I GIORNI, I MESI, GLI ANNI,
DOVE MAI SONO ANDATI?
QUESTO PICCOLO VENTO
CHE TREMA ALLA MIA PORTA,
UNO A UNO , IN SILENZIO,
SE LI E' PORTATI VIA.
QUESTO PICCOLO VENTO
FOGLIA A FOGLIA MI SPOGLIA
DELL'ULTIMO MIO VERDE
GIA' SPENTO. E COSI' SIA.
lunedì 31 ottobre 2011
domenica 30 ottobre 2011
un libro che ci ha emozionato
Il libro " Non tutti i bastardi sono di Vienna" di Andrea Molesini ed Sellerio, vincitore del Premio Campiello, oltre a essere interessante e ben scritto ci ha riportato alla memoria storie della nostra famiglia , che viveva nei luoghi e nel periodo descritto così efficacemente dall'autore, la zona del Piave e il periodo novembre 1917-ottobre 1918. Storia di nonna Giovanna che aveva tre bambini piccoli, l'ultimo di appena un mese , aveva nascosto una mucca in un boschetto e andava a mungerla appena faceva sera per dare il latte ai suoi bambini e un vicino " anima pia" aveva fatto la spia agli austriaci che se l'erano portata via. Storia di zia Anna che aveva il marito al fronte e due bambine e le avevano portato via anche le poche stoviglie e il paiolo di rame per la fare la polenta. Storia di Andrea al quale avevano confiscato il poco raccolto, le noci e le castagne e gli amici avevano diviso con lui il poco che avevano ma si era ucciso per la disperazione. Forse siamo un pò di parte ma è un libro che ci ha commosso.
sabato 29 ottobre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
elegia (Leonardo Sinisgalli 1908-1981)
Mi ricorderò di questo autunno
splendido e fulgido dalla luce migrante,
curva al vento sul dorso delle canne.
La piena dei canali è salita alla cintura
e mi ci sono immerso disseccato dalla siccità.
Quando sarò con gli amici nelle notti di città
farò la storia di questi giorni di ventura,
di mio padre che a pestar l'uva
s'era fatto i piedi rossi,
di mia madre timorosa
che porta un uovo caldo nella mano
ed è più felice d'una sposa.
Mio padre parlava di quel ciliegio
piantato il giorno delle nozze, mi diceva,
quest'anno non ha avuto fioritura,
e sognava di farne il letto nuziale a me primogenito.
Il vento di tramontana apriva il cielo
al quarto di luna. La luna coi corni
rosei, appena spuntati, di una vitella!
Domani si potrà seminare, diceva mio padre.
Sul palmo aperto della mano guardavo
i solchi chiari contro il fuoco, sentivo
scoppiare il seme nel suo cuore,
io vedevo nei suoi occhi fiammeggiare
la conca spigata.
splendido e fulgido dalla luce migrante,
curva al vento sul dorso delle canne.
La piena dei canali è salita alla cintura
e mi ci sono immerso disseccato dalla siccità.
Quando sarò con gli amici nelle notti di città
farò la storia di questi giorni di ventura,
di mio padre che a pestar l'uva
s'era fatto i piedi rossi,
di mia madre timorosa
che porta un uovo caldo nella mano
ed è più felice d'una sposa.
Mio padre parlava di quel ciliegio
piantato il giorno delle nozze, mi diceva,
quest'anno non ha avuto fioritura,
e sognava di farne il letto nuziale a me primogenito.
Il vento di tramontana apriva il cielo
al quarto di luna. La luna coi corni
rosei, appena spuntati, di una vitella!
Domani si potrà seminare, diceva mio padre.
Sul palmo aperto della mano guardavo
i solchi chiari contro il fuoco, sentivo
scoppiare il seme nel suo cuore,
io vedevo nei suoi occhi fiammeggiare
la conca spigata.
giovedì 27 ottobre 2011
Nel 1906 il premio Nobel per la letteratura fu assegnato per la terza volta a un poeta: Giouse Carducci.
La candidatura di Giosue Carducci fu ostacolata dal suo essere repubblicano, anticlericale e razionalista, troppo provocatorio per gli aspiranti al Nobel. Si fece perciò leva sul valore più semplicemente "umano" della sua opera, sottolineando l'onestà e la fierezza , l'assenza di vanità e di cupidigia del poeta . Il premio gli fu conferito il 10 dicembre a Bologna direttamente nella sua casa per le ormai precarie condizioni di salute, dall'ambasciatore svedese, il barone De Bildt. Il maestro si spense il 16 febbraio 1907.
***
Dalle lettere : Bologna 19 aprile 1861..
La poesia, cara signora e amica, la poesia fugge inorridita dinanzi alle critiche, alle citazioni, alle rassegne, ai commentarii, alle varianti, alle prove di stampa: fra questi sterpi veggo inaridire quel piccolo filo dè miei verdi anni che querulo e nascosto scorreva verso l'oceano dell'oblio. Ormai, addio alle liete e superbe speranze, addio alle commozioni soavi, addio ai moti del core profondo, addio ai fantasmi splendidi aleggianti in un cielo di luce, addio alle tombe di Grecia e d'Italia, madri del mio pensiero. Non più speranza, non più gloria, non più poesia...
Dalle lettere. Bologna 1 gennaio 1874...
Io leggo, nelle ore di riposo, a questi giorni, i colloqui di Goethe con Eckermann, e le "Elegie romane", e queste letture mi fan ritornare con tutta l'anima e la persuasione alla grande poesia greca. In fondo, confessiamolo, fu la più grande poesia della terra. Omero, Pindaro, Sofocle, Aristofane, Teocrito, sono gli ultimi confini del bello di primo getto, giovenile, florido, sereno. Dopo viene il riflesso, il contorto, il vecchio. Noi abbiamo dei "frissonnements" d'inverno e crediamo che siano i brividi dell'ispirazione...
***
Dalle lettere : Bologna 19 aprile 1861..
La poesia, cara signora e amica, la poesia fugge inorridita dinanzi alle critiche, alle citazioni, alle rassegne, ai commentarii, alle varianti, alle prove di stampa: fra questi sterpi veggo inaridire quel piccolo filo dè miei verdi anni che querulo e nascosto scorreva verso l'oceano dell'oblio. Ormai, addio alle liete e superbe speranze, addio alle commozioni soavi, addio ai moti del core profondo, addio ai fantasmi splendidi aleggianti in un cielo di luce, addio alle tombe di Grecia e d'Italia, madri del mio pensiero. Non più speranza, non più gloria, non più poesia...
Dalle lettere. Bologna 1 gennaio 1874...
