E' uscita per Einaudi un'intervista a due "signorine perbene" sull'educazione sentimentale e non solo delle "fanciulle" .Due voci in fondo non così distanti: l'ironica e affilata Franca Valeri :Ci sono stilisti che nelle loro sfilate mettono ai modelli delle gabbie in testa, delle piume nel derriere e però quando alla fine escono loro son vestiti normali, con un girocollo o una maglietta bianca! E tu dici: scusa, dovresti almeno uscire vestito come Louis XIV, con le scarpe da sultano che girano all'insù. E invece no. Non le mettono. Perchè pure loro sanno che l'eleganza è semplice e la spumeggiante Luciana Littizzetto :Adesso fai fatica a trovare una maglietta che non abbia sopra un paio di paillette. Sembra che la paillette sia d'obbligo. Eppure sono una rottura di palle. Perchè quelle con le paillette in lavatrice sono un casino, si strappano, si sminchiano, un macello, devi lavarle a mano....Da non perdere
mercoledì 30 novembre 2011
martedì 29 novembre 2011
SCORRE LA VITA
SCORRE LA VITA
COME FRESCA FONTE,
COME FLUSSO DI SANGUE,
AVANZA
NON ASPETTA
INDIFFERENTE
NELLA CATASTROFE
O NELLA LIETA SCAMPAGNATA
UGUALE
SEMPRE ESATTA.
NON ASPETTA NESSUNO
NON LASCIA IL TEMPO.
TI UMILIA
CON MINUTI LUNGHI
E ANNI BREVI.
IL MATTINO
TI SPINGE ALTROVE
E' SUBITO SERA
SUBITO NOTTE.
COME FRESCA FONTE,
COME FLUSSO DI SANGUE,
AVANZA
NON ASPETTA
INDIFFERENTE
NELLA CATASTROFE
O NELLA LIETA SCAMPAGNATA
UGUALE
SEMPRE ESATTA.
NON ASPETTA NESSUNO
NON LASCIA IL TEMPO.
TI UMILIA
CON MINUTI LUNGHI
E ANNI BREVI.
IL MATTINO
TI SPINGE ALTROVE
E' SUBITO SERA
SUBITO NOTTE.
fotografia Piero Reggio |
lunedì 28 novembre 2011
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
Le campanule indugiano sulle zolle
Che contornano il recinto dell'ovile e nei boschi
Appare una seconda ricca fioritura,
Fiori dai tenui colori, fiori senza profumo;
Ma frutti, non bocci, formano la ghirlanda boscosa
Che racchiude il ciglio dell'autunno. Bacche vermiglie
Ora ammantano il biancospino, quasi spoglio; si piega
Il rovo sotto il suo nero peso; dal nocciolo pendono
Rami bruni fino a sfiorare il torrente gonfio
Che sembra pronto a superare gli argini
Coperti di foglie. Spesso, fermo come una statua,
La mente vuota, osservo l'acqua
E inseguo con occhi sognanti vortici spumosi, folti
Di rami di sorbo o di fuscelli trascinati
Dalla rapida e vertiginosa corrente.
( Grahame)
Che contornano il recinto dell'ovile e nei boschi
Appare una seconda ricca fioritura,
Fiori dai tenui colori, fiori senza profumo;
Ma frutti, non bocci, formano la ghirlanda boscosa
Che racchiude il ciglio dell'autunno. Bacche vermiglie
Ora ammantano il biancospino, quasi spoglio; si piega
Il rovo sotto il suo nero peso; dal nocciolo pendono
Rami bruni fino a sfiorare il torrente gonfio
Che sembra pronto a superare gli argini
Coperti di foglie. Spesso, fermo come una statua,
La mente vuota, osservo l'acqua
E inseguo con occhi sognanti vortici spumosi, folti
Di rami di sorbo o di fuscelli trascinati
Dalla rapida e vertiginosa corrente.
( Grahame)
domenica 27 novembre 2011
il Tanaro
IL TANARO
DIVENTO' PRESTO MIO AMICO
LO INCONTRAVO
OLTRE SILENZIOSE VIE
E TRISTI PALAZZI
DOPO IL SOTTOPASSO DELLA FERROVIA,
LA DOMENICA MATTINA.
DIVENTO' PRESTO MIO AMICO
LO INCONTRAVO
OLTRE SILENZIOSE VIE
E TRISTI PALAZZI
DOPO IL SOTTOPASSO DELLA FERROVIA,
LA DOMENICA MATTINA.
sabato 26 novembre 2011
IL SOGNO CONTINUA
venerdì 25 novembre 2011
NE LA CORTE ( CORRADO GOVONI 1884-1965)
- NE LA CORTE - TRE STRACCI AD ASCIUGARE
SUL MURICCIUOLO ACCANTO IL ROSMARINO.
UNA SCALA SEDUTA. UN ALVEARE
VEDOVO, SU CUI GIUOCA IL MIO MICINO.
UN ORCIUOLO CHE HA SEDE SUL POZZALE
DI MARMO SCANALATO DA LE FUNI.
DEI COCCI GIALLI. UN VASO VUOTO. UN FIALE
CHE HA VOMITATO. DEI FOGLIAMI BRUNI.
- SU LE FINESTRE - UN PETTINE SDENTATO
CON DUE CAPELLI COME DEI PISTILLI.
UN ASTUCCIO PER CIPRIA. UNO SVENTRATO
GUANCIALINO DI SETA PER GLI SPILLI.
UNA SCATOLA DI BELLETTO. UN GUANTO
MENCIO. UN GRANDE GAROFANO APPASSITO.
UNA CICCA. UNA PAGINA IN UN CANTO
PIEGATA, DA CHISSA' MAI QUALE DITO!
- PER L'ARIA - LA DOCILE CAMPANA
D'UN CONVENTO DI SUORE DI CLAUSURA.
UNA LUNGA MONOTONIA DI ZANA.
UN GALLO. UNA LEGGERA INCRINATURA
DI VENTO. DUE ROSSE VENTAROLE
CIFRATE. DELLE NUBI BIANCHE. UN TRENO.
UN ODORE ACUTISSIMO DI VIOLE.
UN ODORE ACUTISSIMO DI FIENO.
SUL MURICCIUOLO ACCANTO IL ROSMARINO.
UNA SCALA SEDUTA. UN ALVEARE
VEDOVO, SU CUI GIUOCA IL MIO MICINO.
