Chi cammina per le strade
sotto le stelle e le rugiade?
Non portava arme o lanterne,
portava ardore, portava dolore!
Ma levò gli occhi al chiarore
delle stelle che ridono eterne ...
Chi cammina per le strade
sotto le stelle e le rugiade?
Gli occhi leva. Ed ecco il duolo
apre l'ali e piglia il volo ;
fugge via dal nero cuore,
canta come un usignolo!
Una stella nel cuore oscuro brilla
come nell'acqua di fonte tranquilla.
Ed il viandante si corca supino
e dimentica il suo cammino.
Sulla proda del sentiero
fa la notte da lenzuolo,
da guanciale il mondo nero,
da ninna nanna un usignolo ...
Chi cammina per le strade
sotto le stelle e le rugiade?
domenica 26 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
POESIA PER UNA CICALA ( Leonardo Sinisgalli)
Io non so cantare lo zelo
della formica immortale.
Più vicino alla mia sorte
è lo stridore della cicala
che trema fino alla morte.
Nel tempo mio diletto
mi confidavo a quell'ira
insistente che mi assopiva
con la cicala nel petto.
Ora nello sfacelo
della mia giornata mi resta
un po' di polvere in pugno,
ma tanto vale la tua spoglia
che ancora risento quel melo
stormire e nell'aria di giugno
la tua allegria funesta
nascere dietro una foglia.
della formica immortale.
Più vicino alla mia sorte
è lo stridore della cicala
che trema fino alla morte.
Nel tempo mio diletto
mi confidavo a quell'ira
insistente che mi assopiva
con la cicala nel petto.
Ora nello sfacelo
della mia giornata mi resta
un po' di polvere in pugno,
ma tanto vale la tua spoglia
che ancora risento quel melo
stormire e nell'aria di giugno
la tua allegria funesta
nascere dietro una foglia.
domenica 5 ottobre 2014
MAR GRIGIO ( Aldo Palazzeschi)
Io guardo estasiato tal mare,
immobile mare uguale.
Non onda,
non soffio che l'acqua ne increspi,
non aura vi spira.
Di sopra lo copre un ciel grigio
bassissimo, intenso, perenne.
Io guardo estasiato tal mare.
Non nave, non vela, non ala,
soltanto egli sembra
un'immensa lamiera d'argento brunastro.
Su desso velato si mostra ogni astro.
Il sole si mette una benda di lutto,
la luna un vel grigio,
le innumeri stelle lo guardano
tenendo un pochino socchiuso
il lor occhio vivace.
Io guardo estasiato tal mare.
Ma quale fu l'acqua ad empirlo?
Dai monti ruinò?
Sgorgò dalla terra?
Dal cielo vi cadde?
O cadde piuttosto dagli occhi del mondo?
Mar grigio,
siccome una lastra d'argento brunastro,
immobile e solo, uguale,
ti guardo estasiato.
- Ma c'è questo mare? Ma c'è?
- Sicuro che c'è!
Io solo lo vedo,
io solo mi posso indugiare a guardarlo,
tessuta ho la vela io stesso,
la prima a solcarlo.
immobile mare uguale.
Non onda,
non soffio che l'acqua ne increspi,
non aura vi spira.
Di sopra lo copre un ciel grigio
bassissimo, intenso, perenne.
Io guardo estasiato tal mare.
Non nave, non vela, non ala,
soltanto egli sembra
un'immensa lamiera d'argento brunastro.
Su desso velato si mostra ogni astro.
Il sole si mette una benda di lutto,
la luna un vel grigio,
le innumeri stelle lo guardano
tenendo un pochino socchiuso
il lor occhio vivace.
Io guardo estasiato tal mare.
Ma quale fu l'acqua ad empirlo?
Dai monti ruinò?
Sgorgò dalla terra?
Dal cielo vi cadde?
O cadde piuttosto dagli occhi del mondo?
Mar grigio,
siccome una lastra d'argento brunastro,
immobile e solo, uguale,
ti guardo estasiato.
- Ma c'è questo mare? Ma c'è?
- Sicuro che c'è!
Io solo lo vedo,
io solo mi posso indugiare a guardarlo,
tessuta ho la vela io stesso,
la prima a solcarlo.
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