Io leggo, nelle ore di riposo, a questi giorni, i colloqui di Goethe con Eckermann, e le "Elegie romane", e queste letture mi fan ritornare con tutta l'anima e la persuasione alla grande poesia greca. In fondo, confessiamolo, fu la più grande poesia della terra. Omero, Pindaro, Sofocle, Aristofane, Teocrito, sono gli ultimi confini del bello di primo getto, giovenile, florido, sereno. Dopo viene il riflesso, il contorto, il vecchio. Noi abbiamo dei "frissonnements" d'inverno e crediamo che siano i brividi dell'ispirazione...
mercoledì 26 ottobre 2011
che mattina!...
Che mattina! C'è un aria fredda e trasparente, ad ovest le Alpi imbiancate con neve a bassa quota, cielo azzurro e sole ,ad est le Langhe vagamente nebbiose con tante nubi bianche; il viale dei tigli è per la prima volta in questo autunno un tappeto di foglie gialle; il boschetto di acacie è attraversato da una luce quasi misteriosa . C'è una sensazione di vaga felicità ma anche di malinconia, è un momento sospeso.
martedì 25 ottobre 2011
lunedì 24 ottobre 2011
FUORI DI MODA ( CORRADO GOVONI 1884-1965)
OH LE CAMERE DI PALAZZI ANTICHI INABITATI,
SEMPRE CHIUSE, CON LA LORO MOBILIA ROCOCO',
COME VECCHIE CHE PORTANO ORI DISUSATI:
LETTI DI MOGANO A TRAFORO, ALTI COMO',
SOSTENUTI DA ZAMPE ANIMALESCHE
E CHE HANNO SUI COPERCHI LUCIDI, A MOSAICO,
DELLE ARGENTEE PENDOLE SETTECENTESCHE
CON DEI QUADRANTI ADORNI D'UN DISEGNO ARCAICO;
ARMADI A LUCE, CHE CONSERVAN QUALCHE ACCAPPATOIO
DI SETA E MOSTRANO NELLA CIMASA UNA VEDUTA;
SEDIE A BRACCIUOLI, DALLE FODERE DI CUOIO;
STIPI A SMALTO, DI CUI LA CHIAVE FU PERDUTA;
TARTARUGHE FANTASTICHE DI LAMPADARI,
APPESI A DEI SOFFITTI, CON FIGURE MITOLOGICHE;
MARIMORTI DI SPECCHI, COME IMMENSI RELIQUIARI
NELLE CORNICI DI PELUSCIO E D'ALTRE COSE ENTOMOLOGICHE!
CAMERE, OVE I TAPPETI SOFFOCANO I PASSI
( SI HA L'IMPRESSIONE DI VIAGGIARE PER LE VIE D'UN SOGNO
VIE IN CUI L'ERBA DOLCE HA VELLUTATO I SASSI,
E CHE IMPROVVISE CI TRASPORTANO DI SOGNO IN SOGNO);
DOVE LA DISOCCUPAZIONE HA LE SUE STANCHE MANI
NELLE SUE TASCHE, GLI OCCHI CHIUSI, ED I CAPELLI
CHE S'INTRECCIANO CON LE CORDE IMMEMORI DEI PIANI
CHE NON VIDERO MAI DEI DITI CON DUE UGUALI ANELLI.
I CASSETTI CHE S'APRON SI LAMENTANO; ED I COFANI
CHE S'INFRANGON CONTENGON DELLE BUSTE CON UN'ARMA
GENTILIZIA E DELLE PAROLE MELLEE; DEI CIMOFANI
SERRANO IN UN FERMAGLIO DELLE VIOLE TENERE DI PARMA.
SI TROVAN ANCHE DELLE TABACCHIERE PORNOGRAFICHE
SATURE DI TABACCO, QUALCHE RICAMATO FAZZOLETTO
CHE SCUOTENDOLO S'ANIMA DI MENTA, DELLE PROVE FOTOGRAFICHE,
DEI VENTAGLI DI AVORIO E UN RECIPIENTE DI BELLETTO.
DA UN'ERMETICA SALA S'INDOVINA UN PARCO,
DAL GEMERE DEI PLATANI E DAL PROFUMARE DELLE ROSE,
UN LABIRINTO BOSSEO, UNA FONTANELLA CHE SOSPENDE UN ARCO-
BALENO D'ACQUA IN UNA VASCA, SOPRA STATUE SCHIFILTOSE:
UN TREMOLO DI SOLE, CHE SI SENTIMENTALIZZA
TRAPELANDO DA LE PERSIANE PER I VETRI CHIUSI,
NEI MURI ILLUMINA DEI QUADRI AD OLIO SU CUI SI ETERNIZZA
LA POLVERE ESSENZIALE DELLA ANTICA MUSICA.
SEMPRE CHIUSE, CON LA LORO MOBILIA ROCOCO',
COME VECCHIE CHE PORTANO ORI DISUSATI:
LETTI DI MOGANO A TRAFORO, ALTI COMO',
SOSTENUTI DA ZAMPE ANIMALESCHE
E CHE HANNO SUI COPERCHI LUCIDI, A MOSAICO,
DELLE ARGENTEE PENDOLE SETTECENTESCHE
CON DEI QUADRANTI ADORNI D'UN DISEGNO ARCAICO;
ARMADI A LUCE, CHE CONSERVAN QUALCHE ACCAPPATOIO
DI SETA E MOSTRANO NELLA CIMASA UNA VEDUTA;
SEDIE A BRACCIUOLI, DALLE FODERE DI CUOIO;
STIPI A SMALTO, DI CUI LA CHIAVE FU PERDUTA;
TARTARUGHE FANTASTICHE DI LAMPADARI,
APPESI A DEI SOFFITTI, CON FIGURE MITOLOGICHE;
MARIMORTI DI SPECCHI, COME IMMENSI RELIQUIARI
NELLE CORNICI DI PELUSCIO E D'ALTRE COSE ENTOMOLOGICHE!
CAMERE, OVE I TAPPETI SOFFOCANO I PASSI
( SI HA L'IMPRESSIONE DI VIAGGIARE PER LE VIE D'UN SOGNO
VIE IN CUI L'ERBA DOLCE HA VELLUTATO I SASSI,
E CHE IMPROVVISE CI TRASPORTANO DI SOGNO IN SOGNO);
DOVE LA DISOCCUPAZIONE HA LE SUE STANCHE MANI
NELLE SUE TASCHE, GLI OCCHI CHIUSI, ED I CAPELLI
CHE S'INTRECCIANO CON LE CORDE IMMEMORI DEI PIANI
CHE NON VIDERO MAI DEI DITI CON DUE UGUALI ANELLI.
I CASSETTI CHE S'APRON SI LAMENTANO; ED I COFANI
CHE S'INFRANGON CONTENGON DELLE BUSTE CON UN'ARMA
GENTILIZIA E DELLE PAROLE MELLEE; DEI CIMOFANI
SERRANO IN UN FERMAGLIO DELLE VIOLE TENERE DI PARMA.