UN ORCIUOLO CHE HA SEDE SUL POZZALE
DI MARMO SCANALATO DA LE FUNI.
DEI COCCI GIALLI. UN VASO VUOTO. UN FIALE
CHE HA VOMITATO. DEI FOGLIAMI BRUNI.
- SU LE FINESTRE - UN PETTINE SDENTATO
CON DUE CAPELLI COME DEI PISTILLI.
UN ASTUCCIO PER CIPRIA. UNO SVENTRATO
GUANCIALINO DI SETA PER GLI SPILLI.
UNA SCATOLA DI BELLETTO. UN GUANTO
MENCIO. UN GRANDE GAROFANO APPASSITO.
UNA CICCA. UNA PAGINA IN UN CANTO
PIEGATA, DA CHISSA' MAI QUALE DITO!
- PER L'ARIA - LA DOCILE CAMPANA
D'UN CONVENTO DI SUORE DI CLAUSURA.
UNA LUNGA MONOTONIA DI ZANA.
UN GALLO. UNA LEGGERA INCRINATURA
DI VENTO. DUE ROSSE VENTAROLE
CIFRATE. DELLE NUBI BIANCHE. UN TRENO.
UN ODORE ACUTISSIMO DI VIOLE.
UN ODORE ACUTISSIMO DI FIENO.
giovedì 24 novembre 2011
Nel 1923 il Nobel per la letteratura fu attribuito al poeta William Butler Yeats
Nel 1923 i candidati al premio Nobel per la letteratura furono Yeats e Thomas Mann; fu una scelta non facile perchè Yeats era considerato un autore "difficile", non certo popolare e i suoi più importanti e complessi libri di versi non erano ancora stati pubblicati: "The Tower"lo sarà nel 1928 e "The Winding Stair " nel 1933. La sua poesia non si prestava a una lettura immediata per il larghissimo uso che faceva dei simboli tra magia e immaginazione.Raccontava così le sue convinzioni : l'opera d'arte è sempre generata da una precedente opera d'arte, e ogni capolavoro diventa l'Abramo di un popolo eletto. Quando ci dilettiamo in un giorno di primavera mescoliamo, forse, con la nostra emozione personale un'emozione che Chaucer trovava in Guillaume de Lorris, che l'aveva ricevuta dalla poesia provenzale. Le antiche immagini, le antiche emozioni, destate a nuova travolgente vita dalla fede e dalla passione di qualche anima nuova, sono i veri capolavori.. Yeats , nato a Dublino il 13 giugno 1865 ,morì a Roquebrune- Cap Martin il 18 gennaio 1939.Fu definito il cantore della memoria.
***
Separazione
Lui Cara, devo andar via
Mentre la notte tiene chiusi gli occhi
Delle spie della casa:
Quel canto annuncia l'alba.
Lei No, l'amoroso uccello della notte
Spinge al riposo tutti i veri amanti;
Il suo canto rimprovera alla luce
La sua funesta clandestinità.
Lui La luce del giorno già trasvola
Di cresta in cresta sui monti.
Lei E' il lume che viene dalla luna.
Lui Quell'uccello...
Lei Lascialo cantare,
Io offro al gioco dell'amore
I miei segreti pendii
***
Separazione
Lui Cara, devo andar via
Mentre la notte tiene chiusi gli occhi
Delle spie della casa:
Quel canto annuncia l'alba.
Lei No, l'amoroso uccello della notte
Spinge al riposo tutti i veri amanti;
Il suo canto rimprovera alla luce
La sua funesta clandestinità.
Lui La luce del giorno già trasvola
Di cresta in cresta sui monti.
Lei E' il lume che viene dalla luna.
Lui Quell'uccello...
Lei Lascialo cantare,
Io offro al gioco dell'amore
I miei segreti pendii
mercoledì 23 novembre 2011
COSI' FARO' DEI MIEI RICORDI.
martedì 22 novembre 2011
una folata di vento
lunedì 21 novembre 2011
il giardinaggio da "The Egg and I" di Betty MacDonald (1908-1958)
L'orto di Bob era una cosa bella e simmetrica. Era bordato da grossi ciuffi di rabarbaro i cui steli picchiettati di rosso erano grossi come il mio braccio, e così avviticchiati che si spaccavano in due pieni di succo. Fra l'una e l'altra pianta, alimentati dall'acqua di scolo della concimaia, con la quale innaffiavamo continuamente il rabarbaro, c'erano prezzemolo, porri, basilico, timo, salvia, maggiorana, aneto e finocchi. Mettevo il prezzemolo in tutto, meno nel gelato, diceva Bob; ma doveva ammettere che la salsa di pomodoro, lo stufato, i rognoni saltati, gli spaghetti, il tortino di carne sembravano insapori quando non vi si metteva il basilico, una volta che si erano assaggiati con quell'aroma. La menta cresceva folta e verde accanto alla legnaia; e la mia gran paura era che si mettesse a spuntare anche altrove, data la facilità con la quale attecchiva. In lunghe file di una trentina di metri che andavano dai piselli profumati al rabarbaro e alle erbe aromatiche, crescevano carote, rape, piselli da mangiare, barbabietole, scorzonere, sedani, lattughe, indivie, broccoli, cavoli cappucci, cavolfiori, cardi, rafani, fagioli, cetrioli, pomodori, zucchine, ravanelli, cipolle (quelle dolci e piatte delle Bermude che venivano grosse come mele e quasi altrettanto zuccherine) e cavolini di Bruxelles. Al di là del locale di allevamento - almeno in quello che per quell'anno aveva quella destinazione - Bob preparò un letto di asparagi che calcolai avrebbe potuto provvedere - quando fosse stato in piena produzione - a tutta quella parte degli Stati Uniti che va dal fiume Columbia all'Oceano Pacifico.
...
