Or ecco, non pure dischiusa
nel buio la porta, ecco vedi
in terra posata, sottile
e lunga e abbagliante una verga
di nitido argento. Chi mai
nel cuor de la casa romita
avrà quel tesoro recato
sì fulgido e puro? Tu chini
l'amaro tuo viso e schiarito
lo levi d'un tratto. La luna1
Un raggio di luna, gettato
sul tuo pavimento, che tutto
è tuo, che nessuno saprebbe
rapirti, che intero tu puoi
sfiorar con la trepida mano!
O come sentirti hai potuto
spregevole e misera, tu,
che, quale una fata, ecco, puoi
ornar la solinga tua casa
di raggi di luna, e se vai
nel lume diffuso del giorno
con libero il capo, c'è il sole
che al capo un suo magico serto
corrusco ti cinge, qual niuna
regina del mondo portato
ha mai su la fronte superba?
Oh, cadi in ginocchio, ringrazia
Iddio, tu che misera e sola
non sei, però ch'Egli ti ha dato
d'accoglier ne l'umila tua
dimora terrena la grazia
d'un chiaro suo segno, una sua
fulgente, divina parola.
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