Ecco l'autunno tutto grappoli e frutti e odoroso di mosto.
La campagna lentamente si spoglia , fuggono gli uccelli che fecero lieta l'estate, e nel cielo grigio veleggiano i corvi e le gru che sentono l'acqua.
I campi arati fumano, e la prima nebbia li fascia ; e gli alberi nudi levano come scheletri le braccia.
Comincia la stagione piovosa, come vuole l'agricoltura. Cadono pioggerelle fini ad inzuppa-villano, e intanto i solchi e le zolle si vanno riempendo di semi, che daran frutto alla nuova stagione.
Ogni tempo ritorna , e tu bene lo sai, che dal principio dell'anno alla fine spargi il tuo sudore, e non conosci riposo.
Tutto ha dato la terra alle tue fatiche, e intanto nel suo seno fecondo prepara il pane futuro. Sia benedetta la terra, madre benefica, eterna nutrice!
Si colgono i frutti d'inverno e si dispongono nei locali di conservazione ; è il tempo delle nespole, delle castagne saporose, delle mele cotogne piene d'un nascosto aroma, degli agrumi, delle olive che man mano si gonfiano d'olio.
Prima che l'anno finisca si gusta il nuovo vino, allegrezza dei giorni di festa.
Cristo nasce mentre l'anno muore: augurio alla vita laboriosa dell'uomo ; e nel cielo gelato brillano stelle.
Tu guarda sereno all'opra compiuta : se il tuo cuore è puro di macchia, bella è la vita.
Nessun commento:
Posta un commento