena quello per la necessaria merenda (gli esploratori fanno un duro lavoro e hanno bisogno di sostegno).
martedì 20 settembre 2011
DOMANDE AL SIGNORE ( GIOVANNI PAPINI 1881-1956)
VORREI, SIGNORE, SENTIRMI IGNORANTE
COME UN PASTORE CRESCIUTO IN CAPANNA,
ED IN FIGURA D'ELEMOSINANTE
CERCAR L'ACQUA VIVA E AVANZI DI MANNA.
VORREI, SIGNORE, ESSER SEMPLICE COME
L'ASINO CALMO CHE I FIORI DIGRUMA,
E CARICAR SULLE SPALLE LE SOME
DELLA PIETA' CHE I RIMORSI CONSUMA.
VORREI, SIGNORE, LASCIAR LA SUPERBA
SCONTROSITA' CHE IL MIO SPIRITO INFESTA
E DIVENTAR COME IL FILO DELL'ERBA
CHE NEL TUO CAMPO CIASCUNO CALPESTA.
VORREI, SIGNORE, ANCHE IL DONO DEL PIANTO -
PIANTO D'AMORE E DI GIUSTA VERGOGNA -
E, CHE ALLA FINE SI SGROPPI DI SCHIANTO
L'ANIMA TORBA CHE PUZZA DI FOGNA.
VORREI, SIGNORE, CHE QUESTO MIO VISO,
SEMPRE ORGOGLIOSO DI FIERA BRUTTEZZA,
LO RISCHIARASSE UN CANDENTE SORRISO
D'IMMERITATA TUA TENEREZZA.
VORREI, SIGNORE, CHE COME FACESTI
A QUEL FUGGIASCO RIDOTTO A PORCARO
MI CONCEDESSI INCONSUTILI VESTI
E NELLA CASA PATERNA UN RIPARO.
VORREI, SIGNORE, CHE IL CUOR MI BRUCIASSE
A FIAMMA GRANDE LA TUA CARITA',
SI' CHE INSEGUENDO IL DOLORE TROVASSE
L'INCONFUTABILE SUA VOLUTTA'.
COME UN PASTORE CRESCIUTO IN CAPANNA,
ED IN FIGURA D'ELEMOSINANTE
CERCAR L'ACQUA VIVA E AVANZI DI MANNA.
VORREI, SIGNORE, ESSER SEMPLICE COME
L'ASINO CALMO CHE I FIORI DIGRUMA,
E CARICAR SULLE SPALLE LE SOME
DELLA PIETA' CHE I RIMORSI CONSUMA.
VORREI, SIGNORE, LASCIAR LA SUPERBA
SCONTROSITA' CHE IL MIO SPIRITO INFESTA
E DIVENTAR COME IL FILO DELL'ERBA
CHE NEL TUO CAMPO CIASCUNO CALPESTA.
VORREI, SIGNORE, ANCHE IL DONO DEL PIANTO -
PIANTO D'AMORE E DI GIUSTA VERGOGNA -
E, CHE ALLA FINE SI SGROPPI DI SCHIANTO
L'ANIMA TORBA CHE PUZZA DI FOGNA.
VORREI, SIGNORE, CHE QUESTO MIO VISO,
SEMPRE ORGOGLIOSO DI FIERA BRUTTEZZA,
LO RISCHIARASSE UN CANDENTE SORRISO
D'IMMERITATA TUA TENEREZZA.
VORREI, SIGNORE, CHE COME FACESTI
A QUEL FUGGIASCO RIDOTTO A PORCARO
MI CONCEDESSI INCONSUTILI VESTI
E NELLA CASA PATERNA UN RIPARO.
VORREI, SIGNORE, CHE IL CUOR MI BRUCIASSE
A FIAMMA GRANDE LA TUA CARITA',
SI' CHE INSEGUENDO IL DOLORE TROVASSE
L'INCONFUTABILE SUA VOLUTTA'.
lunedì 19 settembre 2011
ALLA SIGNORA G.
FORSE
LA NOTTE NON DORME.
