Ma, se dovessimo prenderlo alla lettera, dovremmo certo dissentire perché non credo, Signore, che tu abbia potuto maledire un mese o neanche un solo giorno, fra i tanti giorni che tu ci dài da vivere. Tu benedici solamente. Benedici l'inverno freddo come l'estate calda, la primavera germinante come il riposo dell'autunno. Benedici lo spalancarsi dell'aurora come il chiudere del giorno, tra rosse ciglia di tramonto; benedici la colma pienezza del meriggio e il profondo silenzio delle notti.
Benedici le piante ricche di fronde e frutti e quelle spoglie dell'inverno, vestite solo di neve, che mostrano la struttura segreta dei rami, l'architettura possente delle forme (certe splendide querce, o faggi o ippocastani che levano al cielo braccia nude, drammatiche e imploranti). Tu benedici i prati verdi d'erba, biondi di messi, bianchi di neve.
fotografia P. Reggio |
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