Già
i miei passi non avevano meta
ma da profondi
e insanguinati solchi
trovavo
radici e ricordi.
Adesso
l'astro è diverso
freddi e nascosti
gli antichi battiti.
Vie e vicoli
tacciono
e il cuore
solo il mio cuore
sa
quando si animano
di dolce
e sottile violenza.
domenica 29 dicembre 2013
giovedì 26 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
lunedì 23 dicembre 2013
NATALE ( Diego Valeri 1887 - 1976)
Maria dentro la grotta si posò,
e Giuseppe a Betlemme s'avviò.
Ma un momento sentì che, mentre andava,
a mezzo il passo il pie' gli s'arrestava.
Vide attonita l'aria e il cielo immoto,
e uccelli starsi fermi in mezzo al vuoto;
e poi vide operai sdraiati a terra,
e posata nel mezzo una scodella :
e chi mangiava, ecco, non mangia più,
chi ha preso il cibo non lo tira su,
chi levava la man la tien levata,
e tutti al cielo volgono la faccia.
Le pecore condotte a pascolare
sono lì che non posso più andare;
fa il pastor per colpire con la verga,
e gli resta la man sospesa e ferma ;
e i capretti che all'acqua aveano il muso
ber non possono al fiume in sé rinchiuso...
E poi Giuseppe vide in un momento
ogni cosa riprender movimento.
Tornò sopra i suoi passi, udì un vagito,
Gesù era nato, il fiore era fiorito.
e Giuseppe a Betlemme s'avviò.
Ma un momento sentì che, mentre andava,
a mezzo il passo il pie' gli s'arrestava.
Vide attonita l'aria e il cielo immoto,
e uccelli starsi fermi in mezzo al vuoto;
e poi vide operai sdraiati a terra,
e posata nel mezzo una scodella :
e chi mangiava, ecco, non mangia più,
chi ha preso il cibo non lo tira su,
chi levava la man la tien levata,
e tutti al cielo volgono la faccia.
Le pecore condotte a pascolare
sono lì che non posso più andare;
fa il pastor per colpire con la verga,
e gli resta la man sospesa e ferma ;
e i capretti che all'acqua aveano il muso
ber non possono al fiume in sé rinchiuso...
E poi Giuseppe vide in un momento
ogni cosa riprender movimento.
Tornò sopra i suoi passi, udì un vagito,
Gesù era nato, il fiore era fiorito.
domenica 22 dicembre 2013
LA CHIESA DI POLENTA ( Giosuè Carducci)
Salve, affacciata al tuo balcon di poggi
tra Bertinoro alto ridente e il dolce
pian cui sovrasta fino al mar Cesena
donna di prodi,
salve, chiesetta del mio canto! A questa
madre vegliarda, o tu rinnovellata
itala gente da le molte vite,
rendi la voce
de la preghiera : la campana squilli
ammonitrice : il campanil risorto
canti di clivo in clivo a la campagna
Ave Maria.
Ave Maria! Quando su l'aure corre
l'umil saluto, i piccioli mortali
scovrono il capo, curvano la fronte
Dante ed Aroldo.
Una di flauti lenta melodia
passa invisibil fra la terra e il cielo :
spiriti forse che furon, che sono
e che saranno?
Un oblio lene de la faticosa
vita, un pensoso sospirar quiete,
una soave volontà di pianto
l'anime invade.
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
roseo 'l tramonto ne l'azzurro sfuma,
mormoran gli alti vertici ondeggianti
Ave Maria.
tra Bertinoro alto ridente e il dolce
pian cui sovrasta fino al mar Cesena
donna di prodi,
salve, chiesetta del mio canto! A questa
madre vegliarda, o tu rinnovellata
itala gente da le molte vite,
rendi la voce
de la preghiera : la campana squilli
ammonitrice : il campanil risorto
canti di clivo in clivo a la campagna
Ave Maria.
Ave Maria! Quando su l'aure corre
l'umil saluto, i piccioli mortali
scovrono il capo, curvano la fronte
Dante ed Aroldo.
Una di flauti lenta melodia
passa invisibil fra la terra e il cielo :
spiriti forse che furon, che sono
e che saranno?
Un oblio lene de la faticosa
vita, un pensoso sospirar quiete,
una soave volontà di pianto
l'anime invade.
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
roseo 'l tramonto ne l'azzurro sfuma,
mormoran gli alti vertici ondeggianti
Ave Maria.
venerdì 20 dicembre 2013
LA NEVE ( Gabriele D'annunzio)
Scende la neve su la Terra madre,
placidamente. E lei bianca riceve
la Terra ne' suoi giusti ozi, da poi
che all'uom copia di frutti ha partorito.
Guarda il bifolco splendere a' sudati
campi la neve, mentre siede al desco ;
e a lui dal cuor la speme e dal bicchiere
sorride la primizia del vino.
- Scendi con pace, o neve , e le radici
difendi e i germi, che daranno ancora
erba molta alli armenti, all'uomo il pane.
Scendi con pace ; sì che al novel tempo
da te nudriti, lungo il pian ridesto,
corran qual greggia obediente i fiumi.
placidamente. E lei bianca riceve
la Terra ne' suoi giusti ozi, da poi
che all'uom copia di frutti ha partorito.
Guarda il bifolco splendere a' sudati
campi la neve, mentre siede al desco ;
e a lui dal cuor la speme e dal bicchiere
sorride la primizia del vino.
