Alle otto di mattina, nessuno dei grandi caffè, naturalmente era aperto; ma finalmente, in mezzo a un giardino, trovammo un ristorante alla vecchia moda, dal quale usciva un gradito odore di caffè e cipolle fritte: entrati, ci sedemmo a un tavolino sotto gli alberi e, con la lista in mano, convocammo il cameriere.
Ordinai io la colazione pensando che l'occasione fosse propizia per sperimentare il mio tedesco, ordinai caffè con panini, come primo principio. Fin qui il mio compito parve agevole: con la pratica dei due giorni precedenti, avrei potuto ordinare caffè e panini per quaranta persone. Poi mi lanciai nelle leccornie e ordinai un'insalata verde. In principio ebbi qualche difficoltà a convincere il cameriere che non volevo un cavolo lesso, ma riuscii finalmente a togliergli quella sciocca idea dal capo. Dopo di questo, essendomi rimasto ancora un pò di tedesco, gli ordinai una frittata.
- Digli che sia con cipolle e prezzemolo - disse B. - se no, ci porterà qualche cosa piena di marmellata e cioccolata. Tu sai il loro gusto.
- Sì - risposi - è giusto... sì. Un momento . Come si dice in tedesco cipolle e prezzemolo?
- Cipolle e prezzemolo? - meditò B. - Oh! ah! uhm! Chi sa poi come si dice! Perbacco... non mi riesce di ricordarmene -
Non riuscì neppure a me. Veramente non lo avevo mai saputo. Tentammo col francese, dicendo :"Une omelette aux fines herbes. Siccome ci pareva che il cameriere non comprendesse, adottammo un cattivo inglese. Girammo e rigirammo quelle disgraziate parole in suoni così strani, così tristi, così poco terrestri, che se ne sarebbe commosso il cuore di un selvaggio. Quello stoico teutone, però, rimase illeso. Allora tentammo la pantomima. La pantomima sta al linguaggio come la margarina, secondo l'etichetta del barattolo, sta al burro :"all'occasione un eccellente surrogato.Ma i suoi poteri, come interprete del pensiero, sono limitati, almeno nella vita reale.
..."Gratitudine è una parola che un misero dilettante dovrebbe lasciar da parte, come anche quelle di cipolle e prezzemolo. B. e io ci rompemmo quasi una vena, nello sforzo di esprimerle. Le tirammo come cavalli da nolo per circa cinque minuti, e riuscimmo a suggerire al cameriere l'idea di fornirci un gioco di domino. Poi, come un raggio di luce a chi s'è smarrito in una caverna buia e tortuosa, mi lampeggiò il pensiero che avevo in tasca un libro di conversazione tedesca.
Che stupidità non pensarci prima! Eravamo stati a tormentarci anima e corpo, tentando di spiegare i nostri desideri a un tedesco ignorante, e durante tutto quel tempo avevamo avuto a portata di mano un libro specialmente scritto e preparato per aiutarci appunto nelle difficoltà in cui eravamo impigliati - un libro accuratamente compilato, col preciso oggetto di mettere in grado tutti gli inglesi come noi di esprimere i loro modesti desideri in qualunque luogo della Germania e di uscirne vivi e incolumi.
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