CON PASSO PESANTE
ARRIVA IN UFFICIO,
CON NEGLI OCCHI
LA PAURA.
LO SPOSO
E' ANDATO VIA PRIMA.
L'ASTRO
INDIFFERENTE
SU UN CUORE SPEZZATO
PORTA
UN NUOVO MATTINO.
FORSE
LA NOTTE SOGNA
E SI SVEGLIA ALL'IMPROVVISO,
COLMA DI GELO,
TRA COSE ANTICHE
E ODORE DI MORTE.
MIA MADRE
QUANDO FU SOLA
NELLA NOTE,
NEL SONNO,
GEMEVA.
ERA UN PIANTO,
UN LAMENTO,
UN GRIDO DISPERATO.
LO SPOSO
ERA ANDATO VIA PRIMA.
LA NOTTE NON DORME.
CON PASSO PESANTE
ARRIVA IN UFFICIO,
CON NEGLI OCCHI
LA PAURA.
LO SPOSO
E' ANDATO VIA PRIMA.
L'ASTRO
INDIFFERENTE
SU UN CUORE SPEZZATO
PORTA
UN NUOVO MATTINO.
FORSE
LA NOTTE SOGNA
E SI SVEGLIA ALL'IMPROVVISO,
COLMA DI GELO,
TRA COSE ANTICHE
E ODORE DI MORTE.
MIA MADRE
QUANDO FU SOLA
NELLA NOTE,
NEL SONNO,
GEMEVA.
ERA UN PIANTO,
UN LAMENTO,
UN GRIDO DISPERATO.
LO SPOSO
ERA ANDATO VIA PRIMA.
domenica 18 settembre 2011
il bosco...
Come è strano un bosco dopo la pioggia; dagli alberi continuano a cadere goccioloni e le fronde si muovono appena appena con un mormorio di ruscello. Oltre la cima degli alberi spunta un pò di sole, ma
non raggiunge il suolo muschioso. Si sente un lontano canto d'uccello, una grossa lumaca passa lenta attraverso il sentiero; ci siamo stati stamattina o l'abbiamo sognato?
non raggiunge il suolo muschioso. Si sente un lontano canto d'uccello, una grossa lumaca passa lenta attraverso il sentiero; ci siamo stati stamattina o l'abbiamo sognato?
PORTA VERNICIATA DI FRESCO (LUCIANO FOLGORE 1888-1966)
FRESCHEZZA DI UNA TINTA VERDE
( E TU, PORTA, CHE LA SENTI
CON LA RESINA DENTRO IN PIENO ODORE).
PRIMAVERA DELLA VERNICE
( E POTREMMO ANCHE AVVIARCI
PER UN PAESE DI PINI
E D'ALTRE AROMATICHE PIANTE,
CON UN BEL MARE A MAGGESE
IN FONDO).
MA C'E' UN SOLE CHE CI FERMA
A MEZZA STRADA,
INVISCHIANDO LA MERAVIGLIA NOSTRA
FRA LE PAGLIUCHE D'ORO
DEL TUO COLORE FRESCO.
PORTA LASCIATA SOLA
IN QUESTO MURO DI CINTA.
PERDUTA FORSE;
PREMUTA FORSE
NON SO DA QUANTI CESPUGLI IN AMORE.
RONZANO DUE CALABRONI
E UNA GOCCIA PIU' VERDE,
CAMMINA LUNGO LA SERRATURA,
LENTISSIMAMENTE.
NELLA STRADA NESSUNO.
SOLTANTO UN POCO DI SENSO D'INFANZIA
PER CINQUE DITA DI BIMBO
IMPRESSE NEL FRESCO DELLA VERNICE.
E LE GUARDA STRANO IL MANDARINO,
CHE SI SPENZOLA
PESANTEMENTE DAL MURO,
NEL DESIDERIO DI GOCCIARSI
VICINO ALLA PORTA.
CHISSA'?
CERCA UNA MANO CHE COLGA
LA SUA MATURITA'
PIU' CHE DUE STILLE DI RESINA,
SPARPAGLIATE
IN UNA PRIMAVERA DI TINTA.