Poichè l'orticoltura di Bob era così sicura e riusciva in modo così perfetto, non mi sembrava giusto che la mia opera risultasse sempre straordinariamente discutibile. La maggior parte dei miei semi non solo non germogliava ma scompariva completamente. Altri spuntavano il giorno seguente, come i fagioli, oppure non davano segni di vita finchè io non avevo perso ogni speranza e non avevo piantato qualche altra cosa nello stesso punto. Allora spuntavano tutti insieme e creavano confusione e disordine. I miei semi, in qualunque ordine io li mettessi nella terra, germogliavano sempre a ciuffi. Una grossa ciocca qui, poi un bel pezzo di vuoto, poi un ciuffetto rachitico, una pianta singola e una altro grosso ciuffo. Quindi le mie piante generalmente non erano vigorose; e sono sicura di avere introdotto nell'emisfero settentrionale maggiore varietà di malattie delle piante di quanto abbia mai fatto chiunque altro. Seminavo nasturzi e "piedi corvini" e venivano fuori coperti di ruggine della giungla sud-africana e di bitorzoli dell'Imalaia. Finalmente decisi che invece della "mano felice" dovevo avere il "tocco della morte" e che non ero certamente destinata ad essere un secondo Mowgli nè un "Pastorello delle colline" perchè odiavo le piccole cose selvagge ed esse odiavano me. D'altro canto Bob aveva afferrato la Natura per le corna e i suoi piselli odorosi avevano dei fiori grossi come gladioli e gambi lunghi più di tre metri.
Il negoziante presso il quale compravamo i bulbi mi diede una quantità di tuberi di bellissime dalie singole trattenendo soltanto gli idrocefali mostruosi di un color lavanda fegatoso e di un rosa violento. Ma mi disse: " Dovreste dedicarvi ad un altro passatempo vi sono persone che sono assolutamente negate alla floricoltura. Sicuro, fareste bene a cercarvi un altro passatempo."
...
Poichè l'orticoltura di Bob era così sicura e riusciva in modo così perfetto, non mi sembrava giusto che la mia opera risultasse sempre straordinariamente discutibile. La maggior parte dei miei semi non solo non germogliava ma scompariva completamente. Altri spuntavano il giorno seguente, come i fagioli, oppure non davano segni di vita finchè io non avevo perso ogni speranza e non avevo piantato qualche altra cosa nello stesso punto. Allora spuntavano tutti insieme e creavano confusione e disordine. I miei semi, in qualunque ordine io li mettessi nella terra, germogliavano sempre a ciuffi. Una grossa ciocca qui, poi un bel pezzo di vuoto, poi un ciuffetto rachitico, una pianta singola e una altro grosso ciuffo. Quindi le mie piante generalmente non erano vigorose; e sono sicura di avere introdotto nell'emisfero settentrionale maggiore varietà di malattie delle piante di quanto abbia mai fatto chiunque altro. Seminavo nasturzi e "piedi corvini" e venivano fuori coperti di ruggine della giungla sud-africana e di bitorzoli dell'Imalaia. Finalmente decisi che invece della "mano felice" dovevo avere il "tocco della morte" e che non ero certamente destinata ad essere un secondo Mowgli nè un "Pastorello delle colline" perchè odiavo le piccole cose selvagge ed esse odiavano me. D'altro canto Bob aveva afferrato la Natura per le corna e i suoi piselli odorosi avevano dei fiori grossi come gladioli e gambi lunghi più di tre metri.
Il negoziante presso il quale compravamo i bulbi mi diede una quantità di tuberi di bellissime dalie singole trattenendo soltanto gli idrocefali mostruosi di un color lavanda fegatoso e di un rosa violento. Ma mi disse: " Dovreste dedicarvi ad un altro passatempo vi sono persone che sono assolutamente negate alla floricoltura. Sicuro, fareste bene a cercarvi un altro passatempo."
domenica 20 novembre 2011
i cataloghi di sementi da "The Egg and I" di Betty MacDonald (1908-1958)
Credo che i cataloghi di sementi siano la cosa più eccitante che esista. E credo che le ditte che vendono sementi siano le più generose del mondo, perchè non vi chiedono mai quali motivi avete quando scrivete chiedendo i loro cataloghi. Osservando il mio indirizzo nell'angolo superiore sinistro della busta, avrebbero potuto vedere che abitavo nelle vicinanze dell'"estremità più occidentale degli Stati Uniti", eppure non mancarono mai di mandarmi cataloghi splendidamente illustrati dedicati in massima parte a magnifiche piante tropicali, con impressionanti riproduzioni di aranci in fiore o carichi di frutti, limoni, magnolie, avocados, alberi del pepe ed altro, brillantemente colorate e con nomi che evocavano tutto l'ardore del sole come "canna indica", "giglio rosso di Spagna", "fiore di fiamma del Messico", "margherita africana". Nelle grigie e buie giornate di novembre mi sprofondavo nei cataloghi dell'anno precedente e dopo un'ora o due potevo contemplare il paesaggio brumoso senza rabbrividire;e mi sembrava quasi di udire il ronzio delle api, sentire il calore tropicale e vedere il giardino crogiolarsi nella gloria del sole.
Quando giungevano i nuovi cataloghi, a primavera, li divoravo, e munita di carta e lapis facevo delle liste che di solito formavano dei totali di 279 dollari e che dovevo poi mutilare senza pietà. Finalmente ordinavo le sementi di cui mi ero dovuta accontentare e passavo giornate di rigida attesa. Compravo sempre - benchè il mio buonsenso me lo sconsigliasse- alcuni tipi di piante dai fiori rosso fiamma, da un floricoltore poco noto, dedito sopratutto al giardinaggio semitropicale , questi sostituiva invariabilmente i nasturzi al "fiore-di-luna del Congo belga" (che raggiungono spesso i due metri di diametro), i "papaveri di California" ai "Pompons dell'India Orientale" e non metteva mai più di tre semi in ogni pacchetto. Non era molto onesto;ma io mi riscaldavo le mani sulle illustrazioni dei suoi cataloghi.
Bob, il quale aveva già ordinato e ricevuto da varie settimane tutte le sue sementi da una nota ditta locale, ascoltava rassegnato i miei febbrili progetti concernenti il giardino davanti alla casa pieno di canne gigantesche, la casa stessa rossa "di fiori di fiamma" e mostruose "rose del Congo", le palizzate completamente nascoste da "piante annuali non comuni"; quindi scavava una trincea per tutta la lunghezza dell'orto, la riempiva di letame dei polli, di grassa terra bruna e semi di piselli odorosi. Vedevo la sconfitta avanzarsi con lo stesso passo sicuro con quale avanza la vecchiaia.
