Urla nelle vele delle navi sul mare,
Ruba la peluria all'ape,
Fa mormorare e cantare gli alberi nella foresta,
Attorciglia il mio aquilone finché i fili si spezzano.
Il riso, la danza del vento di sole,
Il sibilo, l'urlo del vento di pioggia,
Da Nord, da Sud, da Est e da Ovest,
Ciascuno è il vento che amo di più.
Richiama la nebbia e nasconde le colline,
Fa girare le ali dei grandi mulini a vento,
Le banderuole lo amano e girano per scoprire
Dov'è - ma lui se n'è andato, il vagabondo!
Il riso, la danza del vento di sole,
Il sibilo, l'urlo del vento di pioggia,
Da Nord, da Sud, da Est e da Ovest,
Ciascuno è il vento che amo di più.
I pini gli lanciano le pigne con gioia,
I fiori si inchinano riverenti,
Ogni onda getta in aria una pioggia di perle,
La bandiera si dispiega davanti alla scuola.
Il riso, la danza del vento di sole,
Il sibilo, l'urlo del vento di pioggia,
Da Nord, da Sud, da Est e da Ovest,
Ciascuno è il vento che amo di più.
lunedì 26 ottobre 2015
lunedì 19 ottobre 2015
LE ALPI ( GIOVANNI BERTACCHI 1869 - 1942 )
I verdi balzi e i pascoli ridenti,
reduce pellegrino, ho riveduto ,
ai ghiacci eterni, ai fiumi ed ai torrenti
ho ridato dal cuore il mio saluto.
Qui dov'io seggo schiudesi agli intenti
sguardi il riso del ciel limpido e muto ;
qui dov'io seggo il mio pensiero in lenti
desideri di pace era perduto.
La catena dell' Alpi in ampio giro
variata di nevi e di pinete
in vallate profonde, ecco, s'adima.
E vagabonda d'una ad altra cima,
solca una nube l'immortal quiete
della nitida volta di zaffiro.
reduce pellegrino, ho riveduto ,
ai ghiacci eterni, ai fiumi ed ai torrenti
ho ridato dal cuore il mio saluto.
Qui dov'io seggo schiudesi agli intenti
sguardi il riso del ciel limpido e muto ;
qui dov'io seggo il mio pensiero in lenti
desideri di pace era perduto.
La catena dell' Alpi in ampio giro
variata di nevi e di pinete
in vallate profonde, ecco, s'adima.
E vagabonda d'una ad altra cima,
solca una nube l'immortal quiete
della nitida volta di zaffiro.
lunedì 12 ottobre 2015
SGOMBERO ( FRANCESCO GAETA 1881-1927 )
Sì, vi lascio, vecchie mura,
dove un po' del cuore mio
con un tenero desio
attaccato resterà.
E vi lascio che ancor dura
primavera, tra la festa
de le rondini e la mesta
vespertina chiarità.
Dunque addio, se il dì tramonta,
focolare ove, farfalla
su la tua parete gialla,
un estremo raggio muor ;
carte a fiori, ove l'impronta
d'ogni quadro antico e noto
mette un suo parlante vuoto,
che non sa sbiadirsi ancor;
vacue camere, onde il passo
sveglia insoliti rimbombi ;
tetti erbosi ove i colombi
riposavano dal vol ;
e tu ancora, che dal sasso
esci, trepida lucerta,
a la loggia ormai deserta
che d'asfalto odora al sol.
Or, se qui svolga la vita
senza me le sue vicende,
altra casa non m'attende
non mi chiama, aprica a se' ?
Ma una parte ahimè svanita
dei miei giorni è qui sepolta.
Vecchie mura, qualche volta
ricordatevi di me.
dove un po' del cuore mio
con un tenero desio
attaccato resterà.
E vi lascio che ancor dura
primavera, tra la festa
de le rondini e la mesta
vespertina chiarità.
Dunque addio, se il dì tramonta,
focolare ove, farfalla
su la tua parete gialla,
un estremo raggio muor ;
carte a fiori, ove l'impronta
d'ogni quadro antico e noto
mette un suo parlante vuoto,
che non sa sbiadirsi ancor;
vacue camere, onde il passo
sveglia insoliti rimbombi ;
tetti erbosi ove i colombi
riposavano dal vol ;
e tu ancora, che dal sasso
esci, trepida lucerta,
a la loggia ormai deserta
che d'asfalto odora al sol.
Or, se qui svolga la vita
senza me le sue vicende,
altra casa non m'attende
non mi chiama, aprica a se' ?
Ma una parte ahimè svanita
dei miei giorni è qui sepolta.
Vecchie mura, qualche volta
ricordatevi di me.
lunedì 5 ottobre 2015
OTTOBRE ( A. TONA )
Ottobre è un dolce mese,
quasi primaverile;
un fratel dell'aprile,
ma più mite e cortese.
Ottobre è un dolce mese.
Albe e tramonti d'oro,
voli di rondinelle,
e tra le pioppe snelle
delle vendemmie il coro.
Ottobre ha il manto d'oro.
Con materna carezza
egli ci sfiora il viso,
vuole col suo sorriso
lenire ogni tristezza.
Ottobre è una carezza!
Dice : - Quest'aura lene,
questo dolce tepore,
serbateli nel cuore
per l'inverno che viene . -
Ottobre ci vuol bene.
quasi primaverile;
un fratel dell'aprile,
ma più mite e cortese.
Ottobre è un dolce mese.
Albe e tramonti d'oro,
voli di rondinelle,
e tra le pioppe snelle
delle vendemmie il coro.
Ottobre ha il manto d'oro.
Con materna carezza
egli ci sfiora il viso,
vuole col suo sorriso
lenire ogni tristezza.
Ottobre è una carezza!
Dice : - Quest'aura lene,
questo dolce tepore,
serbateli nel cuore
per l'inverno che viene . -
Ottobre ci vuol bene.
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