Quando avanza il febbraio, e ancor non ride
Primavera, ma più non piange Inverno,
ti trasfiguri ; e l'ansia hai della zolla
che si risveglia e riconosce il sole.
Timido è il sole di febbraio, e nudo
come un povero : pur nel suo tepore
ramo di pioppo e ramo di betulla
già crede aver le fronde. E tu con essi
lo credi : già le vedi : in te già senti
gonfiare i bocci che saran domani
roseo di peschi e bianco di ciliegi :
pungere in te già senti anche le spine
del rosaio, vermiglie come il sangue.
O fortunata, se goderti prima
puoi si' gran doni, che nel chiaro aprile
saran di tutti! Gusta in tuo segreto
il sapore di latte delle gemmule
non vive ancora : pratoline e mammole
raccogli. fin che non sien nate, e mano
capricciosa le brancichi, e tallone
duro le schiacci!
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