SI TROVAN ANCHE DELLE TABACCHIERE PORNOGRAFICHE
SATURE DI TABACCO, QUALCHE RICAMATO FAZZOLETTO
CHE SCUOTENDOLO S'ANIMA DI MENTA, DELLE PROVE FOTOGRAFICHE,
DEI VENTAGLI DI AVORIO E UN RECIPIENTE DI BELLETTO.
DA UN'ERMETICA SALA S'INDOVINA UN PARCO,
DAL GEMERE DEI PLATANI E DAL PROFUMARE DELLE ROSE,
UN LABIRINTO BOSSEO, UNA FONTANELLA CHE SOSPENDE UN ARCO-
BALENO D'ACQUA IN UNA VASCA, SOPRA STATUE SCHIFILTOSE:
UN TREMOLO DI SOLE, CHE SI SENTIMENTALIZZA
TRAPELANDO DA LE PERSIANE PER I VETRI CHIUSI,
NEI MURI ILLUMINA DEI QUADRI AD OLIO SU CUI SI ETERNIZZA
LA POLVERE ESSENZIALE DELLA ANTICA MUSICA.
domenica 23 ottobre 2011
COSI' PICCOLA COSA ( DIEGO VALERI 1887-1976)
COSI' PICCOLA COSA - UNA FALCETTA
BIANCA, DI LUNA, INCISA NELL'OPACA
AZZURRITA' DEL CREPUSCOLO ESTREMO -
BASTA A TENER SOSPESA IN UN MAGATO
STUPORE, DENTRO IMMOBILI VELARI
DI SOGNO, LA CITTA' D'ACQUA E DI SASSO.
SENZA PIU' CORPO NE' PESO, LIBRATA
NELL'ARIA VANA COME VANA NUVOLA,
VENEZIA ATTENDE CHE UN VENTO NOTTURNO
LA LEVI A VOLO, VERSO QUEL SOTTILE
LONTANISSIMO GOLFO DI SPLENDORE,
PER IL VUOTO INFINITO.
BIANCA, DI LUNA, INCISA NELL'OPACA
AZZURRITA' DEL CREPUSCOLO ESTREMO -
BASTA A TENER SOSPESA IN UN MAGATO
STUPORE, DENTRO IMMOBILI VELARI
DI SOGNO, LA CITTA' D'ACQUA E DI SASSO.
SENZA PIU' CORPO NE' PESO, LIBRATA
NELL'ARIA VANA COME VANA NUVOLA,
VENEZIA ATTENDE CHE UN VENTO NOTTURNO
LA LEVI A VOLO, VERSO QUEL SOTTILE
LONTANISSIMO GOLFO DI SPLENDORE,
PER IL VUOTO INFINITO.
sabato 22 ottobre 2011
avevo tre gaggie
NON AVEVO PIU' MIO PADRE
AVEVO TRE GAGGIE
PROFUMAVANO LE SERE D'ESTATE.
A PRIMAVERA
IMMACOLATI FIORI DI CILIEGIO.
NON AVEVO PIU' MIO PADRE.
D'INVERNO
AVEVO LA LUNA SUI TETTI INNEVATI.
QUANDO VENNE A CERCARMI LA POESIA
IL SOGNO ERA ORMAI SPEZZATO.
AVEVO TRE GAGGIE
PROFUMAVANO LE SERE D'ESTATE.
A PRIMAVERA
IMMACOLATI FIORI DI CILIEGIO.
NON AVEVO PIU' MIO PADRE.
D'INVERNO
AVEVO LA LUNA SUI TETTI INNEVATI.
QUANDO VENNE A CERCARMI LA POESIA
IL SOGNO ERA ORMAI SPEZZATO.
"LA MIA ANIMA E' OVUNQUE TU SIA" DI ALDO CAZZULLO ED MONDADORI
Un romanzo tra guerra di liberazione, anni sessanta e oggi; personaggi interessanti e ben delineati, manca il magico paesaggio delle Langhe, racconto un pò troppo scarno. Bellissima la copertina .
venerdì 21 ottobre 2011
PRATO ( SERGIO SOLMI 1899-1981)
QUI DOVE LA VITA SCUOTE
IMPAZZITA I SUOI CROTALI NEL GIALLO
DEI BOTTONDORO,
LA CAMPANULA OSCILLA NELLA SUA
DELICATA VERTIGINE, SI SCREZIANO
ANEMONI E NARCISI
E ACCECA IL BIANCO DELLA MARGHERITA,
AL VOLO CHE S'ABBATTE
DELLE PULCI SPLENDENTI SI CORRUGA
QUESTA VECCHIA COTENNA DELLA TERRA,
S'IRRITA IN PRATO VARIOPINTO.ANCH'IO,
SOLE, PORTO IL TUO ROSSO EMBLEMA, M'HAI
STAMPATO DENTRO QUESTA
LUMINOSA FIORITA INSONNIA D'ERBE.
IMPAZZITA I SUOI CROTALI NEL GIALLO
DEI BOTTONDORO,
LA CAMPANULA OSCILLA NELLA SUA
DELICATA VERTIGINE, SI SCREZIANO
ANEMONI E NARCISI
E ACCECA IL BIANCO DELLA MARGHERITA,
AL VOLO CHE S'ABBATTE
DELLE PULCI SPLENDENTI SI CORRUGA
QUESTA VECCHIA COTENNA DELLA TERRA,
S'IRRITA IN PRATO VARIOPINTO.ANCH'IO,
SOLE, PORTO IL TUO ROSSO EMBLEMA, M'HAI
STAMPATO DENTRO QUESTA
LUMINOSA FIORITA INSONNIA D'ERBE.
giovedì 20 ottobre 2011
mercoledì 19 ottobre 2011
IL SECONDO POETA CUI VENNE ASSEGNATO IL NOBEL PER LA LETTERATURA FU NEL 1904 FREDERIC MISTRAL
Frederic Mistral nacque l'8 settembre 1830 a Maillane in Provenza .L'amore per la grande lingua provenzale lo portarono nel 1851 a comporre il suo capolavoro : il romanzo in versi Mireio, grandiosa epopea dell'amore sullo sfondo dei limpidi paesaggi provenzali.Nel 1876 pubblicò la raccolta malinconica e sognante di poesie dal titolo Lis Isclo d'Or. Nel 1890 compose il dramma La Reino Jano, protagonista Giovanna regina di Napoli e principessa di Provenza, e nel 1897 Lou Pouemo dou Rose, incentrato su Guglielmo d'Orange. Fu considerato l'ultimo grande cantore della sua terra.Ottenne il Nobel 1904, morì a Maillane il 25 marzo 1914.
***
da Mireio:
Nel paese dolce degli aranci, all'ora
in cui il giorno del Signore trascolora,
e i pescatori, che volte hanno le reti in mare,
tirano a riva la barchetta stanca
e le ragazze lasciano la branca
e s'aiutano a mettere sull'anca
o sul capo le ceste che lavorarono a colmare,
dalle sponde fra cui serpeggia e scola
l'Agens, da pianure e colli sale e vola
prolungato un coro di remote canzoni.