Quando giungevano i nuovi cataloghi, a primavera, li divoravo, e munita di carta e lapis facevo delle liste che di solito formavano dei totali di 279 dollari e che dovevo poi mutilare senza pietà. Finalmente ordinavo le sementi di cui mi ero dovuta accontentare e passavo giornate di rigida attesa. Compravo sempre - benchè il mio buonsenso me lo sconsigliasse- alcuni tipi di piante dai fiori rosso fiamma, da un floricoltore poco noto, dedito sopratutto al giardinaggio semitropicale , questi sostituiva invariabilmente i nasturzi al "fiore-di-luna del Congo belga" (che raggiungono spesso i due metri di diametro), i "papaveri di California" ai "Pompons dell'India Orientale" e non metteva mai più di tre semi in ogni pacchetto. Non era molto onesto;ma io mi riscaldavo le mani sulle illustrazioni dei suoi cataloghi.
Bob, il quale aveva già ordinato e ricevuto da varie settimane tutte le sue sementi da una nota ditta locale, ascoltava rassegnato i miei febbrili progetti concernenti il giardino davanti alla casa pieno di canne gigantesche, la casa stessa rossa "di fiori di fiamma" e mostruose "rose del Congo", le palizzate completamente nascoste da "piante annuali non comuni"; quindi scavava una trincea per tutta la lunghezza dell'orto, la riempiva di letame dei polli, di grassa terra bruna e semi di piselli odorosi. Vedevo la sconfitta avanzarsi con lo stesso passo sicuro con quale avanza la vecchiaia.
sabato 19 novembre 2011
momento
SUI PINI
SULLE CASE
DIVENUTE GRIGIE
PIOVE.
SULLA FERROVIA
IN RIVA AL MARE
SUI TRENI
VELATI D'OMBRE
NEI VICOLI.
NELLA PIAZZA
UN MUSICISTA
CANTA IL JAZZ
VIVO
COME IL DOLORE.
SULLE CASE
DIVENUTE GRIGIE
PIOVE.
SULLA FERROVIA
IN RIVA AL MARE
SUI TRENI
VELATI D'OMBRE
NEI VICOLI.
NELLA PIAZZA
UN MUSICISTA
CANTA IL JAZZ
VIVO
COME IL DOLORE.
venerdì 18 novembre 2011
Un libro per Natale : Un Natale in giallo ed Sellerio
La casa editrice Sellerio pubblica per Natale una raccolta inedita di racconti gialli dei suoi autori più famosi. Gimenez-Bartlett con la sua investigatrice Petra Delicado e il suo vice Garzon, Malvaldi con Massimo e i vecchietti del BarLume, Flamigni e "Terzo", Piazzese e Lorenzo La Marca , e poi ancora Costa, Pastor, Recami. Un regalo perfetto per gli amanti del genere e poi la Sellerio è piacevole alla lettura anche per la veste tipografica, sempre curata .
il nuovo libro di Camilleri " La setta degli angeli" ed Sellerio
Nuovo e come sempre avvincente libro del prolifico Camilleri che in un'intervista a IO DONNA (il femminile del Corriere della Sera) racconta :Ho paura che lo si legga solo nell'ottica dello scandalo dei preti pedofili. Contro quei degenerati già si scagliò Don Luigi Sturzo su "Il sole del Mezzogiorno". Invece a me interessava sottolineare il rovesciamento finale di una situazione acquisita... Ai lettori la sentenza.
giovedì 17 novembre 2011
questa mattina...
Questa mattina il viale dei giovani tigli era avvolto da una nebbia leggera che faceva risplendere il giallo delle foglie, il pilone votivo alla Madonna delle Grazie brillava bianco e lucente,i vasi di crisantemi che l'adornavano erano rigogliosi, i campi seminati a grano sfoggiavano i primi fili verdissimi , le gazze correvano vicino al fossato ; c'era quella pace e quel silenzio ovattato che solo la nebbia sa dare. Poi il sole allontanò la nebbia e il cielo si fece azzurro, ma verso il fiume rimase ancora una leggera foschia che faceva sembrare ancora più luminoso il paesaggio vicino.
fotografia Piero Reggio |
mercoledì 16 novembre 2011
BATTE IL MATTINO... (DIEGO VALERI 1887-1976)
BATTE IL MATTINO AL FERRIGNO BASTIONE
DEI NUVOLONI NOTTURNI : REPENTE
S'APRE UNA LUNGA FESSURA LUCENTE,
SCOPPIA UNO SQUARCIO DI FIAMMA PIU' SU.
UN RAZZO D'ORO; E UN SUSSULTO, UN TREMORE
D'ORO PER L'OMBRE ; ORO A RIVOLI, A ONDE...
PIU' IN ALTO: SPIAGGE DI NUVOLE BIONDE,
CALME E PROFONDE LAGUNE DI BLU.
DEI NUVOLONI NOTTURNI : REPENTE
S'APRE UNA LUNGA FESSURA LUCENTE,
SCOPPIA UNO SQUARCIO DI FIAMMA PIU' SU.
UN RAZZO D'ORO; E UN SUSSULTO, UN TREMORE
D'ORO PER L'OMBRE ; ORO A RIVOLI, A ONDE...
PIU' IN ALTO: SPIAGGE DI NUVOLE BIONDE,
CALME E PROFONDE LAGUNE DI BLU.
fotografia Piero Reggio |
martedì 15 novembre 2011
A UN AMICO
LA DISPERAZIONE
GIOCAVA
NELLE SERE D'ESTATE
CON I NOSTRI PENSIERI
TRA LA SABBIA DEL FIUME.
I NOSTRI CUORI
OROLOGI FERMI
TESORI SEPOLTI.
CARO AMICO DI VENTURA
SEI NELLA PIETRA
NEL FREDDO
DELL'ETERNO.
LA MIA GIOVINEZZA
ASTRO
SEMPRE PIU' LONTANO.
GIOCAVA
NELLE SERE D'ESTATE
CON I NOSTRI PENSIERI
TRA LA SABBIA DEL FIUME.
I NOSTRI CUORI
OROLOGI FERMI
TESORI SEPOLTI.
CARO AMICO DI VENTURA
SEI NELLA PIETRA
NEL FREDDO
DELL'ETERNO.
LA MIA GIOVINEZZA
ASTRO
SEMPRE PIU' LONTANO.
lunedì 14 novembre 2011
parco autunnale ( Stefan George 1868-1933)
Vieni nel parco che ti sembra estinto!
Ride la luna in un chiaror sospeso:
lume di lievi nuvole inatteso
splende allo stagno e al tramite dipinto.
Il giallo cupo, il verde cui ti dona
la betulla e la siepe, e al vento mite
le rose non ancora disfiorite,
coglile, bacia, e tessile in corona!
Nè mi lasciare l'astero tardivo,
nè la rosalba che purpurea sale:
quanto di verde vita è ancora vivo,
intessilo nel tuo sogno autunnale!
