Tu sei il Signore dell'autunno: del sole che affoga dolcemente nella nebbia, dei contorni che sfumano, delle foglie che cadono e fanno, in terra, un tappeto, per i passi dei vecchi. Tu sei il Signore dei vecchi e di tutte le cose che declinano perché sei il Signore dei giovani e di tutte le cose che rinascono.
Sei il Dio del granello che marcisce e, sotto la neve, attende il sole di marzo, di aprile, di maggio, attende il verde e l'oro e il dente duro della macina ; e presagisce la farina morbida, la fragranza del forno, la letizia delle mense. Tutto questo è l'autunno; tu sei il Dio di tutto questo.
L'autunno è una breve primavera, prima del gran riposo. La terra torna verde, prima del grigio della nebbia, prima del bianco della neve. In questo rapido sorriso d'erbe e di fiori tu ti affacci, tra nuvola e nuvola, e benedici il verde, e benedici la stanchezza. Non benedici la morte perché la morte vive, al di sotto del gelo, e testimonia la resurrezione. Tu benedici solo il sonno, questo languore, questo sopore, quest'oblio che sta vita e vita e che noi chiamiamo morte. Tu non benedici la morte : benedici la tregua della vita, che concede respiro e riposo.
Nessun commento:
Posta un commento