Ma il belare di capre e di caprette,
canti d'amore, suoni di zampognette
muoiono fra brune collinette
e discende la sera, mesta di commozione.
***
da Mireio:
Nel paese dolce degli aranci, all'ora
in cui il giorno del Signore trascolora,
e i pescatori, che volte hanno le reti in mare,
tirano a riva la barchetta stanca
e le ragazze lasciano la branca
e s'aiutano a mettere sull'anca
o sul capo le ceste che lavorarono a colmare,
dalle sponde fra cui serpeggia e scola
l'Agens, da pianure e colli sale e vola
prolungato un coro di remote canzoni.
Ma il belare di capre e di caprette,
canti d'amore, suoni di zampognette
muoiono fra brune collinette
e discende la sera, mesta di commozione.
martedì 18 ottobre 2011
NUOVAMENTE E' AUTUNNO
NUOVAMENTE E' AUTUNNO.
E' UN VERSO SETTENARIO
MI STA BENE.
IL SOLE BASSO
PORTA SILENZIO.
SONO VERSI QUINARI
LI VEDO BENE
OGGI SONO OTTIMISTA.
E' UN VERSO SETTENARIO
MI STA BENE.
IL SOLE BASSO
PORTA SILENZIO.
SONO VERSI QUINARI
LI VEDO BENE
OGGI SONO OTTIMISTA.
lunedì 17 ottobre 2011
V'E' UN ANGOLO DI LUCE ( EMILY DICKINSON 1830 - 1886)
V'E' UN ANGOLO DI LUCE
NEI MERIGGI INVERNALI
CHE OPPRIME COME MUSICA
D'AUSTERE CATTEDRALI.
UNA CELESTE PIAGA
CI DA', SENZ'ALTRO SEGNO
CHE IL TRAMUTARSI INTIMO
D'OGNI SIGNIFICATO.
INSEGNARLA E' IMPOSSIBILE -
IL SUGGELLO E' L'ANGOSCIA,
IMPERIALE AFFLIZIONE
DISCESA A NOI DALL'ARIA.
QUANDO VIENE, IL PAESAGGIO
ASCOLTA, FINO L'OMBRE
TRATTENGONO IL RESPIRO.
E QUANDO VA, SOMIGLIA ALLA DISTANZA
SUL VOLTO DELLA MORTE.
NEI MERIGGI INVERNALI
CHE OPPRIME COME MUSICA
D'AUSTERE CATTEDRALI.
UNA CELESTE PIAGA
CI DA', SENZ'ALTRO SEGNO
CHE IL TRAMUTARSI INTIMO
D'OGNI SIGNIFICATO.
INSEGNARLA E' IMPOSSIBILE -
IL SUGGELLO E' L'ANGOSCIA,
IMPERIALE AFFLIZIONE
DISCESA A NOI DALL'ARIA.
QUANDO VIENE, IL PAESAGGIO
ASCOLTA, FINO L'OMBRE
TRATTENGONO IL RESPIRO.
E QUANDO VA, SOMIGLIA ALLA DISTANZA
SUL VOLTO DELLA MORTE.
domenica 16 ottobre 2011
DIMENTICO OROLOGI NEI BOSCHI
DA UNA CASA NEL CUORE
O IN UN ASTRO,
DA UNA DIMENSIONE
PROFONDA NELL'ANIMA
MI ALLONTANO
OGNI GIORNO.
PASSO SULLE COSE
SUI CORPI CHE AMO
E CALPESTO.
DIMENTICO
OROLOGI NEI BOSCHI,
PENNE E QUADERNI
POESIE.
E' INUTILE.
PASSERA' UN UOMO
O UN CORVO
O UN ANGELO,
TROVERA' L'OROLOGIO,
SCRIVERA' FAVOLE,
LEGGERA' POESIE
E SEMPRE PIU' LONTANO
NON AVRO' PIU' MEMORIA.
O IN UN ASTRO,
DA UNA DIMENSIONE
PROFONDA NELL'ANIMA
MI ALLONTANO
OGNI GIORNO.
PASSO SULLE COSE
SUI CORPI CHE AMO
E CALPESTO.
DIMENTICO
OROLOGI NEI BOSCHI,
PENNE E QUADERNI
POESIE.
E' INUTILE.
PASSERA' UN UOMO
O UN CORVO
O UN ANGELO,
TROVERA' L'OROLOGIO,
SCRIVERA' FAVOLE,
LEGGERA' POESIE
E SEMPRE PIU' LONTANO
NON AVRO' PIU' MEMORIA.
sabato 15 ottobre 2011
SERA D'OTTOBRE A VITERBO (ALFONSO GATTO 1909-1976)
UNA FONTANA POVERA NEL LARGO
SERALE DELLE CASE E INTORNO IL VERDE
DEGLI ALBERI E' PIU' SOLO, UNO SPAZZINO
AIUTA IL VENTO DELLE FOGLIE MORTE.
OLTRE LE MURA VIDI NELLA POLVERE
UN PIAZZALE DESERTO, IL CIELO ROSA
CON IL FUMO CELESTE DELLA SERA.
SERALE DELLE CASE E INTORNO IL VERDE
DEGLI ALBERI E' PIU' SOLO, UNO SPAZZINO
AIUTA IL VENTO DELLE FOGLIE MORTE.
OLTRE LE MURA VIDI NELLA POLVERE
UN PIAZZALE DESERTO, IL CIELO ROSA
CON IL FUMO CELESTE DELLA SERA.
venerdì 14 ottobre 2011
PIOGGIA D'AUTUNNO
IL CIELO E' NERO
L'ARIA ODORA DI PIOGGIA
BLU E' LA BISALTA.
***
IL CUORE ARDEVA
BATTEVI LA RINGHIERA
PIOGGIA D'AUTUNNO.
L'ARIA ODORA DI PIOGGIA
BLU E' LA BISALTA.
***
IL CUORE ARDEVA
BATTEVI LA RINGHIERA
PIOGGIA D'AUTUNNO.
giovedì 13 ottobre 2011
IL PRIMO NOBEL PER LA LETTERATURA FU ASSEGNATO NEL 1901 AL POETA RENE' F.A. SULLY PRUDHOMME
Il 10 dicembre 1901 il primo premio Nobel per la letteratura fu assegnato al poeta francese Renè F.A. Prudhomme ora quasi sconosciuto per " la perfezione artistica " e "la rara fusione delle qualità del cuore e del genio". Renè Francois-Armand Prudhomme nacque a Parigi il 16 marzo 1839. Sully era il soprannome del padre e fu aggiunto dal poeta al proprio cognome. Studiò al Liceo Bonaparte ottenendo il baccellierato in Scienze nel 1856 e in Letteratura nel 1858. Lavorò come addetto alla corrispondenza nelle officine di Le Creusot e poi a Parigi come giovane di studio presso un notaio. Nel 1861 entrò a far parte del gruppo artistico-letterario "Conference La Bruyere".Durante l'assedio di Parigi nel 1870 si arruolò nella Guardia Mobile, viaggiò in Olanda, Belgio ,Svizzera,Italia. Nel 1877 ebbe il Premio Vitet. Nel 1881 fu eletto all'Accademie Francaise. Nel 1901 ebbe il Nobel, morì il 7 settembre 1907.