Ride la luna in un chiaror sospeso:
lume di lievi nuvole inatteso
splende allo stagno e al tramite dipinto.
Il giallo cupo, il verde cui ti dona
la betulla e la siepe, e al vento mite
le rose non ancora disfiorite,
coglile, bacia, e tessile in corona!
Nè mi lasciare l'astero tardivo,
nè la rosalba che purpurea sale:
quanto di verde vita è ancora vivo,
intessilo nel tuo sogno autunnale!
domenica 13 novembre 2011
DA UN'ARIDA COLLINA
DA UN'ARIDA COLLINA
UNA CASA MORTA
GUARDA IL MARE.
IL TEMPO
IL SILENZIO
LE PIETRE
LEVIGATE DAL VENTO
I RICORDI
MI PORTANO UN CANTO.
TROVO UN UOMO
FORSE MIO PADRE,
UNA DONNA
FORSE UN'AMANTE
VADO VIA.
TROVO
COSE SEPOLTE
UNA CASA MORTA
GUARDA IL MARE.
IL TEMPO
IL SILENZIO
LE PIETRE
LEVIGATE DAL VENTO
I RICORDI
MI PORTANO UN CANTO.
TROVO UN UOMO
FORSE MIO PADRE,
UNA DONNA
FORSE UN'AMANTE
VADO VIA.
TROVO
COSE SEPOLTE
sabato 12 novembre 2011
Nel 1913 il premio Nobel per la letteratura fu assegnato al poeta Rabindranath Tagore
Tagore nasce a Calcutta il 6-5-1861 da una ricca e nobile famiglia,nel 1877 viene mandato dal padre a studiare Diritto nel regno Unito, nel 1880 torna in India per amministrare i beni della famiglia, nel 1901 fonda una scuola che chiama Santiniketan che significa scuola di pace e alla quale devolve tutti i suoi averi, nel 1913 gli viene assegnato il Nobel per la letteratura " per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi..."E' poeta, musicista, scrittore, pittore.
L'opera di Tagore,non sempre compresa dagli intellettuali occidentali, insegna che l'arte appartiene al processo della vita spirituale che è gioia, piacere e danza, innocenza e saggezza. Le sue creazioni poetiche sono variazioni del grande tema divino dell'universo,le sue radici sono nel libro Upanisad che contiene la summa della conoscenza filosofica-religiosa dell'India; per Tagore l'uomo arriva all'acme della propria coscienza di sè quando sente l'unità con il tutto, beato chi va e cerca, nella sofferenza che è promessa d gioia.
Muore il 7-8-1941 nella sua amata scuola di Santiniketan.
***
Nella vita non c'è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell'animo
la forza per sopportarlo.
La pallida luce della stella,
all'alba,
è il bacio d'addio della notte
sulle guance fresche del mattino
dagli occhi assonnati.
Pittore, anche le linee
che non appaiono nel quadro
appartengono alla tua arte.
Anche i molti fiori che cadono
in terra senza onore
preparano
la festa della primavera.
Attraverso l'oscurità
il sole del mattino
recò un messaggio:
con un abbraccio luminoso
risvegliò la bellezza del mondo.
L'opera di Tagore,non sempre compresa dagli intellettuali occidentali, insegna che l'arte appartiene al processo della vita spirituale che è gioia, piacere e danza, innocenza e saggezza. Le sue creazioni poetiche sono variazioni del grande tema divino dell'universo,le sue radici sono nel libro Upanisad che contiene la summa della conoscenza filosofica-religiosa dell'India; per Tagore l'uomo arriva all'acme della propria coscienza di sè quando sente l'unità con il tutto, beato chi va e cerca, nella sofferenza che è promessa d gioia.
Muore il 7-8-1941 nella sua amata scuola di Santiniketan.
***
Nella vita non c'è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell'animo
la forza per sopportarlo.
La pallida luce della stella,
all'alba,
è il bacio d'addio della notte
sulle guance fresche del mattino
dagli occhi assonnati.
Pittore, anche le linee
che non appaiono nel quadro
appartengono alla tua arte.
Anche i molti fiori che cadono
in terra senza onore
preparano
la festa della primavera.
Attraverso l'oscurità
il sole del mattino
recò un messaggio:
con un abbraccio luminoso
risvegliò la bellezza del mondo.
venerdì 11 novembre 2011
NOVEMBRE
In questo respiro
il silenzio dell'autunno
è toccato
dai topinambur
gialli come l'estate.
Lontano
dentro uno specchio
il Monferrato
altre zolle
altre strade
lo stesso sospiro.
Alla fonte
dell'acqua solforosa
un mattino
gli stessi colori
il sole sfuocato
mia madre
l'acqua cristallina
i topinambur.
il silenzio dell'autunno
è toccato
dai topinambur
gialli come l'estate.
Lontano
dentro uno specchio
il Monferrato
altre zolle
altre strade
lo stesso sospiro.
Alla fonte
dell'acqua solforosa
un mattino
gli stessi colori
il sole sfuocato
mia madre
l'acqua cristallina
i topinambur.
giovedì 10 novembre 2011
HAI LASCIATO IL BOSCO
HAI LASCIATO IL BOSCO
E LE RADICI.
HAI LASCIATO
LE STELLE
CHE BUCAVANO LA NOTTE,
IL SILENZIO,
IL VENTO DEL NORD,
LA RUGIADA.
SEI DIVENTATO ARMADIO,
PESANTE,
SUPERBO LEGNO.
CON I TUOI MILLE OCCHI
MI GUARDI
E MI INQUIETI.
CUSTODISCI LA MUSICA
DEL FELICE MIO VESTITO
E IL CANTO
DI QUELLO DELLA SPOSA,
NEL TEMPO.
LEGNO,
CUSTODE DI ANTICHI RICORDI,
LO SPOSO NON SUONA PIU',
LA SPOSA NON CANTA.
SARA' DI LEGNO
L'ULTIMO MIO VESTITO.
E LE RADICI.
HAI LASCIATO
LE STELLE
CHE BUCAVANO LA NOTTE,
IL SILENZIO,
IL VENTO DEL NORD,
LA RUGIADA.
SEI DIVENTATO ARMADIO,
PESANTE,
SUPERBO LEGNO.
CON I TUOI MILLE OCCHI
MI GUARDI
E MI INQUIETI.