MA...
( E TU, PORTA, CHE LA SENTI
CON LA RESINA DENTRO IN PIENO ODORE).
PRIMAVERA DELLA VERNICE
( E POTREMMO ANCHE AVVIARCI
PER UN PAESE DI PINI
E D'ALTRE AROMATICHE PIANTE,
CON UN BEL MARE A MAGGESE
IN FONDO).
MA C'E' UN SOLE CHE CI FERMA
A MEZZA STRADA,
INVISCHIANDO LA MERAVIGLIA NOSTRA
FRA LE PAGLIUCHE D'ORO
DEL TUO COLORE FRESCO.
PORTA LASCIATA SOLA
IN QUESTO MURO DI CINTA.
PERDUTA FORSE;
PREMUTA FORSE
NON SO DA QUANTI CESPUGLI IN AMORE.
RONZANO DUE CALABRONI
E UNA GOCCIA PIU' VERDE,
CAMMINA LUNGO LA SERRATURA,
LENTISSIMAMENTE.
NELLA STRADA NESSUNO.
SOLTANTO UN POCO DI SENSO D'INFANZIA
PER CINQUE DITA DI BIMBO
IMPRESSE NEL FRESCO DELLA VERNICE.
E LE GUARDA STRANO IL MANDARINO,
CHE SI SPENZOLA
PESANTEMENTE DAL MURO,
NEL DESIDERIO DI GOCCIARSI
VICINO ALLA PORTA.
CHISSA'?
CERCA UNA MANO CHE COLGA
LA SUA MATURITA'
PIU' CHE DUE STILLE DI RESINA,
SPARPAGLIATE
IN UNA PRIMAVERA DI TINTA.
MA...
sabato 17 settembre 2011
ARTEMISIA GENTILESCHI (1593-1653)
Dal 22 settembre a Palazzo Reale di Milano si rende omaggio a Artemisia Gentileschi con oltre 40 opere.Una pittrice , figlia di Orazio,che in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte ed essere riconosciuta e celebrata come prima pittrice nella storia dell'arte. Nei suoi dipinti c'è il naturalismo del Caravaggio con una personale singolarità espressiva.
La sua storia, romanzata, viene raccontata da Susan Vreeland nel bel libro " La passione di Artemisia", ed Neri Pozza
La sua storia, romanzata, viene raccontata da Susan Vreeland nel bel libro " La passione di Artemisia", ed Neri Pozza
SONO SEMPRE VISSUTO AL MARGINE...
CI SONO STATO
AL MARGINE DI UN BOSCO,
HO SENTITO IL SILENZIO.
CI SONO STATO
AL MARGINE DI UNA CITTA',
HO SENTITO IL BRUSIO.
HO PARLATO
CON IL CAPITANO DI UNA NAVE,
MI HA RACCONTATO DI TERRE LONTANE.
AL MARGINE DI UN BOSCO,
HO SENTITO IL SILENZIO.
CI SONO STATO
AL MARGINE DI UNA CITTA',
HO SENTITO IL BRUSIO.
HO PARLATO
CON IL CAPITANO DI UNA NAVE,
MI HA RACCONTATO DI TERRE LONTANE.
venerdì 16 settembre 2011
LA STELLA PRIGIONIERA GIUSEPPE LIPPARINI 1877-1951)
ED ORA CH'IO SONO LONTANO,
NELL'OMBRA DEGLI ARANCETI,
AL SOLE DI MEZZODI',
TI VOGLIO NARRARE UNA STORIA
LONTANA, LONTANA, LONTANA...
ERA DI SERA, IN UN GRANDE GIARDINO
DEL DOLCE PAESE CHE VA
CHINANDO A LE RIVE DEL PO;
ENTRAI IN UN FOLTO DI ABETI,
FUGGENDO PER GIOCO LE PICCOLE AMICHE;
POI, FERMO A UNA PIANTA, GUARDAI,
CON VAGHI TIMORI NELL'OMBRA.
MA L'OMBRA ASPIRAVA ALLA LUCE.