FRA BEATO ANGELICO Firenze ottobre 1866
Quando il sole, che ancora non si leva,
ai nostri occhi comunica soltanto
come un presentimento dell'aurora,
ed imbianca assai più che non indori
i campi mossi da un risveglio lento,
alla chiaria che piano si diffonde,
risplende il vetro sotto le inferriate,
e del chiostro le piccole colonne
senton sopra di sè l'ombra dei passeri;
l'altea di color rosato e l'alloro
che fioriscono qui, vicino al pozzo,
adesso si protendono alla luce
le lacrime stillando delle notti,
e sussurra il giardino una preghiera.
E' questo il tempo in cui, benedicendo
la luce che le palpebre dipinge,
l' Angelico ben sente ritornare,
insieme con l'aurora, paradisi.
Ecco, una lama sottile di fuoco,
azzurra vermiglia gialla violetta,
attraverso la grata della cella
veste di madreperla il muro scialbo,
proprio come una libellula viva
che sopra un giglio candido si posi.
E il monaco sgranando le pupille,
con questa iridescenza per pennello,
fa gli angeli fulgenti e delicati
in modo che con le ali fini formino
alla Vergine un arco di splendore.
FRA BEATO ANGELICO Firenze ottobre 1866
Quando il sole, che ancora non si leva,
ai nostri occhi comunica soltanto
come un presentimento dell'aurora,
ed imbianca assai più che non indori
i campi mossi da un risveglio lento,
alla chiaria che piano si diffonde,
risplende il vetro sotto le inferriate,
e del chiostro le piccole colonne
senton sopra di sè l'ombra dei passeri;
l'altea di color rosato e l'alloro
che fioriscono qui, vicino al pozzo,
adesso si protendono alla luce
le lacrime stillando delle notti,
e sussurra il giardino una preghiera.
E' questo il tempo in cui, benedicendo
la luce che le palpebre dipinge,
l' Angelico ben sente ritornare,
insieme con l'aurora, paradisi.
Ecco, una lama sottile di fuoco,
azzurra vermiglia gialla violetta,
attraverso la grata della cella
veste di madreperla il muro scialbo,
proprio come una libellula viva
che sopra un giglio candido si posi.
E il monaco sgranando le pupille,
con questa iridescenza per pennello,
fa gli angeli fulgenti e delicati
in modo che con le ali fini formino
alla Vergine un arco di splendore.
mercoledì 12 ottobre 2011
OMAGGIO A EUGENIO MONTALE PREMIO NOBEL NEL 1975 NATO IL 12 OTTOBRE 1896
I POETI DEFUNTI DORMONO TRANQUILLI
SOTTO I LORO EPITAFFI
E HANNO SOLO UN SUSSULTO D'INDIGNAZIONE
QUALORA UN INUTILE SCRIBA RICORDI IL LORO NOME.
COSI' ACCADE ANCHE AI FIORI GETTATI NEL PATTUME
SE MAI PER AVVENTURA TALUNO LI RACCATTI.
ERANO IN VIAGGIO VERSO LA LORO MADRE
ORA VERSO NESSUNO O VERSO UN MAZZO
LEGATO DA UNO SPAGO O DA UNA CARTA ARGENTATA
E IL CESTINO DA PRESSO SENZA NEMMENO LA GIOIA
DI UN BAMBINO O DI UN PAZZO.
SOTTO I LORO EPITAFFI
E HANNO SOLO UN SUSSULTO D'INDIGNAZIONE
QUALORA UN INUTILE SCRIBA RICORDI IL LORO NOME.
COSI' ACCADE ANCHE AI FIORI GETTATI NEL PATTUME
SE MAI PER AVVENTURA TALUNO LI RACCATTI.
ERANO IN VIAGGIO VERSO LA LORO MADRE
ORA VERSO NESSUNO O VERSO UN MAZZO
LEGATO DA UNO SPAGO O DA UNA CARTA ARGENTATA
E IL CESTINO DA PRESSO SENZA NEMMENO LA GIOIA
DI UN BAMBINO O DI UN PAZZO.
diario di campagna di una signora inglese del primo novecento(Edith Holden)ed. mondadori
Datemi la vita che amo,
Lasciate che il resto mi scorra accanto.
Datemi cieli festosi sopra di me,
E strade di campagna.
Un letto tra i cespugli con stelle da vedere,
Pane da inzuppare nel torrente
Questa è la vita per un uomo come me,
Questa è la vita per sempre.
Cada il colpo, prima o dopo,
Sia quel che sia di me,
Datemi la faccia della terra intorno,
E la strada davanti a me.
Non cerco amore nè speranza nè ricchezza,
Ne' un amico che mi capisca;
voglio solo il cielo sopra di me
E la strada sotto i miei piedi.
O l'autunno mi colga
Mentre vago nei campi
Zittendo l'uccello sul ramo;
Mordendo di freddo le dita.
Bianco come farina il prato brinato,
Tiepido il riparo vicino al fuoco,
No, non cederò all'autunno,
E neppure all'inverno.
Cada il colpo, prima o dopo,
Sia quel sia di me;
Datemi la faccia della terra intorno,
E la strada davanti a me.
Non cerco amore nè speranza nè ricchezza,
Ne' un amico che mi capisca;
Voglio solo il cielo sopra di me
E la strada sotto i miei piedi.
( R. L. Stevenson )
Lasciate che il resto mi scorra accanto.
Datemi cieli festosi sopra di me,
E strade di campagna.
Un letto tra i cespugli con stelle da vedere,
Pane da inzuppare nel torrente
Questa è la vita per un uomo come me,
Questa è la vita per sempre.
Cada il colpo, prima o dopo,
Sia quel che sia di me,
Datemi la faccia della terra intorno,
E la strada davanti a me.
Non cerco amore nè speranza nè ricchezza,
Ne' un amico che mi capisca;
voglio solo il cielo sopra di me
E la strada sotto i miei piedi.
O l'autunno mi colga
Mentre vago nei campi
Zittendo l'uccello sul ramo;
Mordendo di freddo le dita.
Bianco come farina il prato brinato,
Tiepido il riparo vicino al fuoco,
No, non cederò all'autunno,
E neppure all'inverno.
Cada il colpo, prima o dopo,
Sia quel sia di me;
Datemi la faccia della terra intorno,
E la strada davanti a me.
