O mia piccola casa di provincia,
ove memorie semplici ma care
si ravvivano intorno al focolare
per colui che ritorna e ricomincia
un interrotto sogno di dolcezza;
o mia tiepida casa, io ti ritrovo
come una volta in questo aprile novo,
e sempre verde il rosmarino olezza.
Son nidi ancora sotto le tue gronde,
e, nell'orto, i bei ciuffi appena in fiore
della menta e del timo hanno un odore
che all'effluvio dell'anima risponde.
Caro è il murello con le vecchie crepe,
di dove, un giorno, uscivo di soppiatto
a fischiare ai ramarri, o stavo quattro
a spiar le tagliole sulla siepe!
Che stupori, che gioie di scoperte
balenavano in te, mia casa, ogni alba!
Ancora sconosciuta era la scialba
nebbia che grava il mondo fatto inerte.
Ma tu sei sempre quella ; è in me ch'è morto
il dolce tempo ; come son diverso !
Nella siepe c'era l'universo,
ed ora non c'è più che un muro e un orto.
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