C'era un prato: con folte erbe, frammiste
a bianchi fiori, e gialli e violetti ;
e fra esse un brusio di mille piccole
vite felici ; e se sull'erbe e i fiori
spirava il vento, con piegar di steli
tutto il prato nel sol trascolorava.
Io pur, tuffando i piè leggeri in quella
freschezza, e piena l'anima di fonti
canore, io pur trascoloravo al vento
che non sapea s'io fossi stelo o donna.
E volavan farfalle, uguali a petali
sciolti dai gambi , e si perdean rapiti
i miei pensieri in quell'area danza
ove l'ala era il fiore e il fiore l'ala.
Ma dov'era quel prato? Non so più.
E quel vento soave, che scendea
sull'erbe folte, a renderle
curve e beate, e me con loro, in quale
tempo io dunque l'intesi? Non so più.
Fu un sogno, forse. E che mai altro, o vita,
chiedere a te dovrei ?Vita perduta,
nella tua verità non sei che un sogno.
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