Dolce, o capanna, quando agli uragani
la selva si querela e si dispoglia,
riparar nel tuo nido, sulla spoglia
d'un montone, e parlar di cacce e cani.
Ma più dolce, se ridano i lontani
fuochi dei poggi, e palpiti ogni foglia
alla sera, indugiar sulla tua soglia
erbosa, tra il brusio largo dei piani.
Sulla giogaia pendono ghirlande
di stelle: van le greggi per profonde
serenità, fra luccicar di fonti.
Poi, nell'ombra, un nitrito! Ché già grande,
tra mormorii di rivoli e di fronde,
s'alza la luna a benedire i monti.
Questo é il mio favorito fra tutti Canti sardi di Satta.
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