Presso la cuna del figliuol divino
sta filando la Vergin benedetta,
e san Giuseppe, con in man l'accetta,
acconcia il tronco d'un reciso pino.
Ma nel tepor primaverile è sceso
leggiero il sonno sulla casa pia;
caduto è il fuso ai piedi di Maria,
dorme Giuseppe sulla panca steso.
E il piccolo Gesù si leva, e il fuso
raccoglie e fila. Ma, com'ei lo tocca,
in fino argento cambiasi la rocca,
l'arida lana in fila d'oro fuso.
Poi con la pialla il duro albero monda;
come virginei ricci in torti giri,
o nastri pinti nei color dell'iri,
la ghirlanda dei trucioli il circonda.
Gli arcangeli in immensa teoria
e i fiammeggianti cherubini in coro,
miran cantando l'umile lavoro
delle mani del figlio di Maria.
Ma dei celesti messi, ecco, la voce
si muta in pianto, e si racchiudon l'ale,
poichè in man dell'artefice immortale
l'albero a un tratto s'è foggiato in croce.
Nessun commento:
Posta un commento