Non cerco amore nè speranza nè ricchezza,
Ne' un amico che mi capisca;
Voglio solo il cielo sopra di me
E la strada sotto i miei piedi.
( R. L. Stevenson )
martedì 11 ottobre 2011
OTTOBRE ( VINCENZO CARDARELLI 1887-1959)
UN TEMPO, ERA D'ESTATE,
ERA A QUEL FUOCO, A QUEGLI ARDORI,
CHE SI DESTAVA LA MIA FANTASIA.
INCLINO ADESSO ALL'AUTUNNO
DAL COLORE CHE INEBRIA,
AMO LA STANCA STAGIONE
CHE HA GIA' VENDEMMIATO.
NIENTE PIU' MI SOMIGLIA,
NULLA PIU' MI CONSOLA,
DI QUEST'ARIA CHE ODORA
DI MOSTO E DI VINO,
DI QUESTO VECCHIO SOLE OTTOBRINO
CHE SPLENDE SULLE VIGNE SACCHEGGIATE.
SOLE D'AUTUNNO INATTESO,
CHE SPLENDI COME IN UN DI LA',
CON TENERA PERDIZIONE
E VAGABONDA FELICITA',
TU CI TROVI FIACCATI,
VOLTI AL PEGGIO E LA MORTE DELL'ANIMA.
ECCO PERCHE' CI PIACI,
VAGO SOLE SUPERSTITE
CHE NON SAI DIRCI ADDIO,
TORNANDO OGNI MATTINA
COME UN NUOVO MIRACOLO,
TANTO PIU' BELLO QUANTO PIU' T'INOLTRI
E SEI LI' PER SPIRARE.
E DI QUESTE INCREDIBILI GIORNATE
VAI COMPONENDO LA TUA STAGIONE
CH'E' TUTTA UNA DOLCISSIMA AGONIA.
ERA A QUEL FUOCO, A QUEGLI ARDORI,
CHE SI DESTAVA LA MIA FANTASIA.
INCLINO ADESSO ALL'AUTUNNO
DAL COLORE CHE INEBRIA,
AMO LA STANCA STAGIONE
CHE HA GIA' VENDEMMIATO.
NIENTE PIU' MI SOMIGLIA,
NULLA PIU' MI CONSOLA,
DI QUEST'ARIA CHE ODORA
DI MOSTO E DI VINO,
DI QUESTO VECCHIO SOLE OTTOBRINO
CHE SPLENDE SULLE VIGNE SACCHEGGIATE.
SOLE D'AUTUNNO INATTESO,
CHE SPLENDI COME IN UN DI LA',
CON TENERA PERDIZIONE
E VAGABONDA FELICITA',
TU CI TROVI FIACCATI,
VOLTI AL PEGGIO E LA MORTE DELL'ANIMA.
ECCO PERCHE' CI PIACI,
VAGO SOLE SUPERSTITE
CHE NON SAI DIRCI ADDIO,
TORNANDO OGNI MATTINA
COME UN NUOVO MIRACOLO,
TANTO PIU' BELLO QUANTO PIU' T'INOLTRI
E SEI LI' PER SPIRARE.
E DI QUESTE INCREDIBILI GIORNATE
VAI COMPONENDO LA TUA STAGIONE
CH'E' TUTTA UNA DOLCISSIMA AGONIA.
lunedì 10 ottobre 2011
IL CIRCO
IL CIRCO,
TENDONE GIALLO
SOPRA IL CIELO GRIGIO.
NON CI SONO PIU' MISTERIOSE FORESTE,
DISTESE DI SABBIA,
DUNE,
PRINCIPESSE,
ALI' BABA' E I QUARANTA LADRONI.
SOLO UN TENDONE GIALLO
SOPRA IL CIELO GRIGIO.
TENDONE GIALLO
SOPRA IL CIELO GRIGIO.
NON CI SONO PIU' MISTERIOSE FORESTE,
DISTESE DI SABBIA,
DUNE,
PRINCIPESSE,
ALI' BABA' E I QUARANTA LADRONI.
SOLO UN TENDONE GIALLO
SOPRA IL CIELO GRIGIO.
domenica 9 ottobre 2011
LE COSE CHE FANNO DOMENICA ELENCATE NEL 1907 DA CORRADO GOVONI (1884-19659
L'ODORE CALDO DEL PANE CHE SI CUOCE DENTRO IL FORNO.
IL CANTO DEL GALLO NEL POLLAIO.
IL GORGHEGGIO DEI CANARINI ALLE FINESTRE.
L'URTO DEI SECCHI CONTRO IL POZZO E IL CIGOLIO DELLA PULEGGIA.
LA BIANCHERIA DISTESA NEL PRATO.
IL SOLE SULLE SOGLIE.
LA TOVAGLIA NUOVA NELLA TAVOLA.
GLI SPECCHI NELLE CAMERE.
I FIORI NEI BICCHIERI.
IL GIROVAGO CHE FA PIANGERE LA SUA ARMONICA.
IL GRIDO DELLO SPAZZACAMINO.
L'ELEMOSINA.
LA NEVE.
IL CANALE GELATO.
IL SUONO DELLE CAMPANE.
LE DONNE VESTITE DI NERO.
LE COMUNICANTI.
IL SUONO BIANCO E NERO DEL PIANOFORTE.
LE SUORE BIANCHE BENDATE COME FERITE.
I PRETI NERI.
I RICOVERATI GRIGI.
L'AZZURRO DEL CIELO SERENO.
LE PASSEGGIATE DEGLI AMANTI.
LE PASSEGGIATE DEI MALATI.
LO STORMIRE DEGLI ALBERI.
I GATTI BIANCHI CONTRO I VETRI.
IL PRILLARE DELLE ROSSE VENTAROLE.
LO SBATTERE DELLE FINESTRE E DELLE PORTE.
LE BUCCE D'ORO DEGLI ARANCI SUL SELCIATO.
I BAMBINI CHE GIUOCANO NEI VIALI AL CERCHIO.
LE FONTANE APERTE NEI GIARDINI.
GLI AQUILONI LIBRATI SULLE CASE.
I SOLDATI CHE FANNO LA MANOVRA AZZURRA.
I CAVALLI CHE SCALPITANO SULLE PIETRE.
LE FANCIULLE CHE VENDONO LE VIOLE.
IL PAVONE CHE APRE LA RUOTA SOPRA LA SCALEA ROSSA.
LE COLOMBE CHE TUBANO SUL TETTO.
I MANDORLI FIORITI NEL CONVENTO.
GLI OLEANDRI ROSEI NEI VESTIBOLI.
LE TENDINE BIANCHE CHE SI MUOVONO AL VENTO.
IL CANTO DEL GALLO NEL POLLAIO.
IL GORGHEGGIO DEI CANARINI ALLE FINESTRE.
L'URTO DEI SECCHI CONTRO IL POZZO E IL CIGOLIO DELLA PULEGGIA.