E S'IO VEDEVA IL TERRENO,
SE L'ERBA SENSIBILE M'ERA
AL FRUSCIO SOLTANTO,
SE I RAMI NELL'ALTO ERAN NERO SU NERO;
LONTANO FRA I TRONCHI SPUNTO'
UNA PICCOLA STELLA, S'ACCESE,
FE' CENNO AD UN'ALTRA SORELLA,
SORRISE AD UN'ALTRA FIAMMELLA,
E IN BREVE EBBE TANTE COMPAGNE,
CHE L'ARIA NE PALPITO'.
ALLORA, LA TERRA SI MOSSE,
APERSE LE PORTE, DIE' UN'ANIMA ALL'ERBE,
RISPOSE ALL'INVITO DEL CIELO.
LE LUCCIOLE, PICCOLE STELLE
MORTALI, SALIRON FRA I TRONCHI,
E IN BREVE DIVENNERO TANTE,
CHE L'ARIA NE PALPITO'.
QUALI ERAN LE STELLE DEL CIELO?
QUALI ERAN LE LUCI SPUNTATE DALL'ERBA?
PAREA CHE CORRESSE UN RICAMBIO
DI VITE FRA L'ALTO ED IL SUOLO:
CHE FOSSERO SCESE LE STELLE
PER FAR POSTO A LE LORO SORELLE...
FANCIULLO, MI VINSE UN'EBBREZZA,
LA SOLITA CACCIA MI ATTRASSE;
MI DIEDI A INSEGUIRE A GRAN CORSA
I BAGLIORI ORA VIVI ORA SMORTI
COM'OCCHIO CHE S'APRE E SI SCHIUDE;
E QUANDO SENTII NELLA MANO
LA PREDA LUCENTE E CREDETTI
D'AVERE UN INSETTO...
GUARDAI; E MI VIDI PRIGIONE
- E ANCORA LA SERBO - UNA STELLA!
NELL'OMBRA DEGLI ARANCETI,
AL SOLE DI MEZZODI',
TI VOGLIO NARRARE UNA STORIA
LONTANA, LONTANA, LONTANA...
ERA DI SERA, IN UN GRANDE GIARDINO
DEL DOLCE PAESE CHE VA
CHINANDO A LE RIVE DEL PO;
ENTRAI IN UN FOLTO DI ABETI,
FUGGENDO PER GIOCO LE PICCOLE AMICHE;
POI, FERMO A UNA PIANTA, GUARDAI,
CON VAGHI TIMORI NELL'OMBRA.
MA L'OMBRA ASPIRAVA ALLA LUCE.
E S'IO VEDEVA IL TERRENO,
SE L'ERBA SENSIBILE M'ERA
AL FRUSCIO SOLTANTO,
SE I RAMI NELL'ALTO ERAN NERO SU NERO;
LONTANO FRA I TRONCHI SPUNTO'
UNA PICCOLA STELLA, S'ACCESE,
FE' CENNO AD UN'ALTRA SORELLA,
SORRISE AD UN'ALTRA FIAMMELLA,
E IN BREVE EBBE TANTE COMPAGNE,
CHE L'ARIA NE PALPITO'.
ALLORA, LA TERRA SI MOSSE,
APERSE LE PORTE, DIE' UN'ANIMA ALL'ERBE,
RISPOSE ALL'INVITO DEL CIELO.
LE LUCCIOLE, PICCOLE STELLE
MORTALI, SALIRON FRA I TRONCHI,
E IN BREVE DIVENNERO TANTE,
CHE L'ARIA NE PALPITO'.
QUALI ERAN LE STELLE DEL CIELO?
QUALI ERAN LE LUCI SPUNTATE DALL'ERBA?
PAREA CHE CORRESSE UN RICAMBIO
DI VITE FRA L'ALTO ED IL SUOLO:
CHE FOSSERO SCESE LE STELLE
PER FAR POSTO A LE LORO SORELLE...