CUSTODISCI LA MUSICA
DEL FELICE MIO VESTITO
E IL CANTO
DI QUELLO DELLA SPOSA,
NEL TEMPO.
LEGNO,
CUSTODE DI ANTICHI RICORDI,
LO SPOSO NON SUONA PIU',
LA SPOSA NON CANTA.
SARA' DI LEGNO
L'ULTIMO MIO VESTITO.
mercoledì 9 novembre 2011
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
O vento selvaggio dell'Ovest, tu respiro dell'Autunno,
Tu dalla cui non vista presenza le foglie morte sono spinte
Come spettri che sfuggano a un mago incantatore,
Gialle e nere, e pallide, e rosse accese, moltitudini
Colpite dalla pestilenza!O tu che sul tuo carro porti
I semi alati al loro scuro letto invernale
Ov'essi giacciono profondi e freddi, ciascuno come un morto
Nella sua tomba, finchè la tua azzurra sorella
Di primavera non spingerà soffiando il proprio cocchio
Sulla terra sognante, per riempire ( conducendo i bocci
Profumati a pascolare come greggi nell'aria)
Di vivi colori e profumi la piana e la collina;
Selvaggio spirito, che ovunque ti agiti, distruttore
E insieme salvatore, ascolta, oh, ascolta!
Fà di me la tua lira, così come è la foresta, e che importa
Se cadono le mie foglie al pari delle sue?
Il tumulto delle tue possenti armonie trarrà
Da entrambi un profondo accordo, dolce
Pur nella sua tristezza. Sii tu, Spirito fiero,
Il mio spirito. Sii tu me, o impetuoso!
Caccia i miei morti pensieri per l'universo,
Come foglie appassite, a stimolare una nascita nuova,
E con l'incantamento del mio verso.
Spargi, come da focolare non estinto faville
E ceneri, le mie parole fra il genere umano! Sii tu,
Attraverso le mie labbra, alla terra non ridesta
La tromba d'una profezia! O vento, se giunge l'inverno
Può primavera esser molto lontana?
SHELLEY
Tu dalla cui non vista presenza le foglie morte sono spinte
Come spettri che sfuggano a un mago incantatore,
Gialle e nere, e pallide, e rosse accese, moltitudini
Colpite dalla pestilenza!O tu che sul tuo carro porti
I semi alati al loro scuro letto invernale
Ov'essi giacciono profondi e freddi, ciascuno come un morto
Nella sua tomba, finchè la tua azzurra sorella
Di primavera non spingerà soffiando il proprio cocchio
Sulla terra sognante, per riempire ( conducendo i bocci
Profumati a pascolare come greggi nell'aria)
Di vivi colori e profumi la piana e la collina;
Selvaggio spirito, che ovunque ti agiti, distruttore
E insieme salvatore, ascolta, oh, ascolta!
Fà di me la tua lira, così come è la foresta, e che importa
Se cadono le mie foglie al pari delle sue?
Il tumulto delle tue possenti armonie trarrà
Da entrambi un profondo accordo, dolce
Pur nella sua tristezza. Sii tu, Spirito fiero,
Il mio spirito. Sii tu me, o impetuoso!
Caccia i miei morti pensieri per l'universo,
Come foglie appassite, a stimolare una nascita nuova,
E con l'incantamento del mio verso.
Spargi, come da focolare non estinto faville
E ceneri, le mie parole fra il genere umano! Sii tu,
Attraverso le mie labbra, alla terra non ridesta
La tromba d'una profezia! O vento, se giunge l'inverno
Può primavera esser molto lontana?
SHELLEY
martedì 8 novembre 2011
IL LIBRO (EMILY DICKINSON 1830-1886)
NESSUNA VASCELLO C'E' CHE COME UN LIBRO
POSSA PORTARCI IN CONTRADE LONTANE
NE' CORSIERE CHE SUPERI LA PAGINA
D'UNA POESIA AL GALOPPO -
QUESTO VIAGGIO PUO' FARLO ANCHE IL PIU' POVERO
SENZA PAGAR NULLA -
TANT'E' FRUGALE IL CARRO CHE TRASPORTA
L'ANIMA UMANA.
POSSA PORTARCI IN CONTRADE LONTANE
NE' CORSIERE CHE SUPERI LA PAGINA
D'UNA POESIA AL GALOPPO -
QUESTO VIAGGIO PUO' FARLO ANCHE IL PIU' POVERO
SENZA PAGAR NULLA -
TANT'E' FRUGALE IL CARRO CHE TRASPORTA
L'ANIMA UMANA.
lunedì 7 novembre 2011
LAMENTO
domenica 6 novembre 2011
CASE ( CORRADO GOVONI 1884-1965)
VECCHIE CASE. LE FA ANCORA PIU' CADENTI
LA FREDDA GIOVINEZZA DELLA NEVE.
LE IMBRUTTISCE LA PIOGGIA E LE ALLONTANA
UN PO' FUORI DEL TEMPO, SENZA ETA',
LA NEBBIA CHE SI TAGLIA COL COLTELLO
E QUELLA LUCE SPORCA DEI FANALI.
VIVONO SOLO UNA LOR STRANA VITA
LE CALDE NOTTI DELL'ESTATE, QUANDO,
CON LA LUNA INGIALLITA SOPRA I TETTI,
IL PASSO SOLITARIO DEL VIANDANTE
A LENTO TONFO CADENZATO CADE
PER LE DESERTE SILENZIOSE STRADE.
LA FREDDA GIOVINEZZA DELLA NEVE.
LE IMBRUTTISCE LA PIOGGIA E LE ALLONTANA
UN PO' FUORI DEL TEMPO, SENZA ETA',
LA NEBBIA CHE SI TAGLIA COL COLTELLO
E QUELLA LUCE SPORCA DEI FANALI.