LA BIANCHERIA DISTESA NEL PRATO.
IL SOLE SULLE SOGLIE.
LA TOVAGLIA NUOVA NELLA TAVOLA.
GLI SPECCHI NELLE CAMERE.
I FIORI NEI BICCHIERI.
IL GIROVAGO CHE FA PIANGERE LA SUA ARMONICA.
IL GRIDO DELLO SPAZZACAMINO.
L'ELEMOSINA.
LA NEVE.
IL CANALE GELATO.
IL SUONO DELLE CAMPANE.
LE DONNE VESTITE DI NERO.
LE COMUNICANTI.
IL SUONO BIANCO E NERO DEL PIANOFORTE.
LE SUORE BIANCHE BENDATE COME FERITE.
I PRETI NERI.
I RICOVERATI GRIGI.
L'AZZURRO DEL CIELO SERENO.
LE PASSEGGIATE DEGLI AMANTI.
LE PASSEGGIATE DEI MALATI.
LO STORMIRE DEGLI ALBERI.
I GATTI BIANCHI CONTRO I VETRI.
IL PRILLARE DELLE ROSSE VENTAROLE.
LO SBATTERE DELLE FINESTRE E DELLE PORTE.
LE BUCCE D'ORO DEGLI ARANCI SUL SELCIATO.
I BAMBINI CHE GIUOCANO NEI VIALI AL CERCHIO.
LE FONTANE APERTE NEI GIARDINI.
GLI AQUILONI LIBRATI SULLE CASE.
I SOLDATI CHE FANNO LA MANOVRA AZZURRA.
I CAVALLI CHE SCALPITANO SULLE PIETRE.
LE FANCIULLE CHE VENDONO LE VIOLE.
IL PAVONE CHE APRE LA RUOTA SOPRA LA SCALEA ROSSA.
LE COLOMBE CHE TUBANO SUL TETTO.
I MANDORLI FIORITI NEL CONVENTO.
GLI OLEANDRI ROSEI NEI VESTIBOLI.
LE TENDINE BIANCHE CHE SI MUOVONO AL VENTO.
sabato 8 ottobre 2011
UN' EREDITA' DI AVORIO E AMBRA ( DI EDMUND DE WAAL ED BOLLATI BORINGHIERI)
La storia di 264 netsuke ( minuscoli oggetti scolpiti in legno, avorio con particolari in ambra che venivano usati nell'antico Giappone per allacciare vari accessori ai kimono, raffiguranti divinità, fiori, frutti ,animali) è il pretesto per l'autore di raccontare la storia della sua famiglia . Gli Ephrussi, ricchi commercianti di grano, vengono seguiti da Odessa, a Vienna , a Parigi, fino all'avvento nel nazismo. Il personaggio più interessante è senz'altro Charles, che acquistò i netsuke, mecenate degli impressionisti e grande collezionista d'arte, amico di Proust che forse si ispirò a lui per un personaggio della "Recherche" Una storia affascinante scritta da De Waal , artista della ceramica inglese.
venerdì 7 ottobre 2011
giovedì 6 ottobre 2011
FORSE SAREI PIU' SOLA ... (EMILY DICKINSON 1830-1886)
FORSE SAREI PIU' SOLA
SENZA LA MIA SOLITUDINE -
SONO USA AL MIO DESTINO -
FORSE L'ALTRA - LA PACE -
POTREBBE INTERROMPERE IL BUIO -
AFFOLLARE LA STANZA -TROPPO ANGUSTA
PER CONTENERE
IL SUO SACRAMENTO.
NON SONO ABITUATA ALLA SPERANZA -
UN'INTRUSA SAREBBE - E IL SUO CORTEO
BENCHE' DOLCE POTREBBE PROFANARE
QUESTO LUOGO VOTATO AL SOFFRIRE.
PUO' ESSERE PIU' SEMPLICE AFFONDARE
IN VISTA DELLA SPONDA
CHE ALLA MIA AZZURRA PENISOLA GIUNGERE
PER MORIRE DI GIOIA.
SENZA LA MIA SOLITUDINE -
SONO USA AL MIO DESTINO -
FORSE L'ALTRA - LA PACE -
POTREBBE INTERROMPERE IL BUIO -
AFFOLLARE LA STANZA -TROPPO ANGUSTA
PER CONTENERE
IL SUO SACRAMENTO.
NON SONO ABITUATA ALLA SPERANZA -
UN'INTRUSA SAREBBE - E IL SUO CORTEO
BENCHE' DOLCE POTREBBE PROFANARE
QUESTO LUOGO VOTATO AL SOFFRIRE.
PUO' ESSERE PIU' SEMPLICE AFFONDARE
IN VISTA DELLA SPONDA
CHE ALLA MIA AZZURRA PENISOLA GIUNGERE
PER MORIRE DI GIOIA.
mercoledì 5 ottobre 2011
OGGI E' UN GIORNO OSCURO...
OGGI
E' UN GIORNO OSCURO,
NON VEDO IL VOLTO DELLA POESIA.
I PASSI
MI PORTANO ALTROVE.
SENTO IL SOLE CHE SCALDA.
SILENZI.
IL LAVORO CHE SGOMENTA,
IL TEMPO CHE PIEGA.
LA POESIA
PERCHE'?
LA POESIA CHE MI CALMA,
CHE MI INDIRIZZA,
CHE MI SOSTITUISCE,
CHE MI TRAFIGGE,
CHE MI UCCIDE
SENZA DOLORE.
LA POESIA
CHE TUTTO MI DA'
MISTERIOSA COME UN ASTRO.
LA POESIA
CHE NASCONDE IL DESIDERIO
CHE PESA SUL CUORE.
LA POESIA
PERCHE'?
OGGI
E' UN GIORNO OSCURO,
NON VEDO IL VOLTO DELLA POESIA.
E' UN GIORNO OSCURO,
NON VEDO IL VOLTO DELLA POESIA.
I PASSI
MI PORTANO ALTROVE.
SENTO IL SOLE CHE SCALDA.
SILENZI.
IL LAVORO CHE SGOMENTA,
IL TEMPO CHE PIEGA.
LA POESIA
PERCHE'?
LA POESIA CHE MI CALMA,
CHE MI INDIRIZZA,
CHE MI SOSTITUISCE,
CHE MI TRAFIGGE,
CHE MI UCCIDE
SENZA DOLORE.
LA POESIA
CHE TUTTO MI DA'
MISTERIOSA COME UN ASTRO.
LA POESIA
CHE NASCONDE IL DESIDERIO
CHE PESA SUL CUORE.
LA POESIA
PERCHE'?
