la dolce stagione,
ora è filata l'ortica selvaggia,
ora perfino
laggiù sulla spiaggia
il biancospino comincia a fiorir.
Incoronato
di sue violette
marzo fra lucide erbette folleggia;
le cavallette
gli saltano intorno
tutte gioiose del salto legger.
Ecco,la vite
le gemme rimette
in su lo stecco che secco già parve,
gemme ravvolte,
bocciuoli di larve,
chiuse nell'ombra d'un loro mister.
Ai dolci appelli
mandati dal sole
a poco a poco i dormenti si svegliano;
coi movimenti
più lenti si svolgono
in un silenzio ch'è tutto parole.
Gli spiritelli
di gioia maestri,
gli spiritelli di vita ministri,
balzano e guizzano
la notte e il giorno
squassando attorno gl'ilari sistri.
Su gli alberelli
di meli e di peschi
gli spiritelli s'affacciano ai calici,
lungo i ruscelli
scorrevoli e freschi
danzano agevoli fra mezzo ai salici.
Gli spiritelli
volan dagli olmi
entro i velivoli della bambagia,
col verde asparagio
fuor dalle zolle
fan capolino adagio adagio.
Gli spiritelli
vispi ed arzilli
nelle corolle stillano il miel;
come balocchi,
come gingilli,
fan dondolare stami e pistilli.
E se non trovano
porte sbarrate,
se non li escludono finestre chiuse
pur nelle ottuse
case degli uomini
di giorno e notte entrano a frotte.
Entrano a frotte
nunzi del maggio
con le lor dotte capriolette
con un tumulto,
con un sussurro,
con il messaggio del vasto azzurro.
fotografia Piero Reggio |
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