giovedì 29 settembre 2011

POESIA DI UN TEMPO CHE FU... : COSE D'ALTRI A ME CARE ( GIULIO GIANELLI 1879-1914)

E' MATTINO. IO SEGGO A VALLE PRESSO UN FOLTO DI MIRTILLI
ZITTO, COME SE UNA ROSEA MAN LA BOCCA MI SIGILLI.

ZITTO, SI', MA GLI OCCHI IN ALTO LASCIO ERRAR, CONTEMPLATIVI,
LA' ONDE PAR CHE MAGGIOR GAUDIO AL MIO SPIRITO DERIVI.

SCABRO IL MONTE CH'HO DI FACCIA DAI TRE CULMINI GIGANTI,
PUR TRA L'OSSA CHE GLI SPORGONO HA UN PENDIO PIENO D'INCANTI.

ECCO UN CENCIO BIANCO E NERO...E' UNA CASA...MA, NEL VERDE
SE I CASTAGNI AL VENTO PIEGHINO, COSI' NANA, GIA' SI PERDE.

RICOMPARE: C'E' DI PIU' : QUELLA CASA HA LA SUA SIEPE
SCENDE UN UOMO DA UNA LOGGIA, APRE UN PICCOLO PRESEPE.

DAL PRESEPE SBUCA, TIMIDA, RISTA', MUOVESI LA GREGGIA;
CANE E UOMO LA SPARPAGLIANO DOVE IL PASCOLO VERDEGGIA.

CRESCE IL QUADRO. UNA DONNETTA CON LA CORBA SULLE SPALLE,
DALL'AFFRESCO STACCA, VOLGESI, FA UN SALUTO E SCENDE A VALLE.

COME BELLA E COME LESTA NEL CHIAROR DELLA MATTINA!
S'E' FERMATA ? - NON MI SBAGLIO. S'AVVICINA, S'AVVICINA.

E LA GREGGIA, INTANTO, PASCE, POI S'ABBEVERA AI RUSCELLI...
PER MIA PACE ORA LA NUMERO : CAPRE, PECORE ED AGNELLI.

SI', VA BENE. - OH! LA CASCATA! COME LIVIDA SI SFERRA,
CON CHE SALTO SCARCERANDOSI DAGLI ABISSI DELLA TERRA!

A SUA POSTA URLI, SI DANNI. IO CONTEMPLO  L'ALPIGIANA
NEL COSTUME VIVACISSIMO DELLA VALLE DI LOCANA.

MA CHE VEDO? C'E' DI PIU'. SI E NO FA CAPOLINO
TRA GLI OGGETTI CHE SOBBALZANO NELLA CORBA UN FANTOLINO.

POESIA, DOVE TI TROVO! SEMPRE FUSA CON L'AMORE.
AH! SEI TU, SEI TU FRA GLI UOMINI LA PRESENZA DEL SIGNORE.

QUELLA DONNA, A BUIO, SULL'ALPE TORNERA' SENZA PAURA,
SECO AVENDO, PER VIATICO, LA SUA DOLCE CREATURA.

E' SCOMPARSA. - BUON MERCATO! BELA IL GREGGE, MA E' TRANQUILLO.
IL MIO GREGGE? NO ! A ME BASTANO POCHE BACCHE DI MIRTILLO.

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