OGGI
E' UN GIORNO OSCURO,
NON VEDO IL VOLTO DELLA POESIA.
martedì 4 ottobre 2011
4 OTTOBRE SANTO FRANCESCO : LA PERFETTA LETIZIA DAI "FIORETTI"
...frate Leone con grande ammirazione il domandò e disse: - Padre, io ti prego dalla parte di Dio, che tu mi dica ove è perfetta letizia. - E santo Francesco sì gli rispose: - Quando noi giungeremo a santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame , e picchieremo la porta dello luogo, e il portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi? e noi diremo: noi siamo due dè vostri frati : e colui dirà : Voi non dite vero; anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo e rubando le limosine dè poveri; andate via; e non ci aprirà e faracci istare di fuori alla neve e all'acqua col freddo e colla fame insino alla notte; allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente senza turbazione e senza mormorare di lui; e penseremo umilmente e caritevolmente che quello portinaio veramente ci cognosca e che Iddio il faccia parlare contra a noi; o frate Leone, iscrivi che ivi è PERFETTA LETIZIA...
lunedì 3 ottobre 2011
UN CALDO OTTOBRE, QUESTA POESIA E' ANCORA PERFETTA :A MEZZO SETTEMBRE SI SENTE (DIEGO VALERI 1887-1976)
A MEZZO SETTEMBRE SI SENTE
CHE LA VITA, CON L'ANNO, SE NE VA.
STRANO CHE AGLI OCCHI NOSTRI TUTTO SEMBRA
FELICE, IN PACE:
TUTTO CIO' CHE E' NOSTRO,
DI TUTTI I NOSTRI GIORNI, IL CANALE
GRIGIO CHE SVOLTA LAGGIU'
SOTTO LA CASA ROSSA,
IL PONTE ALTO SOSPESO
IN ARIA, NELLA LUCE, L'ALBERATA
CHE GIA' PARE PIU' RADA E DOLCEMENTE
TRASCOLORA. IL VOLTO DEL MONDO
ORA E' PIU' BELLO,
D'UNA BELLEZZA TUTTA UMANA, CHE UN POCO
CI PESA SUL CUORE. PERCHE' SI SENTE
CHE OGNI COSA BELLA E AMATA E' MORTALE;
PERCHE' E' MEZZO SETTEMBRE
E LA VITA, CON L'ANNO , SE NE VA.
CHE LA VITA, CON L'ANNO, SE NE VA.
STRANO CHE AGLI OCCHI NOSTRI TUTTO SEMBRA
FELICE, IN PACE:
TUTTO CIO' CHE E' NOSTRO,
DI TUTTI I NOSTRI GIORNI, IL CANALE
GRIGIO CHE SVOLTA LAGGIU'
SOTTO LA CASA ROSSA,
IL PONTE ALTO SOSPESO
IN ARIA, NELLA LUCE, L'ALBERATA
CHE GIA' PARE PIU' RADA E DOLCEMENTE
TRASCOLORA. IL VOLTO DEL MONDO
ORA E' PIU' BELLO,
D'UNA BELLEZZA TUTTA UMANA, CHE UN POCO
CI PESA SUL CUORE. PERCHE' SI SENTE
CHE OGNI COSA BELLA E AMATA E' MORTALE;
PERCHE' E' MEZZO SETTEMBRE
E LA VITA, CON L'ANNO , SE NE VA.
domenica 2 ottobre 2011
OGGI FESTA DEGLI ANGELI CUSTODI : POESIA COME UNA PREGHIERA DI MICHEL QUOIST
SIGNORE
RICORDO I PRATI DI VIGLIANO
LE CORSE DI GIOIA
GIU' DALLA COLLINA
IL PANE FRESCO
E IL LATTE APPENA MUNTO.
ADESSO SO
CHE CON ME
CORREVA
L'ANGELO MIO CUSTODE.
POI
INTORNO IL BUIO
E TANTI ANNI
LE STUPIDE CORSE
A PRENDERE IL TRENO
PER ARRIVARE PRIMO
NON SO PIU' DOVE
PER NON FAR TARDI
IN UFFICIO
AL CINEMA
ALLO STADIO.
SIGNORE
IERI L'ANGELO MIO CUSTODE
NUOVAMENTE
HA CORSO CON ME.
PIANO LA SERA
SI LASCIAVA PRENDERE DAL BUIO
ERA L'ORA DELLA MESSA
A MADONNA DELLE GRAZIE
ERA TARDI
LA CAMPANA
GIA' AVEVA SUONATO.
HO CORSO SIGNORE
CON TUTTA LA FORZA CHE AVEVO
MI SONO STREMATO.
SIGNORE
SONO ARRIVATO IN TEMPO
SUDATO
STANCO
CON IL CUORE CHE MI SCOPPIAVA IN GOLA
NELLE TEMPIE.
COME ALLORA,
BAMBINO,
CON GIOIA.
RICORDO I PRATI DI VIGLIANO
LE CORSE DI GIOIA
GIU' DALLA COLLINA
IL PANE FRESCO
E IL LATTE APPENA MUNTO.
ADESSO SO
CHE CON ME
CORREVA
L'ANGELO MIO CUSTODE.
POI
INTORNO IL BUIO
E TANTI ANNI
LE STUPIDE CORSE
A PRENDERE IL TRENO
PER ARRIVARE PRIMO
NON SO PIU' DOVE
PER NON FAR TARDI
IN UFFICIO
AL CINEMA
ALLO STADIO.
SIGNORE
IERI L'ANGELO MIO CUSTODE
NUOVAMENTE
HA CORSO CON ME.
PIANO LA SERA
SI LASCIAVA PRENDERE DAL BUIO
ERA L'ORA DELLA MESSA
A MADONNA DELLE GRAZIE
ERA TARDI
LA CAMPANA
GIA' AVEVA SUONATO.
HO CORSO SIGNORE
CON TUTTA LA FORZA CHE AVEVO
MI SONO STREMATO.
SIGNORE
SONO ARRIVATO IN TEMPO
SUDATO
STANCO
CON IL CUORE CHE MI SCOPPIAVA IN GOLA
NELLE TEMPIE.
COME ALLORA,
BAMBINO,
CON GIOIA.
sabato 1 ottobre 2011
PICCOLA RECENSIONE : "ALLE CINQUE AL PLAZA" DI KATHERINE MOSBY ED FRASSINELLI
Il libro "Alle cinque al Plaza" è scritto sicuramente bene, con passaggi descrittivi romantici "Sarebbe stato facile lasciarmi distogliere dalla mia ricerca per via dell'aria fragrante, quasi dolce, del verde bagliore degli alberi, con i loro rami sottili delineati dai nodi pallidi dei boccioli, dalle foglie avvolte strette che muoiono dalla voglia di aprirsi come pugni che si rilassano al sole..." ; qualche descrizione oscura :"mi fece assaggiare l'unica verdura che zia Grace non aveva mai servito e che zio Ambrose con un brivido di disgusto chiamava apposta verdura di colore " ( che verdura? ) e una trama leggera e nulla di più.Bella la copertina.
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