O mio caro micino,
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
mentre al quieto lume
d'una lampa modello,
io, com'è mio costume,
sui libri mi scervello;
mentre assassino l'ore
cercando il pel nell'uovo,
o con l'antico errore
affastellando il nuovo;
tu vieni quatto quatto
a farmi compagnia,
e mi schizzi d'un tratto
sopra la scrivania.
Ti muovi a coda ritta
fra libri e scartafacci,
poi sulla carta scritta
placido t'accovacci.
O mio caro micino,
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
io prendo gran satolle
di testi con le note;
tu rimani in panciolle
sulle morbide piote ;
se beato sonnecchi,
pieno di scienza infusa,
o mi guardi sottecchi,
sbadigli e fai le fusa.
E non so se m'inganno:
ma talvolta direi
che tu, così soppanno,
ridi de' fatti miei.
Poi, quando finalmente
ci vengono a chiamare,
e come l'altra gente
andiamo a desinare;
io mangio quanto un grillo
consunto d'etisia;
tu pappi franco e arzillo,
la tua parte e la mia.
ho ritrovato finalmente una poesia che mi piaceva tanto
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