E' mezzodì. Sotto l'ombroso noce,
che il gran fusto contende alla vecchiaia,
siede il mendico, e leva la sua voce
querula, a cui d'incontro il cane abbaia.
Dall'abituro, ove al marito cuoce
le colte erbette, attraversando l'aia,
vien con un pane a lui, che della croce
lento il segno si fa, la pia massaia.
Quei pone sulle tremule ginocchia
il picciol dono che lo farà satollo.
Razzola intorno la gallina e crocchia ;
mentre, sostando ed allungando il collo,
alla caduta briciola, che adocchia,
tutto si stende e dà di becco il pollo.
Ho imparato questa poesia nel 1963, mi piaque molto che il primo brano lo ricordo a memoria ancora ora che siamo nell'aprile del 2025. 👏👏👏👏👏💋💋💋👍
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