FANCIULLO, MI VINSE UN'EBBREZZA,
LA SOLITA CACCIA MI ATTRASSE;
MI DIEDI A INSEGUIRE A GRAN CORSA
I BAGLIORI ORA VIVI ORA SMORTI
COM'OCCHIO CHE S'APRE E SI SCHIUDE;
E QUANDO SENTII NELLA MANO
LA PREDA LUCENTE E CREDETTI
D'AVERE UN INSETTO...
GUARDAI; E MI VIDI PRIGIONE
- E ANCORA LA SERBO - UNA STELLA!
giovedì 15 settembre 2011
MILLE STANZE
HO COSTRUITO UNA CASA
GRANDE,
GRANDE,
CON MILLE STANZE,
MILLE PORTE
E ALLA SERA
NON SO MAI SE SONO CHIUSE.
HO PAURA.
REGALERO'
NOVECENTONOVANTANOVE CAMERE AL PAPA
E LUI
CI METTERA'
NOVECENTONOVANTANOVE FRATI
E ALLA SERA
SENTIRO' PREGARE
E DORMIRO' TRANQUILLO.
GRANDE,
GRANDE,
CON MILLE STANZE,
MILLE PORTE
E ALLA SERA
NON SO MAI SE SONO CHIUSE.
HO PAURA.
REGALERO'
NOVECENTONOVANTANOVE CAMERE AL PAPA
E LUI
CI METTERA'
NOVECENTONOVANTANOVE FRATI
E ALLA SERA
SENTIRO' PREGARE
E DORMIRO' TRANQUILLO.
mercoledì 14 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO ( IL MARE )
Piero come ogni buon astigiano che si rispetti amava il mare e il mare era quello di Genova, come canta Paolo Conte. Le prime volte con la 500 era un'emozione da far battere il cuore. Dopo il paesaggio delle Langhe le prime rocce brune e le ginestre avvertivano che il mare era vicino, se ne sentiva già l'odore , e poi, eccolo lì, all'improvviso tra le case. Era un mondo colorato, allegro, profumato di sole e di fiori e per un giorno si scordavano le nebbiose colline. Sulla battigia si stava ore a guardare il movimento lento delle onde e lo sguardo poteva spaziare fino all'orizzonte. Il ritorno era triste come un addio e se ne portava il ricordo per molto tempo,quando la nostalgia diventava troppo forte si ritornava a Genova, per fare il pieno di sole e di luce.
martedì 13 settembre 2011
RESPIRAVO LA LUNA
ANCORA UNA VOLTA
CERCO UN ALTRO TEMPO.
IN QUESTO
L'ANGOSCIA E' RUGGINE.
ANCORA UNA VOLTA
DIMENTICO L'IO,
RINUNCIO ALLA GUERRA
E LASCIO
IL POETA CON L'ARMI IN PUGNO.
TORNO A CASA,
CAVERNA O PALAFITTA,
ASTRO,
DOV'ERO CELLULA
E RESPIRAVO LA LUNA,
SENZA ESSERE TRAFITTO.
CERCO UN ALTRO TEMPO.
IN QUESTO
L'ANGOSCIA E' RUGGINE.
ANCORA UNA VOLTA
DIMENTICO L'IO,
RINUNCIO ALLA GUERRA
E LASCIO
IL POETA CON L'ARMI IN PUGNO.
TORNO A CASA,
CAVERNA O PALAFITTA,
ASTRO,
DOV'ERO CELLULA
E RESPIRAVO LA LUNA,
SENZA ESSERE TRAFITTO.
lunedì 12 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO ( ROSA , UNA STORIA DA LIBRO CUORE)
Quando Piero la conobbe Rosa aveva 10 anni, era inverno ed era scalza, erano gli anni del boom, ma c'erano ancora tante famiglie in estrema povertà. Sua madre faceva la straccivendola, aveva una sorella più grande che faceva la ballerina nel "varietà" o più probabilmente " la vita".Chiese a Piero di farle fare un giro in bicicletta, ma lui rifiutò per vergogna , non voleva essere preso in giro dagli amici. Quando la madre di Rosa andava in giro per comperare stracci il suo grido "strasèe!" risuonava straziante come un grido di dolore. Rosa morì di parto a 16 anni e la sua tomba al camposanto fu presto la più abbandonata. Piero per un certo tempo passò a pulirla un pò, portare un fiore, ma poi si trasferì.
domenica 11 settembre 2011
AUTUNNO
PRESTO
VERRA' L'AUTUNNO
E I MERIGGI
SILENZIOSI
MI SCIVOLERANNO ADDOSSO,
MISTERIOSI,
GRIGI.