VIVONO SOLO UNA LOR STRANA VITA
LE CALDE NOTTI DELL'ESTATE, QUANDO,
CON LA LUNA INGIALLITA SOPRA I TETTI,
IL PASSO SOLITARIO DEL VIANDANTE
A LENTO TONFO CADENZATO CADE
PER LE DESERTE SILENZIOSE STRADE.
fotografia Piero Reggio |
sabato 5 novembre 2011
nel 1911 il premio Nobel per la letteratura fu di nuovo assegnato a un poeta: Maurice Maeterlinck
Maurice Maeterlinck nacque a Gand il 23 agosto 1862 da una famiglia di proprietari terrieri, nel 1874 entrò nel collegio gesuita di Sainte-Barbe , si laureò in giurisprudenza nel 1885, nel 1886 andò a Parigi, nel 1889 pubblicò il suo primo libro " Serres Chaudes" e venne rappresentato , con grande successo, un suo dramma teatrale in cinque atti "La princesse Maleine", ebbe un'intensa produzione di saggi e di opere teatrali e la sua carriera venne coronata dal Nobel nel 1911.La prima guerra mondiale lo toccò profondamente e lo impegnò in una serie di conferenze e di scritti per testimoniare la sua rabbia. Al termine del conflitto iniziò un nuovo periodo teatrale e di saggistica. Dopo la seconda guerra mondiale partì per gli Stati Uniti e si stabilì in Florida.Ritornò in Francia nel 1945 e morì nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1949.
***
Ore spente
Ecco gli antichi desideri che passano,
Ancora sogni di uomini stanchi,
Ancora sogni che si stancano;
Ecco passati i giorni della speranza!
In chi bisogna fuggire oggi!
Non c'è più nessuna stella:
Ma ghiaccio sulla noia
E panni azzurri sotto la luna.
Ancora singhiozzi presi in trappola1
Guardate i malati senza fuoco,
E gli agnelli che brucano la neve;
Abbiate pietà di tutto, mio Dio!
Io, aspetto un pò di risveglio,
Io, aspetto che il sonno passi,
Io, aspetto un pò di sole
Sulle mani gelate dalla luna.
***
Ore spente
Ecco gli antichi desideri che passano,
Ancora sogni di uomini stanchi,
Ancora sogni che si stancano;
Ecco passati i giorni della speranza!
In chi bisogna fuggire oggi!
Non c'è più nessuna stella:
Ma ghiaccio sulla noia
E panni azzurri sotto la luna.
Ancora singhiozzi presi in trappola1
Guardate i malati senza fuoco,
E gli agnelli che brucano la neve;
Abbiate pietà di tutto, mio Dio!
Io, aspetto un pò di risveglio,
Io, aspetto che il sonno passi,
Io, aspetto un pò di sole
Sulle mani gelate dalla luna.
venerdì 4 novembre 2011
ho preparato una festa...
AMPIO E' IL SILENZIO
NEVE SULL'ANIMA
LENTA
COPRE
MI ACCOMPAGNA NEL TEMPO.
LE SEDIE
INTORNO AL TAVOLO
SONO VUOTE
MA TUTTO E' PRONTO
I CAMERIERI
LA MUSICA.
CHISSA'
MIO CUGINO ELIO
SUO FIGLIO
VERA
SUO MARITO
E I SUOI FIGLI.
CHISSA'
SANTINO
UGO
LO ZIO D'AMERICA
MIA SORELLA
SE NON AVESSE INCONTRATO QUELL'UOMO
MIA NIPOTE STEFANIA.
QUANTE SEDIE
VUOTE PER SEMPRE
QUANTE OSSA
NEL FREDDO MARMO.
NO!
NON VERRA' NESSUNO
LICENZIERO' I CAMERIERI
I MUSICISTI.
HO ATTESO TROPPO.
NEVE SULL'ANIMA
LENTA
COPRE
MI ACCOMPAGNA NEL TEMPO.
LE SEDIE
INTORNO AL TAVOLO
SONO VUOTE
MA TUTTO E' PRONTO
I CAMERIERI
LA MUSICA.
CHISSA'
MIO CUGINO ELIO
SUO FIGLIO
VERA
SUO MARITO
E I SUOI FIGLI.
CHISSA'
SANTINO
UGO
LO ZIO D'AMERICA
MIA SORELLA
SE NON AVESSE INCONTRATO QUELL'UOMO
MIA NIPOTE STEFANIA.
QUANTE SEDIE
VUOTE PER SEMPRE
QUANTE OSSA
NEL FREDDO MARMO.
NO!
NON VERRA' NESSUNO
LICENZIERO' I CAMERIERI
I MUSICISTI.
HO ATTESO TROPPO.
giovedì 3 novembre 2011
CECHOV RACCONTA LA STEPPA...seconda parte
E quando sorge la luna la notte diventa pallida e languida. Come se non ci fosse la caligine. L'aria è trasparente, pura e calda, tutto si vede chiaro e perfino si possono distinguere accanto alla strada a uno a uno gli steli della stoppia. A grande distanza sono distinguibili le pietre. Le figure, che paion frati sullo sfondo chiaro della notte, sembrano più nere e guardano più minacciose.Sempre più e più frequentemente in mezzo a lo strepitio monotono, turbando l'aria immobile, echeggia quel "ah-ah" di stupore e si ode il grido dell'uccello che non dorme o delira.
Vaste ombre camminano per la pianura, come nuvole per il cielo e sullo sfondo confuso. Se si guarda a lungo ben bene, pendono e si accumulano una sull'altra confuse immagini bizzarre...C'è un senso di oppressione. Ma quando guardi il cielo verde pallido, cosparso di stelle, sul quale non è nuvola o macchia, allora comprendi perchè è immobile l'aria calda, perchè la natura sta così vigile e teme di muoversi: anch'essa sente l'oppressione e teme di perdere un istante di vita.
L'infinita profondità e l'incommensurabilità del cielo si può giudicare solo sul mare o nella steppa di notte, quando splende la luna; un cielo terribile, bello e gentile accarezza teneramente e chiama a sè, e la carezza dà le vertigini.
Cammini un'ora, due ore... ti capita sulla via un taciturno vecchietto, un sepolcro, o una "donna di pietra" (rozze figure femminili di pietra, sparse qua e là per la steppa: sono punti di riferimento ), messa Dio sa da chi e quando, silenzioso vola vicino a terra qualche uccello notturno, e a poco a poco tornano alla memoria le leggende della steppa, i racconti dei pellegrini, le favole della bambinaia venuta dalla steppa e tutto quello che hai potuto vedere e abbracciare con l'anima tu stesso. E nello strepitio degli insetti, nelle figure misteriose e nei sepolcri, nel cielo azzurro, nella luce lunare e nel volo dell'uccello notturno, in tutto ciò che vedi e senti, t'incomincia a balenare il trionfo della bellezza, la giovinezza, il fiorire delle forze e una terribile sete di vita; l'anima diventa l'eco della bella crudele natura, e vorrebbe volare sulla steppa insieme con l'uccello notturno. E nel trionfo della bellezza e nella esuberanza di felicità si prova una tensione e un'ansietà come se la steppa sentisse la propria solitudine, sentisse che la sua ricchezza, il suo incanto si perdono invano per il mondo, non cantati da nessuno, non necessari a nessuno, e attraverso il giocoso rumore sordo senti il suo nostalgico richiamo senza speranza: un poeta! un poeta!
