la scrivania del Re |
mercoledì 25 luglio 2012
ARREDAMENTO E MOBILIO da "La vita quotidiana a Parigi ai tempi del re Sole" di Jacques Wilhelm
...Altre testimonianze, però, ci sono offerte dagli inventari, grazie ai quali Emile Magne ha potuto ricostruire, sulla carta, l'arredamento del palazzo di rue de Vaugirard, dove Madame de la Fayette riceveva il duca de la Rochefoucauld, la galleria tappezzata di un damasco di Genova a fiori su fondo rosso, illuminata da specchi di Venezia, con le sue quattro finestre velate da tende in "taffetà porpora di Cina, a strisce bianche", arredata con sgabelli di damasco rosso a frange dorate e da tavolini cinesi e la camera dai mobili di legno dorato foderati dello stesso damasco. Semplici atti notarili, inoltre, consentono di rievocare il quadro in cui si svolgeva la vita quotidiana di alcune migliaia di privilegiati, per i quali furono creati i capolavori dell'arte dell'arredamento. Abbiamo soltanto una pallida idea dell'inverosimile lusso del mobilio delle classi più facoltose, di cui solo pochi esemplari sono pervenuti fino a noi. Di questa categoria fanno parte i mobili d'argento, che vennero fusi nel 1689: il re aveva dato l'esempio mandando alla Zecca il trono, le colonnine, le tavole, le fruttiere, i tavolini rotondi, i lampadari, le bacinelle e i bracieri d'argento massiccio o, per i pezzi più grandi, di legno placcato, che adornavano la galleria degli Specchi e le sale dei Grandi Appartamenti. Bisogna visitare i palazzi reali di Stoccolma o di Copenaghen per vedere mobili analoghi, a volte fabbricati in loco. Quanto al vasellame d'argento - ivi compresi appliques, candelabri a più bracci e vasi - se ne ritrovano a mano a mano vari pezzi all'estero che recano il marchio di Parigi, ma che tutti insieme non basterebbero ad arredare due sale. ... Secondo Madame de Sévigné, Madame de Lavardin regala al figlio che si sposa, nel 1680, "tutti gli alari, le appliques, i candelabri, i tavoli e i tavolin i d'argento che si possano desiderare" Gli elenchi delle fonti del 1689 enumerano moltissimi pezzi del genere. Madame de Sévigné ci parla anche del mobilio d'argento della duchessa du Lude, donato per un valore di ventisettemila scudi, a peso, alla Zecca:per quell'epoca una cifra enorme. Sulla sola Place Royale, gli Chaulnes, i Jeannin de Castille avevano toilettes d'argento, composte da un tavolo, un grande specchio e un paio di tavolini rotondi dove si poggiavano candelabri a più bracci e, in casa dei Des Hameaux, come presso il re, si trovavano anche delle fruttiere ricoperte di piastre d'argento sbalzato, lampadari e appliques d'argento. Notevole deve essere stata la produzione degli orafi parigini in questo campo. Vari editti vietarono anche il vasellame d'oro, esclusi gli oggetti di piccole dimensioni.
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