L'UMIDE ZOLLE
E L'ERBA,
GLI ALBERI
MI PARLERANNO AL CUORE,
SOLAIO DIMENTICATO
NEL TEMPO,
SPOLVERATO,
ORDINATO
DA UN RIGATTIERE PASSATO PER CASO
CON UN CARRO
TIRATO DA UN ORSO,
CARICO
DELLA MIA GIOVINEZZA.
VERRA' L'AUTUNNO
E I MERIGGI
SILENZIOSI
MI SCIVOLERANNO ADDOSSO,
MISTERIOSI,
GRIGI.
L'UMIDE ZOLLE
E L'ERBA,
GLI ALBERI
MI PARLERANNO AL CUORE,
SOLAIO DIMENTICATO
NEL TEMPO,
SPOLVERATO,
ORDINATO
DA UN RIGATTIERE PASSATO PER CASO
CON UN CARRO
TIRATO DA UN ORSO,
CARICO
DELLA MIA GIOVINEZZA.
sabato 10 settembre 2011
TORNANO I LIBRI ANNI 50
Dopo la pubblicazione di ZIA MAME , di INTORNO AL MONDO CON ZIA MAME e POVERA PICCINA di Patrick Denis ed Adelphi in libreria è il turno di TUTTE LE RAGAZZE LO SANNO di Winifred Wolfe ed Elliot ( scintillante il film con David Niven e Shirley MacLaine ). Di ZIA MAME ormai identificata con Rosalind Russel sappiamo tutto ma è Povera piccina la sorpresa, un libro sorprendente non solo per la storia, una vera "falsa " autobiografia di una vera "falsa " attrice, Belle Pointrine, ma per le vere "false" fotografie di Cris Alexander che illustrano le varie storie del libro ma sopratutto illustrano il mondo dello spettacolo, di allora e di ora, protagonista la vera attrice Jeri Archer.
PICCOLE STORIE DI PIERO (MARIA ROSA)
Michele era un gentile signore che aveva un laboratorio da marmista vicino al magazzino e un bel momento si mise in testa di far conoscere a Piero una sua lontana nipote, che secondo lui era proprio un buon partito. Così una domenica d'inverno lo portò a conoscerla, abitava in un piccolo paesino tra colline innevate. Faceva freddo e furono ricevuti in un salottino dove era accesa una stufa; un bel salotto con mobili antichi e bei soprammobili. Maria Rosa faceva la maestra e aveva cinque anni più di Piero, aveva capelli scuri sulle spalle, gonna grigia e un maglioncino rosso, non era nè bella nè brutta. Venne offerto il caffè e la conversazione venne impostata su cose banali: il freddo, i rispettivi lavori, cose così. Piero venne poi portato a conoscere i due fratelli di Maria Rosa che con il loro mulino garantiva alla famiglia un certo benessere. Erano due omoni impolverati di farina che gli fecero un sacco di domande.Probabilmente non aveva fatto una grande impressione perchè non venne mai più invitato.
venerdì 9 settembre 2011
LETIZIA SETTEMBRINA ( FRANCESCO CHIESA 1871-1973)
UN PO' FOSCA OGGI L'ARIA, E IL SOLE UN VELO
D'AMORE INTORNO ALLA PANNOCCHIA, AL CHICCO
CHE MATURANO, UN ORO INTORNO AL PICCO
DELLA MONTAGNA CHE VA SPOSA IN CIELO.
E ANCH'IO, COME IN UN SOGNO ANDANDO, A UN MELO
DEL PARADISO UN AUREO POMO SPICCO,
COLGO AD OGNI PASSO UN GRAPPOLO PIU' RICCO,
ACCAREZZO A UNA PESCA IL ROSEO PELO...