- Scendi con pace, o neve , e le radici
difendi e i germi, che daranno ancora
erba molta alli armenti, all'uomo il pane.
Scendi con pace ; sì che al novel tempo
da te nudriti, lungo il pian ridesto,
corran qual greggia obediente i fiumi.
lunedì 16 dicembre 2013
AL MIO MICINO ( Arturo Graf 1848 1913 )
O mio caro micino,
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
mentre al quieto lume
d'una lampa modello,
io, com'è mio costume,
sui libri mi scervello;
mentre assassino l'ore
cercando il pel nell'uovo,
o con l'antico errore
affastellando il nuovo;
tu vieni quatto quatto
a farmi compagnia,
e mi schizzi d'un tratto
sopra la scrivania.
Ti muovi a coda ritta
fra libri e scartafacci,
poi sulla carta scritta
placido t'accovacci.
O mio caro micino,
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
io prendo gran satolle
di testi con le note;
tu rimani in panciolle
sulle morbide piote ;
se beato sonnecchi,
pieno di scienza infusa,
o mi guardi sottecchi,
sbadigli e fai le fusa.
E non so se m'inganno:
ma talvolta direi
che tu, così soppanno,
ridi de' fatti miei.
Poi, quando finalmente
ci vengono a chiamare,
e come l'altra gente
andiamo a desinare;
io mangio quanto un grillo
consunto d'etisia;
tu pappi franco e arzillo,
la tua parte e la mia.
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
mentre al quieto lume
d'una lampa modello,
io, com'è mio costume,
sui libri mi scervello;
mentre assassino l'ore
cercando il pel nell'uovo,
o con l'antico errore
affastellando il nuovo;
tu vieni quatto quatto
a farmi compagnia,
e mi schizzi d'un tratto
sopra la scrivania.
Ti muovi a coda ritta
fra libri e scartafacci,
poi sulla carta scritta
placido t'accovacci.
O mio caro micino,
bello, lindo, pastoso,
lepido, grazioso,
ficchino, naccherino;
io prendo gran satolle
di testi con le note;
tu rimani in panciolle
sulle morbide piote ;
se beato sonnecchi,
pieno di scienza infusa,
o mi guardi sottecchi,
sbadigli e fai le fusa.
E non so se m'inganno:
ma talvolta direi
che tu, così soppanno,
ridi de' fatti miei.
Poi, quando finalmente
ci vengono a chiamare,
e come l'altra gente
andiamo a desinare;
io mangio quanto un grillo
consunto d'etisia;
tu pappi franco e arzillo,
la tua parte e la mia.
venerdì 13 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
SOGNO ( RAINER M. RILKE)
Io penso : e vedo (o sogno)
un piccolo villaggio, una gran pace :
dentro, un cantar di galli.
E il piccolo villaggio si smarrisce
in un fioccar di neve.
Entro il villaggio in abito da festa
una casetta bianca.
Furtiva accenna una testina bionda
tra le cortine mosse.
Schiudo la porta : e i cardini stridendo,
chiedono fiochi aiuto.
Poi nella stanza, un timido e sommesso
profumo di lavanda.
un piccolo villaggio, una gran pace :
dentro, un cantar di galli.
E il piccolo villaggio si smarrisce
in un fioccar di neve.
Entro il villaggio in abito da festa
una casetta bianca.
Furtiva accenna una testina bionda
tra le cortine mosse.
Schiudo la porta : e i cardini stridendo,
chiedono fiochi aiuto.
Poi nella stanza, un timido e sommesso
profumo di lavanda.
sabato 7 dicembre 2013
FINE ( Ada Negri)
La rosa bianca, sola in una coppa
di vetro, nel silenzio si disfoglia
e non sa di morire e ch'io la guardo
morire. Un dopo l'altro si distaccano
i petali; ma intatti : immacolati:
un presso l'altro con un tocco lieve
posano, e stanno : attenti, se un prodigio
li risollevi e li ridoni, ancora
vivi, candidi ancora, al gambo spoglio.
Tal mi sento cader sul cuore i giorni
del mio tempo fugace :intatti; e il cuore
vorrebbe, ma non può, comporli in una
rosa novella, su più alto stelo.
di vetro, nel silenzio si disfoglia
e non sa di morire e ch'io la guardo
morire. Un dopo l'altro si distaccano
i petali; ma intatti : immacolati:
un presso l'altro con un tocco lieve
posano, e stanno : attenti, se un prodigio
li risollevi e li ridoni, ancora
vivi, candidi ancora, al gambo spoglio.
Tal mi sento cader sul cuore i giorni
del mio tempo fugace :intatti; e il cuore
vorrebbe, ma non può, comporli in una
rosa novella, su più alto stelo.
lunedì 2 dicembre 2013
LA POESIA ( Niccolò Tommaseo 1802- 1874)
NON LA RAGGIANTE IMMAGINE
NON LA RIPOSTA IDEA,
NON L'ARMONIA DE' NUMERI,
NON E' L'AMOR CHE CREA
IDEA, CONCENTO, IMMAGINE,
AURA D'AMOR FECONDO,
FORMANSI IN UNO, E N'ESCONO
IL VERSO, IL FIORE, IL MONDO.
NON LA RIPOSTA IDEA,
NON L'ARMONIA DE' NUMERI,
NON E' L'AMOR CHE CREA
IDEA, CONCENTO, IMMAGINE,
AURA D'AMOR FECONDO,
FORMANSI IN UNO, E N'ESCONO
IL VERSO, IL FIORE, IL MONDO.
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