vola il felice augurio
al povero tugurio
e a la ricca magione.
Sui margini del mondo
col grembo pien di fiori,
comparve ai primi albori
il fanciullo giocondo.
"Chi ne vuol, chi ne vuole?"
Da le piccole mani
piovon su gli umani
le rose e le viole.
Con le vaghe sembianze
ondeggianti nel sole,
"Chi ne vuol, chi ne vuole?"
piovon le speranze.
O pargolo fatale,
che tra le rosee dita
ci mostri de la vita
il simbolo immortale,
che spandi nell'ignoto
il sorriso d'un Dio,
salve! La terra è un pio
altare a te devoto,
mentre le nuove buone
volano e il lieto augurio
al povero tugurio
e a la ricca magione.
fotografia P. Reggio |
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