NO, NON IN SOGNO. COLGO, ODORO, SENTO.
DOLCEZZA IN BOCCA, E SULLA MAN MI RESTA
E NELL'ANIMA ODOR DI PESCA E DI POMO.
E DIO LODO E RINGRAZIO; E D'ESSER UOMO,
SOLO PER LA FELICITA' DI QUESTA
ODORATA DOLCEZZA, M'ACCONTENTO.
D'AMORE INTORNO ALLA PANNOCCHIA, AL CHICCO
CHE MATURANO, UN ORO INTORNO AL PICCO
DELLA MONTAGNA CHE VA SPOSA IN CIELO.
E ANCH'IO, COME IN UN SOGNO ANDANDO, A UN MELO
DEL PARADISO UN AUREO POMO SPICCO,
COLGO AD OGNI PASSO UN GRAPPOLO PIU' RICCO,
ACCAREZZO A UNA PESCA IL ROSEO PELO...
NO, NON IN SOGNO. COLGO, ODORO, SENTO.
DOLCEZZA IN BOCCA, E SULLA MAN MI RESTA
E NELL'ANIMA ODOR DI PESCA E DI POMO.
E DIO LODO E RINGRAZIO; E D'ESSER UOMO,
SOLO PER LA FELICITA' DI QUESTA
ODORATA DOLCEZZA, M'ACCONTENTO.
giovedì 8 settembre 2011
AMORE E AMICIZIA (EMILY BRONTE 1818- 1848)
AMORE E' COME UNA ROSA CANINA,
AMICIZIA E' UN AGRIFOGLIO-
E' BRUNO L'AGRIFOGLIO QUANDO LA ROSA E' IN BOCCIO
MA CHI DEI DUE VERDEGGERA' PIU' A LUNGO?
LA ROSA SELVAGGIA E' DOLCE IN PRIMAVERA,
I SUOI FIORI PROFUMANO L'ESTATE,
MA ASPETTA CHE L'INVERNO RICOMPAIA
E CHI LODERA' LA BELLEZZA DEL ROVO?
SDEGNA LA FATUA CORONE DI ROSE
E VESTITI DI LUCIDO AGRIFOGLIO,
PERCHE' DICEMBRE CHE SFIORA LA TUA FRONTE
TI LASCI ANCORA UNA VERDE GHIRLANDA.
AMICIZIA E' UN AGRIFOGLIO-
E' BRUNO L'AGRIFOGLIO QUANDO LA ROSA E' IN BOCCIO
MA CHI DEI DUE VERDEGGERA' PIU' A LUNGO?
LA ROSA SELVAGGIA E' DOLCE IN PRIMAVERA,
I SUOI FIORI PROFUMANO L'ESTATE,
MA ASPETTA CHE L'INVERNO RICOMPAIA
E CHI LODERA' LA BELLEZZA DEL ROVO?
SDEGNA LA FATUA CORONE DI ROSE
E VESTITI DI LUCIDO AGRIFOGLIO,
PERCHE' DICEMBRE CHE SFIORA LA TUA FRONTE
TI LASCI ANCORA UNA VERDE GHIRLANDA.
mercoledì 7 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO ( STEFANO )
In fondo al viale c'era una palazzina fine 800 con qualche pretesa di eleganza, a due piani, di un rosa sbiadito, con una grande giardino in parte utilizzato come orto, c'erano due alti pini, roseti, un glicine glorioso, gerani alle finestre, verdure e persino un piccolo pollaio; lo curava un anziano giardiniere-tuttofare. Vi abitavano due signorine non più giovani,, tutte pizzi , grembiuli bianchi, capelli raccolti, che avevano un fratello, Stefano, il quale studiava da tenore a Milano. Quando tornava in città era uno spettacolo per tutto il quartiere, alto, capelli tenuti un pò lunghi, parlava e gesticolava in modo molto teatrale. Portava sciarpe bianche, borsalini e d'inverno un meraviglioso cappotto di cammello. Le sorelle lo servivano adoranti, sembravano persino più giovani e allegre. Stefano veniva per qualche giorno e poi tornava a Milano, quando diventò abbastanza famoso le sorelle lo raggiunsero , vendettero la casa che fu demolita e lasciò il posto ad un moderno e squallido condominio.