Vaste ombre camminano per la pianura, come nuvole per il cielo e sullo sfondo confuso. Se si guarda a lungo ben bene, pendono e si accumulano una sull'altra confuse immagini bizzarre...C'è un senso di oppressione. Ma quando guardi il cielo verde pallido, cosparso di stelle, sul quale non è nuvola o macchia, allora comprendi perchè è immobile l'aria calda, perchè la natura sta così vigile e teme di muoversi: anch'essa sente l'oppressione e teme di perdere un istante di vita.
L'infinita profondità e l'incommensurabilità del cielo si può giudicare solo sul mare o nella steppa di notte, quando splende la luna; un cielo terribile, bello e gentile accarezza teneramente e chiama a sè, e la carezza dà le vertigini.
Cammini un'ora, due ore... ti capita sulla via un taciturno vecchietto, un sepolcro, o una "donna di pietra" (rozze figure femminili di pietra, sparse qua e là per la steppa: sono punti di riferimento ), messa Dio sa da chi e quando, silenzioso vola vicino a terra qualche uccello notturno, e a poco a poco tornano alla memoria le leggende della steppa, i racconti dei pellegrini, le favole della bambinaia venuta dalla steppa e tutto quello che hai potuto vedere e abbracciare con l'anima tu stesso. E nello strepitio degli insetti, nelle figure misteriose e nei sepolcri, nel cielo azzurro, nella luce lunare e nel volo dell'uccello notturno, in tutto ciò che vedi e senti, t'incomincia a balenare il trionfo della bellezza, la giovinezza, il fiorire delle forze e una terribile sete di vita; l'anima diventa l'eco della bella crudele natura, e vorrebbe volare sulla steppa insieme con l'uccello notturno. E nel trionfo della bellezza e nella esuberanza di felicità si prova una tensione e un'ansietà come se la steppa sentisse la propria solitudine, sentisse che la sua ricchezza, il suo incanto si perdono invano per il mondo, non cantati da nessuno, non necessari a nessuno, e attraverso il giocoso rumore sordo senti il suo nostalgico richiamo senza speranza: un poeta! un poeta!
mercoledì 2 novembre 2011
CECHOV RACCONTA LA STEPPA... prima parte
Nelle sere e nelle notti di luglio non stridono più le pernici e gli aironi, non cantano nei burroni gli usignuoli, non si sente più il profumo dei fiori, ma la steppa è sempre bella e piena di vita. Appena il sole tramonta e la caligine avvolge la terra, è subito scordata la pena del giorno, tutto è perdonato e la steppa respira leggermente col suo vasto petto. Forse perchè l'erba non vede la sua vecchiaia nell'oscurità, tra essa dilaga un allegro brusio giovanile come non esiste neppure durante il giorno; lo stridio, il fischiettare, il raschiare, i bassi, i tenori e i soprani della steppa, tutto si confonde in un interrotto e monotono mormorio sordo, che favorisce le rimembranze e la nostalgia. Il monotono fruscio culla come una ninna nanna; tu vai e senti che ti addormenti, ma ecco, non si sa da dove, giunge il grido ansioso di qualche uccello che non dorme, o vi si ode un gemito indefinito, che ricorda la voce di qualcuno, una specie di "ah - ah"! di stupore e il sonno ti abbassa le palpebre. Avviene anche che, se passi accanto al borro, dove ci sono degli arbusti, senti l'uccello che gli abitanti della steppa chiamano "chiù" gridare a qualcheduno : "chiù, chiù, chiù", e un altro che ride o si strozza dal piano isterico: è la civetta. Perchè gridino e chi li ascolta in quella pianura, Dio solo lo sa, ma nel loro grido c'è molta tristezza e lamento.
Si sente il profumo del fieno, dell'erba secca e dei fiori tardivi, ma il profumo è denso, dolce e penetrante.
Attraverso la caligine si vede tutto, ma è difficile distinguere il colore e i contorni delle cose. Tutto si presenta diverso dalla realtà. Tu vai, improvvisamente vedi proprio vicino alla strada un'ombra che sembra un frate; non si muove, attende e tiene qualcosa nelle mani...Che sia un brigante? La figura si avvicina, cresce, ecco che sta già accanto al calesse, ma allora vedi che non è un uomo ma un arbusto solitario o un grosso sasso. Tali figure immobili, che attendono qualcuno, stanno sui colli, si nascondono dietro i tumuli, spiano dalla stoppia e tutti rassomigliano ad uomini e destano sospetto.
Si sente il profumo del fieno, dell'erba secca e dei fiori tardivi, ma il profumo è denso, dolce e penetrante.
Attraverso la caligine si vede tutto, ma è difficile distinguere il colore e i contorni delle cose. Tutto si presenta diverso dalla realtà. Tu vai, improvvisamente vedi proprio vicino alla strada un'ombra che sembra un frate; non si muove, attende e tiene qualcosa nelle mani...Che sia un brigante? La figura si avvicina, cresce, ecco che sta già accanto al calesse, ma allora vedi che non è un uomo ma un arbusto solitario o un grosso sasso. Tali figure immobili, che attendono qualcuno, stanno sui colli, si nascondono dietro i tumuli, spiano dalla stoppia e tutti rassomigliano ad uomini e destano sospetto.
martedì 1 novembre 2011
un albero volevo diventare...
UN ALBERO VOLEVO DIVENTARE
I RAMI
O LE BRACCIA
TENDERE AL CIELO
GERMOGLIARE
O VEDERE L'ALBA PIANO
LASCIARMI ANDARE AL VENTO
ALLA PIOGGIA
AL SOLE.
DIVENTARE UN ARBUSTO.
POTRO' ANCORA?
UN PICCOLO RAMO
UNA FOGLIA
O UN UOMO.
I RAMI
O LE BRACCIA
TENDERE AL CIELO
GERMOGLIARE
O VEDERE L'ALBA PIANO
LASCIARMI ANDARE AL VENTO
ALLA PIOGGIA
AL SOLE.
DIVENTARE UN ARBUSTO.
POTRO' ANCORA?
UN PICCOLO RAMO
UNA FOGLIA
O UN UOMO.
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