lunedì 10 novembre 2014

IL FUMO E LANUVOLA ( LUIGI FIACCHI 1754-1825)

   Da un camino un giorno il fumo uscia,
e, in densi globi accolto,
s'era inoltrato molto
su per l'etera via,
quando egli in certa nuvola s'avvenne
che a suo diporto gìa
de' venti su le penne.
    Allor pieno d'albagia
a gridar cominciò: - Su la mia strada,
olà, si faccia largo, non si vuole ei dalla bassa
gente tenere a bada. -
La nuvola, sentendo questo tono
di grandezza e d'impero,
disse : -Chi sei tu dunque? - Il fumo io sono.
Io del fuoco son figlio , e il fuoco, il sai,
è fratello del Sol, per cui dal suolo
tu sì sublime ascendi :
onde da questo solo
quale io mi sia comprendi.
    Allor la nuvoletta
al superbo rispose : - Oh ! certamente
per esser voi d'origin sì perfetta
avete aria ben cupa, e, perdonate
se un pochetto pungente
vi parrà il mio sermone,
voi per fermo sembrate
figlio del fuoco no, ma del carbone.
Or ascoltate un poco
queste mie brevi note,
signor figlio del foco,
del Sol signor nipote:
io ben farovvi onore
quando simil sarete al genitore.
    La favola consiglia
che non si vanti de' grand'avi suoi
chi poi non gli somiglia.

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