martedì 6 settembre 2011
filosofando
lunedì 5 settembre 2011
stanchezza
domenica 4 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO (VITTORINO)
Tra i commercianti che si servivano dal magazzino c'era un signore cinquantenne che girava per i paesi con una bicicletta, fornita di due grandi ceste ; caricava una cassetta di sapone, un pò d'olio, qualche detersivo e via per le colline di Langa dove in cascine sperdute tra le vigne portava anche pettegolezzi di città. Solo la neve lo fermava ed era stata coniata la canzoncina: Il signor Vittorino del rappresentante vuol raggiungere la vetta con una semplice e sola bicicletta". A suo modo era diventato famoso e piano piano riuscì a comperare un'Ape, ma la sua carriera culminò lì. Aveva comunque mantenuto dignitosamente una moglie e un figlio che era diventato ragioniere ed era il suo orgoglio.
sabato 3 settembre 2011
nessuno puo' conoscermi ( PAUL ELUARD 1895-1952)
NESSUNO PUO' CONOSCERMI
COME TU MI CONOSCI.
GLI OCCHI TUOI DOVE DORMIAMO
TUTTI E DUE
ALLE MIE LUCI D'UOMO HAN DATO SORTE
MIGLIORE CHE ALLE NOTTI DELLA TERRA.
GLI OCCHI TUOI DOVE IO VIAGGIO
HAN DATO AI GESTI DELLE STRADE UN SENSO
SEPARATO DAL MONDO.
NEGLI OCCHI TUOI COLORO CHE CI SVELANO
LA NOSTRA SOLITUDINE INFINITA
NON SONO PIU' QUEL CHE CREDEVAN D'ESSERE.
NESSUNO PUO' CONOSCERTI
COME IO TI CONOSCO.
COME TU MI CONOSCI.
GLI OCCHI TUOI DOVE DORMIAMO
TUTTI E DUE
ALLE MIE LUCI D'UOMO HAN DATO SORTE
MIGLIORE CHE ALLE NOTTI DELLA TERRA.
GLI OCCHI TUOI DOVE IO VIAGGIO
HAN DATO AI GESTI DELLE STRADE UN SENSO
SEPARATO DAL MONDO.
NEGLI OCCHI TUOI COLORO CHE CI SVELANO
LA NOSTRA SOLITUDINE INFINITA
NON SONO PIU' QUEL CHE CREDEVAN D'ESSERE.
NESSUNO PUO' CONOSCERTI
COME IO TI CONOSCO.
venerdì 2 settembre 2011
PICCOLE STORIE DI PIERO ( ANNA )
Piero quando era al magazzino vedeva tutti i giorni passare una ragazza che lavorava in un negozio di pellami, gli piaceva ma non osava fermarla, il padrone e gli amici lo prendevano in giro e così un giorno si decise. Aspetto' la ragazza, che si chiamava Anna ( aveva i suoi informatori), e impacciato voleva chiederle di uscire, ma tutto quello che disse fu :"Mi scusi, potrebbe aiutarmi a chiederle di uscire?" Approccio perlomeno inusuale, lei sorrise, gli chiese notizie del cane Kyros e gli fece sapere di non essere interessata. Anna era una ragazza molto gentile. La storia non iniziò nemmeno.
giovedì 1 settembre 2011
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
SETTEMBRE
SOPRATTUTTO AMO IL GIALLO DI SETTEMBRE,
I MATTINI CON RAGNATELE IMPERLATE DI RUGIADA,
GIORNI PENSOSI IMMOBILI,
SCHIAMAZZI DI CORVI NERI, FOGLIE RAMATE,
STOPPIE PUNTEGGIATE DI COVONI,
PIU' DELLO SFRENATO FULGORE DELLA PRIMAVERA
ALLA MIA ANIMA SI ADDICE L'AUTUNNO.
(ALEX SMITH)
fotografia Piero Reggio |
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